Cinque cose che vanno di moda nella tracciatura

La tracciatura dei boulder in gara, così come nelle palestre di arrampicata che tutti frequentiamo, si evolve anno dopo anno, creando “allestimenti” e movimenti sempre più scenografici. I nuovi materiali che permettono di realizzare enormi volumi con un peso comunque ridotto e le nuove forme che vengono utilizzate ispirano sempre di più i tracciatori ad inventare e a proporre nuovi movimenti.

 

 

Oltre all’effetto “parkour”, forse il più noto e commentato tra i nuovi stili di gara, ci sono molte varianti che iniziano ad acquisire dei “nomi propri”: la “canne à pêche” ad esempio o lo “scorpione” (leggi qui un nostro post in merito), sono solo due tra le nuove espressioni che nascono da movimenti in ambio o fuori equilibrio, tipici dei nuovi boulder.

 

 

Ma se da una parte abbiamo un effetto sorprendente in gara proprio per via della difficile lettura della sequenza di movimenti corretta, quando ci troviamo alle prese con un boulder indecifrabile in palestra siamo sempre un po’ meno entusiasti.

 

 

Forti dei commenti sentiti sui materassi di tante palestre, siamo qui a risolvere insieme a voi i rebus di tante nuove strane usanze (sempre e comunque allenanti).

 

 

Giovanni Danieli, Davide Terenzi IFSC

Giovanni Danieli, Davide Terenzi FASI

 

 

Tappare le prese

 

Noi non abbiamo dubbi:ad oggi è il maggior divertimento di tutti i tracciatori del mondo! Metti una presa, una tacca buona per esempio, e poi ci avviti sopra una sua presa gemella, tacca su tacca, in modo da trasformare quella tacca buona in una tacca pessima, lasciando solo lo spazio per una mini micro falange di due dita. Obiettivo: farti allenare sulla precisione del gesto.

 

 

Giovanni Danieli Davide Terenzi FASI

Giovanni Danieli, Davide Terenzi FASI

 

 

Mini me

 

L’abbiamo battezzata così noi di Oliunìd, attingendo dal vasto mondo della moda, ma è sempre più frequente su tutti i coloratissimi muri delle palestre più all’avanguardia. Una presa enorme, uno svaso di solito, affiancata da una mini presa molto simile, di solito avvitata proprio in prossimità dell’altra. Un accorgimento che spesso manda in confusione: “ma se ne ho una gigante a disposizione lì, perché c’è anche l’altra praticamente invisibile di fianco?”. Suggerimento: di solito serve. Obiettivo: farti allenare nella lettura e previsualizzazione del passaggio.

 

 

Eddie Fowke @IFSC

 

 

Sfilza di volumi

 

Tipica delle gare, è una sequenza di prese decisamente evitata da chiunque non sia a suo agio nella disciplina della “corsa su volumi”. La riconosci a colpo d’occhio perché è generalmente costituita da quattro o cinque volumi - di solito a forma di piramide -, rigorosamente inclinati verso il basso e avari di prese per le mani. 

 

 

Eddie Fowke @IFSC

Eddie Fowke @IFSC

 

 

Dual texture

 

Chiunque bazzichi con maggiore o minore frequenza per palestre di boulder, si sarà sicuramente imbattuto nelle "nuove" prese dual texture. Spesso caratterizzate proprio da colori differenti, altre volte con colore unico ma dalla grana evidentemente diversa, sono per l'appunto delle prese la cui superficie utilizzabile si riduce di molto per via di una sezione "liscia come il ghiaccio". Nate con l'intento di stimolare la precisione del movimento, soprattutto per quanto riguarda l'appoggio dei piedi che non ammette errori, vengono ora sempre più spesso montate in maniera "truffaldina" per rendere ancora più difficile il movimento. Può essere quindi che la parte della presa con la grana abrasiva sia montata verso il basso in modo da permettere - ad esempio - un aggancio di punta molto stabile. E quando dovrai passare da quell'aggancio ad una fase di spinta in punta sula parte della presa più liscia in assoluto, possiamo solo suggerirti di provare a non respirare per qualche secondo.

 

 

Eddie Fowke @IFSC

Eddie Fowke @IFSC

 

 

Concentrazione di svasi

 

Tra i "compiti a casa" che ogni buon climber dovrebbe eseguire, è sempre un ottimo esercizio provare a leggere i boulder di gara mentre c'è la fase di ricognizione degli atleti. Di solito la loro lettura, già particolarmente complicata, nasconde qualche tranello quando ci si imbatte in un groviglio di volumi montati vicini tra loro.

 

 

Eddie Fowke @IFSC

Eddie Fowke @IFSC