Intervista alla leggenda Fred Nicole, in forma sempre pazzesca su boulder estremi

Fred Nicole è una leggenda dell'arrampicata e del boulder: totalmente all'avanguardia per quanto riguarda l'apertura di passaggi pazzeschi divenuti veri e propri pezzi di storia con il passare del tempo, ha lasciato, e continua a lasciare, un contributo incredibile in moltissime aree europee. Dreamtime è solo il più iconico dei passaggi aperti da lui, ma non dimentichiamo Radja a Branson, il primo 8B+ di boulder della storia, ed innumerevoli First Ascent di linee incredibili a Rocklands, nei Grampians, a Hueco Tanks ed a Bishop.

 

 

Anche Fred Nicole ha da poco superato la soglia dei 50 anni ma il suo livello resta fotonico: è di qualche settimana fa la notizia della salita di "Charon's Obolus" 8B a Murgtal ma, per chi lo segue su Instagram, questa salita rappresenta solo una tra le tante ripetizioni significative che continuano ad arricchire la sua carriera di scalatore. Dopo esserci confrontato con il coetaneo Steve McClure, non vedevamo l'ora di fare due parole anche con lui! 

 

 

Ciao Fred, grazie mille per aver accettato di essere il nostro super ospite di oggi! Ti seguiamo da anni e non riusciamo a smettere di essere ispirati dalle tue salite pazzesche! Prima di tutto come stai?

 

Sto bene, nonostante questa crisi enorme che fa percepire tutto molto precario. Sono molto grato di avere ancora un lavoro con 5.10/adidas per lo sviluppo di nuovi modelli di scarpette, e con Gecko Supply dove faccio lavori di risuolatura e del supporto della E9. Sono anche molto riconoscente per il supporto a Black Diamond e ClimbSkin.

 

 

Questa situazione di emergenza ha portato tutti noi a stravolgere le nostre routine relative all'arrampicata, ed abbiamo notato come, da un certo punto di vista, l'home training  e la necessità di arrampicare vicino acasa abbia portato anche i suoi frutti. Angela Eiter ha recentemente salito il suo secondo 9b rimettendo le mani su un progetto abbandonato per anni e dobbiamo riconoscere che, esattamente come lei, sono molti gli arrampicatori che sono andati a rispolverare i loro vecchi progetti. E' sucesso anche a te? Hai ripreso in considerazione aree boulder dimenticate vicino casa?

 

In Svizzera non abbiamo mai avuto lockdown molto stretti come in Italia o in Francia. Ci sono state e ci sono ancora delle restrizioni principalmente per negozi, palestre, attività legate alla cultura e ristoranti, ma l'accesso alle attività outdoor è sempre rimasto libero, magari con qualche accorgimento relativamente al numero massimo di arrampicatori contemporaneamente. Solo durante la prima ondata alcune grandi aree come St-Loup e Cresciano sono state chiuse, ma il resto era accessibile.

 

Nonostante questo siamo stati tutti molto attenti sul non esporci a rischi inutili, più che altro per non mandare in crisi i servizi di assistenza come ospedali ecc. Vedere persone come Angela Eiter arrampicare vie così estreme in falesie vicino casa è sempre fantastico ed è fonte di grande ispirazione. Io in realtà ho sempre arrampicato molto in Svizzera, e quest'anno a maggior ragione visto che non si poteva viaggiare. C'è da dire che è molto più facile arrampicare vicino casa se abiti in Svizzera o in Austria, un po' meno se abiti in Olanda. A me piace moltissimo arrampicare sempre al "mio" massimo: alcuni stili di arrampicata ora mi si addicono meglio di altri anche per il passare degli anni, ma alla fine quello che conta è che amo arrampicare e amo fare boulder.

 

 

Per quanto riguarda l'allenamento hai cambiato in qualche modo la routine di allenamento, soprattutto durante il primo lockdown?

 

Non mi sono mai allenato moltissimo indoor perchè avevo la possibilità di andare sulla roccia anche in settimana. Abbiamo un piccolo muro a casa, nel caso tutto vada proprio storto e non si possa arrampicare fuori. Ho avuto un infortunio alla spalla che sta lentamente migliorando e quindi sono stato motlo attento con i classici allenamenti di forza e potenza, perchè non volevo sovraccaricarla ulteriormente. Ora sto rincominciando ad allenarmi per riacquisire la forza necessaria a provare alcuni progetti che devo ancora chiudere e che magari posso provare a salire.

 

 

Ok, qundi non hai un tipo di attrezzatura per allenamento specifico, che sia il trave od il Pan Gullich, che per te è immancabile?


Per me è la roccia il miglior strumento per allenarmi.

 

 

E invece per quanto riguarda il passare degli anni, hai dovuto cambiare qualcosa in termini di recupero o di frequenza delle uscite?

 

Ho indubbiamente bisogno di riscaldamenti più lunghi e di riposi completi.

 

 

Come cambia invece l'approccio mentale all'arrampicata con l'età?

 

L'esperienza mi ha portato ad essere più aperto e ad accettare ciò che la vita ti dona e ti toglie continuamente. Cerco di seguire il ritmo e le sensazioni che mi comunica il corpo, senza forzare troppo la mano.

 

 

Le ripetizioni di alcuni dei tuoi passaggi più belli, come Dreamtime, fanno ancora notizia a livello mondiale; spesso arrampicatori di altissimo livello partono dalla parte opposta del mondo per venirli a provare. Come ci si sente a vedere che sono ancora così apprezzati e iconici dell'alta difficoltà?

 

E' davvero molto appagante e Dreamtime è veramente una linea incredibilmente bella. Sono veramente felice per averla trovata ed arrampicata nel lontano 2000. Jacky Godoffe mi disse questo molti anni fa, parlando dell'apertura di nuovi boulder: "E' qualcosa che tu hai avuto la fortuna di trovare ed arrampicare, ma dopo seguirà la sua strada".

 

 

Vediamo che ancora adesso sei sempre alla continua ricerca di linee perfette: solamente un anno fa hai liberato insieme a Giuliano Cameroni "The Legacy", un 9a in Sud Africa. Se si potesse, dove ti piacerebbe andare nei prossimi mesi per scoprire, aprire ed arrampicare linee nuove?

 

Credo che il modo in cui abbiamo potuto viaggiare negli ultimi decenni sia stato un privilegio che forse potrebbe anche tornare, ma che non potrà durare per sempre. Se siete abbastanza fortunati da avere delle rocce vicino casa, fate tutto quello che potete per apprezzarle. L'arrampicata non dovrebbe solo essere vissuta solo in una maniera consumistica, o per lo meno non per me, ma si tratta soprattutto di poter rapportarsi in maniera sana al proprio ambiente e a tutto quello che ci circonda.