Sei vie o boulder che pochi conoscono con il loro nome originale

In arrampicata sportiva molto spesso una via o un passaggio diventano “realtà”, ovvero vengono adornati di un nome proprio, solo dopo che qualcuno riesce a salirli. A volte succede però che le vie siano talmente estreme da diventare un “caro progetto”, soprattutto per chi le ha chiodate, al quale dare già un nome: è successo a Project Hard a Flatanger, per fare l’esempio di una via, ed è successo al Lappnor Project per chiamare in causa un boulder.

 

 

Una volta liberati, che sia da parte di chi li ha trovati/ chiodati/ provati per primo, che sia da parte di altri arrampicatori che si sono dedicati alla libera del progetto magari dopo anni, può succedere che vengano ribattezzati con un altro nome, sotto l’ispirazione del progetto.

 

 

E d’altronde ancora adesso le falesie più famose offrono a chi ama le sfide impossibili molte vie che sono ancora progetto. Alcuni esempi sono Le Blond project ad Oliana, una via chiodata e fino ad ora provata da Chris Sharma: dedicata a Patrick Edlinger, immaginiamo che non cambierà il suo nome dopo una possibile First Ascent.

 

 

Realization/ Biographie

 

E’ la via a portare “un doppio nome” più celebre al mondo: battezzata Biographie dal chiodatore Jean Cristophe Lafaille, fu inizialmente liberata fino ad una catena intermedia da Arnaud Petit, che la lasciò con il suo nome originale. Dopo che questa prima catena venne rimossa, la via venne di nuovo messa sotto assedio da Chris Sharma, che la liberò per tutta la sua lunghezza nel 2001. Rimanendo fedele alla tradizione degli States per cui spetta a chi libera una via battezzarla, la rinominò Realization: in realtà rimase Biographie per tutti e, come ha ammesso anche lo stesso Sharma, anche lui la chiama quasi sempre così.

 

 

 

Project Hard / Silence

 

In questo caso Adam Ondra ha fatto tutto da solo: l’ha chiodata, l’ha provata riconoscendone subito la difficoltà estrema, l’ha chiamata Project Hard e poi l’ha liberata. Seguendo il momento di ispirazione dei giorni successivi alla First Ascent, ha poi deciso di ribattezzarla Silence, ed è così che è nota al mondo la via che ha rappresentato, ed è ancora, una svolta nella storia dell’arrampicata sportiva.

 

fonte La Sportiva, Adam Ondra

 

 

Lappnor Project / Burden of Dreams

 

La controparte nel boulder di Silence è ovviamente Burden of Dreams, lo storico 9A liberato da Nalle Hukkataival. Anche in questo caso abbiamo seguito i suoi tentativi su quello che, fino alla libera, è stato per tutti “The Lappnor Project”. Un passaggio “dietro casa” per un boulderista come lui abituato a girare il mondo, e che ha scovato questa “perla nascosta” proprio nella foresta finlandese: quattro anni di tentativi che l’hanno portato poi a salire il boulder più duro al mondo. Ed a ribattezzarlo Burden of Dreams, facendo riferimento al documentario sulle riprese del film Fitzcarraldo di Werner Herzog.

 

Nalle Hukkataival, Black Diamond archive

 

 

Dry Nightmare/ Sleepwalker

 

E sempre Nalle Hukkataival aveva battezzato un altro suo durissimo progetto negli Stati Uniti “Dry Nightmare Project”: il passaggio, che si trova nella celebre Red Rock’s Black Velvet Canyon, è stato poi però liberato da Jimmy Webb nel 2018. E, sempre fedele alla tradizione americana per cui chi firma la First Ascent decide anche il nome del passaggio, la linea è stata ribattezzata Sleepwalker, una delle linee più dure al mondo (V16/8C+).

 

 

 

Black 90/ Creature from the Black Lagoon

 

Se negli esempi precedenti entrambe i nomi dei passaggi o delle vie riecheggiavano nelle orecchie dei climber più informati, pochissimi ricorderanno che Creature from the Black Lagoon si chiamava inzialmente “Black 90”. Ribattezzato da Daniel Woods dopo la prima salita nel lontano 2016, si è poi perso completamente ricordo e traccia di ciò che ha rappresentato quando era ancora una sfida nell’impervio mondo dei V16 ancora da liberare.

 

 

 

Soudain Seul / The Big Island assis

 

In realtà non sappiamo ancora come si svilupperà la notorietà di questo passaggio, ma succede spesso che un passaggio pre-esistente come stand start, ovvero the Big Island, mantenga poi lo stesso nome per la sit. Non è quello che ha proposto Simon Lorenzi dopo la prima salita della nuova “versione” con partenza bassa del famoso passaggio The Big Island: Soudain Seul è la sua proposta, 9A il grado suggerito (anche se è già stato rivalutato di Nico Pelorson). Ma proprio sul suo profilo Instagram e sulla rivista di riferimento per l’arrampicata francese Grimper abbiamo già visto fare riferimento a questo passaggio come a “The Big Island assis” e siamo sicuri che per molti resterà questo il nome più accreditato.

 

fonte 8a.nu