Sette falesie estive per arrampicare al nord ovest

Quando l'estate si affaccia sui fine settimana degli arrampicatori, non resta che iniziare a spostarsi verso le valli che circondano con la loro vegetazione verdeggiante la pianura, per poi salire di quota alla ricerca di aria fresca e condizioni più briose per arrampicare. In linea di massima le scelte "tattiche" che ci portano a selezionare le falesie più adatte per i mesi caldi non riguardano solo la quota, sempre molto gradita, ma anche l'orientamento della falesia, il più a nord possibile, e la presenza o meno di vento che può alleggerire le temperature.

 

 

Con non poche difficoltà, considerate le numerose possibilità che sono disseminate nel nord ovest dell'Italia, abbiamo selezionato sette falesie dove è possibile arrampicare in estate sopravvivendo al caldo umido che spesso avvolge le basse valli. In fondo all'articolo troverai le guide di riferimento che puoi acquistare per approfondire la conoscenza delle zone e per valutare altri eventuali settori limitrofi da unire in una visita di più giorni. Ringraziamo Versante Sud per averci fornito le immagini e supportato nella scelta delle falesie.

 

 

Elio Cacchio - Alta Val Susa - Ciu La Nen - Croz del Rifugio

Ciu La Nen - Croz del Rifugio | Alta Val Susa. Ph Elio Cacchio

 

Valle d'Aosta - Gressoney La trinitè | Santuario + La Benedizione

 

La Valle d'Aosta è punteggiata da innumerevoli falesie in quota, spesso considerate una scelta "di nicchia" per chiunque non abiti nella regione sia per le difficoltà logistiche nel raggiungerle, sia per lo stile di arrampicata spesso molto esigente che affiora da queste rocce. Scegliere una falesia da presentare per la stagione estiva è quanto mai complicato quando si tratta di questa regione, e quindi abbiamo scelto di procedere secondo un criterio tutto nostro: la leggendarietà.

 

 

Le falesie del Santuario e della Benedizione sono spesso avvolte da racconti mistici ed rocamboleschi sia per quanto riguarda l'avvicinamento che per la difficoltà delle vie, dai più considerata "un filo severa". La Benedizione prende infatti il suo nome dall'avvicinamento in stile MacGyver che devi affrontare per arrivare alla base della falesia: il punto topico è l'attraversamento della cascata Noversch, lievemente ghiacciata, che ti dà quello stimolo giusto in pieno stile Wim Hof (in Valle d'Aosta sono sempre stati dei precursori su molte cose) prima della giornata sulla roccia.

 

 

Per quanto riguarda le vie, si spazia dal 6a+ al 9a ma c'è poco da girarci intorno: per scalare qui devi avere un ottimo livello, meglio se "viaggi comodamente" su vie dal 7b in su. Anche la chiodatura non è adatta ad arrampicatori con poca esperienza sulle spalle e sulle dita: l'arrampicata qui è esigente sotto ogni aspetto, richiede impegno e motivazione. Ma di una cosa puoi star certo: dopo una giornata su questa roccia tornerai a casa soddisfatto, per quanto magari senza vie da segnare, e con la sensazione di aver vissuto l'esperienza di una giornata in falesia assolutamente fuori dall'ordinario e in un ambiente meraviglioso. Un'ottima idea è quella di venire da queste parti in gruppo, magari con qualche arrampicatore o guida del posto che possa istruirti al meglio sulle vie da provare.

 

 

Vista Sulla Torre Germana Grand Seru e Monte Tabor - Ph Elio Cacchio

Vista Sulla Torre Germana Grand Seru e Monte Tabor | Alta Val di Susa Ph Elio Cacchio

 

 

Piemonte | Val Tanaro | PianBernardo

 

Su Pianbernardo abbiamo dedicato un articolo intero qualche anno fa: è la falesia estiva per eccellenza per tutti i cuneesi che abbiano - anche in questo caso - buona dimestichezza con le vie almeno dal 7a in su (prova ne sono i 6c "di riscaldamento" più duri della storia). La parete si erge imponente in tutta la sua bellezza ed è ben visibile, anche se talmente lontana da sembrare più un miraggio, già dalla statale. Se, nonostante la bellezza del posto, della roccia e della frescura, non è poi così tanto frequentata, è sicuramente per via dell'avvicinamento, non solo lungo, ma decisamente impervio.

 

 

L'arrampicata è tecnica quando si sviluppa su placche lisce dove bisogna intuire la presenza di piccoli buchi, reglette e fessurine, più fisica quando segue le increspature della roccia più strapiombante. Continuità, sezioni di boulder e resistenza: arrampicare tanto a Pianbernardo ti farà diventare uno scalatore completo ed in grado di avventurarti su qualsiasi terreno. Il settore La Cengia regala, oltre a vie dall'intensità decisa, un'esposizione adrenalinica che aggiungerà un po' di pepe ai passaggi più aleatori delle vie.

 

 

Seve Scassa su Minitraxion, 8b+ Foto Loris Beccaria

Seve Scassa su Minitraxion, 8b+ | Pianbernardo. Foto Loris Beccaria

 

 

Piemonte | Valle dell'Orco, Falesia del Droide e Pietra Filosofale

 

La Valle dell'Orco è uno scrigno di possibilità per tutto l'anno e su diversi fronti. Terra d'eccellenza per le vie trad, ospita strutture rocciose che hanno fatto la storia dell'arrampicata in Italia, come ad esempio il masso della Fessura Kosterlitz di cui abbiamo parlato in questo nostro precedente articolo. Qui sorgono pareti imponenti solcate da storiche fessure, una su tutte la Parete del Sergent, ma negli ultimi anni anche i settori di bouldering hanno accolto numerosi visitatori.

 

 

In tutto questo non potevano mancare aree attrezzate con monotiri da arrampicare in stile sportivo: la Falesia del Droide di San Menerio e Pietra Filosofale sono due esempi emblematici dell'arrampicata in valle. Alcune fessure da proteggere si affiancano a vie attrezzate a spit, immerse nell'atmosfera unica dei millecinquecento metri di quota nei quali si trovano le pareti.

 

 

Le vie, piacevolmente esposte a sud, hanno uno sviluppo tra i quindici e venti metri su placche di granito di una maestosità e bellezza assolutamente uniche. La Pietra Filosofale vanta anche un avvicinamento piuttosto breve, base in piano su prato ed esposizioni varie.

 

 

paolo seimandi - fessura del tramonto - ph maurizio oviglia Valle Orco

Paolo Seimandi, Fessura del tramonto | Valle Orco. Ph Maurizio Oviglia

 

 

Liguria | Albenga | Erboristeria

 

Nella zona della Val Pennavaire troviamo veramente tante possibilità per arrampicare nelle giornate estive, alcune delle quali sono caratterizzate da piccoli muri orientati a nord con una ventina di tiri al massimo. Stiamo parlando ad esempio dei settori adiacenti tra loro Emisfero e Segreto, oppure di Hangar, un grande strapiombo solcato da linee con difficoltà a dir poco selettive.

 

 

Ma sono anche di più tutte quelle falesie che hanno un orientamento a nord-est e che quindi vanno in ombra a metà mattina: l'ideale per chi ha ritmi comodi e tutta la giornata a disposizione. L'Enoteca, il Cineplex, la Placca degli Scorpioni e la Reunion. Basta consultare la guida Roc Pennavaire per avere un'idea dell'imbarazzo nella scelta.

 

 

Noi abbiamo pensato di proporre l'Erboristeria per la quantità e varietà di vie che rendono possibile l'arrampicata per chiunque spazi tra il 6a e il 9a+. Naturalmente anche gli stili di arrampicata che puoi trovare qui riflettono questo vasto assortimento di possibilità, proponendoti vie corte in strapiombo o vie più lunghe di resistenza e continuità. L'avvicinamento è minimo, il che contribuisce - insieme alla bellezza ed alla quantità delle vie - a renderla una delle falesie più frequentate della zona da metà primavera in avanti.

 

 

erboristeria - archivio Versante Sud

Falesia Erboristeria - archivio Versante Sud

 

 

Liguria | Finale Ligure | Bastionata di Boragni

 

Per equità ci siamo "forzati" a scegliere una sola falesia della zona di Albenga ed una sola nella zona di Finale Ligure: anche in questo caso la scelta non è stata facile. La Bastionata di Boragni rappresenta una delle zone più vaste della zona di Finale, nonché un grande classico durante le giornate più calde. Comprende talmente tanti settori che sarebbe il caso di dedicare un post specifico solo a questa zona, ma ci limitiamo ad indicarti che il più classico è la Bastionata Settore Sinistro, sempre molto frequentato.

 

 

Qui le vie sono un concentrato dell'essenza della scalata finalese, con vie verticali a buchi dove entrano in gioco sia la tecnica che una buona dose di fisicità man mano che si fanno sempre più lontani tra loro. Un magistrale uso dei piedi è fondamentale quando si tratta di calibrare bene il peso sulle microgocce del calcare di Finale ed una buona dose di grinta ti aiuterà negli allunghi tra una tacchetta e l'altra! 

 

 

Boragni - Bastionata - René Schweizer - Un cuore grande - ph Marco Tomassini

René Schweizer, Un cuore grande | Bastionata di Boragni.  ph Marco Tomassini

 

 

Lombardia | Valmalenco | Zoia

 

Ci spostiamo sempre più in alto ed in un ambiente decisamente alpino, arrivando a sfiorare quota 2000 metri con le falesie dell'area circostante il Rifugio Zoia. La roccia che troviamo da queste parti è serpentino, riconoscibile a distanza per il tipico colore nero; le pareti sono generalmente molto lisce e solcate da fessure o liste che ne disegnano le linee più evidenti. Un numero di Pareti uscito nell'ormai lontanissimo 2004 racconta la storia di questo luogo magico a partire dal suo primo valorizzatore, Massimo Bruseghini.

 

 

Arrampicare allo Zoia non è né facile, né immediato: a partire dalla lettura delle vie, passando per gli innumerevoli spostamenti di piedi super tecnici e terminando con un'intensità molto alta concentrata in uno sviluppo delle vie tutto sommato corte (massimo 20 metri). Tutto questo, naturalmente, aumenta il fascino per chi cerca le conquiste non scontate e soddisfazioni reali da portare a casa.

 

 

L'area si divide in tre settori: quello alto, il mediano e il basso. Il primo che incontriamo, quello basso, corrisponde anche a quello più "recentemente" sviluppato e sfrutta le minuscole prese di muri piuttosto verticali con sequenze di boulder disseminate qua e là. Un po' meno frequentato rispetto al settore basso ma dotato per sua natura di vie più omogenee dal punto di vista dell'intensità dei movimenti, quindi con meno sequenze boulderose, è il settore mediano. Qui è anche possibile scaldarsi sulle vie più facili, ideali per chi ama le vie corte.

 

 

Il settore alto è il primo individuato e sviluppato per l'arrampicata sportiva, l'ultimo che si raggiunge seguendo il sentiero: è il settore più storico, quello che più incarna le strutture tipiche di questa zona, sia per l'ondulazione delle sue pareti, sia per la difficoltà generale delle vie. Il livello qui è sostenuto: fessure, strapiombi pronunciati e allunghi sono il mix geniale per chi ama l'alta difficoltà in quota.

 

 

Ivan Pegorari - Taifon - ph Rainer Eder

Ivan Pegorari - Taifon | Zoia - ph Rainer Eder

 

 

Lombardia | Cornalba

 

Ci troviamo nelle alpi bergamasche ad un'altezza di circa 1100 metri: nonostante la roccia di Cornalba sia calcare, questa falesia ha molti punti in comune con i settori dello Zoia. Anche a Cornalba dobbiamo fare i conti con uno stile di arrampicata molto esigente dovuto a placche verticali o lievemente strapiombanti, dove è necessaria una buona dose di forza nelle dita e sapiente lettura della roccia. Anche in questo caso le vie hanno sezioni boulderose molto complicate, spesso sul verticale, e non abbondano le vie di continuità.

 

 

Qui le vie sono talmente dure che sono passati a provarle tantissimi top climber di diverse genereazioni: Manolo, così come Adam Ondra, Ben Moon come Stefano Ghisolfi, Stefan Glowacz come Jonathan Siegrist. Oggi il "masterpiece" che attira i top climber italiani e stranieri è Goldrake, un 9a+ chiodato da Bruno Tassi nel 2003 e liberato poi sette anni dopo da Adam Ondra. 

 

 

Se lo Zoia è una falesia prettamente estive, le esposizioni dei settori di Cornalba sono più varie (principalmente a sud e a est) e quindi il periodo in cui possiamo dedicarci a provare alcuni progetti è un po' più ampio. Può essere che in una giornata di pieno sole non troveremo il top delle condizioni ad agosto ma con un po' di fortuna, qualche nuvola e un po' di vento, possiamo sicuramente provare il nostro progetto anche in piena estate.

 

 

Berni Rivadossi - Cornalba - Apache - Ph Alberto Orlandi

Berni Rivadossi - Apache | Cornalba. Ph Alberto Orlandi

 

 

Fonti: Andonno e Cuneese, Climbing Technology Blog, Pareti 27/02/2004, Guida Finale ligure, Guida Val Pennavaire, Guida Valli Bergamasche

Fonte delle Immagini: Versante Sud, Foto di copertina: Camilla Locatelli - Cornalba - Saigon - Ph C Locatelli | Versante Sud