La tecnica dell’arrampicata in ambio od omolaterale

Nelle competizioni soprattutto di boulder di ultima generazione assistiamo sempre più spesso a movimenti che ci verrebbe da definire “fuori equilibrio”: in termini tecnici si parla di arrampicata in ambio od omolaterale e si verifica quando abbiamo in appoggio la mano ed il piede dello stesso lato del corpo (mano sinistra e piede sinistro o mano destra e piede destro).

 

 

Ma partiamo con ordine: a dipanare dubbi e tecnicismi ci pensa come sempre Daniele di DP Climbing che, con la chiarezza e competenza che lo contraddistinguono, ci spiega in questo video come apprendere questa tecnica di arrampicata sia fondamentale soprattutto per gli arrampicatori di alto livello. Possiamo dividere il gruppo degli schemi motori in tre tipologie di movimento: l’omologo, l’incrociato e l’ambio.

 

 

Il movimento omologo

 

Quando iniziamo ad arrampicare, tutti noi ci ritroviamo a muoverci molto secondo uno schema motorio omologo: posizioniamo bene entrambe i piedi, ci troviamo in una situazione di equilibrio e poi spostiamo le mani. Questo movimento richiede almeno tre o quattro punti di appoggio e quindi è per sua natura molto stabile: lo sperimentiamo molto in placca o sui muri verticali, ed è anche per questo che è la prima tecnica di progressione con cui ci confrontiamo quando iniziamo ad arrampicare. Una classica figura che rappresenta questo movimento è la posizione a rana, talmente stabile che possiamo utilizzarla anche come buon riposo in una via.

 

 

Il movimento incrociato

 

Con l’aumentare dell’esperienze e delle inclinazioni, iniziamo ad entrare nel mondo del movimento incrociato, che si sviluppa su due o tre punti di appoggio. Quando ci riferiamo a questo movimento, parliamo spesso di “movimento laterale”: ad un appiglio per la mano sinistra corrisponde un appoggio per il piede destro e viceversa. Pian piano ci viene istintivo muoverci così quando ci troviamo su forti inclinazioni: è un movimento che ricerca un discreto equilibrio, anche se non è stabile come l’omologo.   

 

 

Il movimento omolaterale

 

Quando però ci troviamo ad avere sia la mano destra che il piede destro come unici punti di appoggio, tenderemo ad aprirci rispetto alla parete ed a perdere l’equilibrio. Proprio per questo è una condizione molto ricercata dai tracciatori delle gare internazionali: rappresenta molto spesso un passaggio che fa da “filtro”.

 

Tra i tre tipi di movimento è quello meno stabile ed altamente dispendioso a livello energetico: richiede moltissima coordinazione, anche se poi come sempre contribuiscono molti altri fattori psicofisici. La buona notizia è che comunque può essere allenata come qualsiasi altra tecnica di arrampicata. Vediamo come fare.

 

 

Come migliorare nei movimenti omolaterali

 

La coordinazione è una capacità che si acquisisce nel modo più rapido ed efficace quando si è molto giovani, all’incirca fino a i tredici anni. Nonostante ci sono dei metodi che ci permettono di migliorare nelle varie tecniche di arrampicata con determinazione e costanza.

 

I bilanciamenti sono gli aspetti da padroneggiare quando si tratta di movimenti omolaterali: se siamo in strapiombo molto probabilmente prediligeremo un bilanciamento con la gamba libera che passa dietro a quella in appoggio, mentre quando arrampichiamo in placca possiamo sfoderare un elegantissimo bilanciamento in avanti (trovi qui un nostro precedente approfondimento).

 

Per prendere confidenza con i bilanciamenti è necessario fare pratica su terreni che sono per noi molto semplici: quindi inclinazioni non troppo forti e prese da discrete a buone. La nostra concentrazione verso un movimento che sia efficace e naturale non deve essere minata da una prensione che ci reca di per sé già qualche difficoltà. Solo padroneggiando questi movimenti “sul facile” potremo poi passare ad aggiungere punti anche in termini di difficoltà.

 

Per interiorizzare al meglio questa e tutte le altre tecniche di arrampicata, dobbiamo esercitarle tanto e sempre in una condizione mentale e fisica di freschezza e concentrazione. Oltre al muro boulder possiamo provare una serie di esercizi anche al Pan Gullich, come ci mostra Daniele nel suo video, o con un System Wall.