Una delle gioie più grandi per chi inizia ad arrampicare è notare come si migliori in fretta, soprattutto se si ha una base di partenza che deriva da altri sport. Quando poi si passa allo step successivo, ovvero quando diventiamo altamente appassionarsi senza via di ritorno, quello che scatta dentro ognuno di noi è la voglia di dedicarsi ad un allenamento specifico. Ma saremo pronti? Rischieremo di farci male? Ecco cosa dicono i testi sacri a proposito dell’allenamento al trave ed al Pan Gullich.
Arrampichi da almeno un anno
Il primo manuale che abbiamo preso in considerazione non poteva che essere il Jollypower: nei livelli ai quali lui inizia a proporre del Pan Gullich facilitato o delle sospensioni su tacca grande, la frase che ci dà un riferimento è “arrampichi con regolarità da più di anno”, o anche “hai smesso per un periodo molto lungo, ma prima facevi più del 7a”. Questo ci dà l’idea che l’ideale (parliamo sempre per grandi linee) è passare comunque prima da un periodo di condizionamento che possiamo ottenere arrampicando molto, o con qualche esercizio propedeutico (che puoi trovare sempre su Jollypower).
Sei maggiorenne
Se sei interessato al tema dell’allenamento specifico in età giovanile, ti consigliamo di dare un’occhiata al libro “Allenare i giovani all’arrampicata sportiva” di Fabio Palma, dove l’autore descrive il suo metodo di allenamento utilizzato con giovani e giovanissimi. Senza voler rappresentare l’ultima parola sacra del training, Fabio Palma ci illustra gli strumenti da lui utilizzati per avere un allenamento completo e mirato per le gare di arrampicata moderna, strumenti che spaziano dal TRX al Jump Box e che solo in ultimo, e per atleti già ben "condizionati", passano per il Pan Gullich.
Hai un rapporto equilibrato tra tutte le skill richieste dall’arrampicata
Senza una buona dose di forza non andiamo da nessuna parte, ma focalizzarci solo sulla forza può essere penalizzante. Prendendo in mano i manuali americani, ci siamo ricordati di fare un’importante premessa: la forza specifica (delle dita) collabora al nostro miglioramento in arrampicata tanto quanto la tecnica, l’aspetto mentale ed uno stato di forza generale equilibrati tra loro. Quindi prima di affrontare un periodo di allenamento al trave o al Pan Gullich possiamo ad esempio chiedere un feedback ad un allenatore della nostra palestra, oppure fare un rapido check di “quanti punti abbiamo” anche negli altri aspetti coinvolti nell’arrampicata.
Sei un arrampicatore di livello intermedio e ti trovi in un periodo di plateau
Questa frase senza un a doverosa intro potrebbe suscitare perplessità e polemiche, quindi facciamo un passo indietro. Ci sono libri interi sul “condizionamento”, tra i quali “Conditioning for climbers”, purtroppo non ancora tradotto in italiano: oltre a tutti i vari step di condizionamento generale, non manca un capitolo dedicato alla forza delle dita. Un aspetto cruciale in arrampicata, che inizialmente viene “stimolato” già a dovere dall’arrampicata stessa in modo graduale e individuale. L’arrampicata rappresenta un modo molto vario per allenarsi, proponendoci prese ed inclinazioni ogni volta diverse; quando però arriviamo ad un punto in cui ci sembra di non riuscire ad avere più gli stessi progressi a livello di forza delle dita, può essere molto utile iniziare ad inserire uno “stress” molto più specifico.
Hai voglia di fare trave
Aspetto non banale e non da sottovalutare: la nostra mente gioca un ruolo fondamentale in arrampicata, sia quando ci troviamo in falesia con l’ultimo spit oltre quello che noi riteniamo la nostra “distanza di sicurezza”, sia quando facciamo trazioni il trave. La motivazione, l’impegno, la voglia di fare un esercizio in maniera consapevole, pensando già ad una situazione sulla roccia in cui ci tornerà utile, sono aspetti chiave del nostro allenamento. L’ultimo libro edito da Versante Sud “Oltre il limite” parla proprio di questo: dedizione, motivazione e talento che si intrecciano tra loro in parti uguali, compensandosi in un mix esplosivo.
Vuoi migliorare l’esplosività
Parliamo in questo caso del Pan Gullich, forse lo strumento per l’allenamento dell’arrampicata corredato da più disclaimer in assoluto circa la sua traumaticità, ma che in realtà qualsiasi arrampicatore dal livello intermedio in su utilizza. Il libro francese “Escalade a bloc” si sbliancia addirittura su darci riferimenti numerici: “se domini i 6b/ 6c in falesia e provi qualche 7a, non ci sono motivi per non fare Pan Gullich nei tuoi allenamenti”.
Ed ora che sei super motivato, vieni a dare un'occhiata alla nostra sezione travi!