Come reagiscono le scarpette di arrampicata alle alte temperature

Le scarpette da arrampicata non amano il caldo: ce ne rendiamo conto da molti fattori, il più “grave” dei quali è l’effetto “scollamento” della suola dalla tomaia. Abbiamo voluto quindi chiedere ad Emanuele Pellizzari, disegnatore e sviluppatore di scarpette da arrampicata con esperienza più che ventennale e Responsabile Prodotto di WildClimb, di darci un suo parere.

 

 

Ciao Emanuele, benvenuto su Oliunìd! Hai un’esperienza impareggiabile in merito alla progettazione delle scarpette da arrampicata: qual è il tuo punto di vista in merito alle scarpette che si deteriorano con il caldo?

 

Ciao e grazie a voi. Il problema esiste ed è spiegabile in termini molto semplici: le scarpette sono formate da un bordo che sale sulla tomaia, al quale viene incollata la suola. Generalmente bordo e suola sono fatte con mescole diverse e per essere assemblate vengono usate delle colle che si attivano a delle temperature variabili tra i 50 ed i 70 gradi, in alcuni casi 80 gradi centigradi. Questa temperatura permette alla colla di diventare adesiva e quindi di unire la suola con la tomaia; se la scarpetta però viene riportata a questa temperatura, la colla si attiva nuovamente, e le due parti si separano.

 

 

Esiste una soluzione a tutto questo?

 

Per quanto riguarda la fase di creazione delle scarpette no, a meno che non si decida di lavorare a temperature ancora maggiori che però sono potenzialmente dannose per i lavoratori sotto vari punti di vista. A noi che arrampichiamo spetta una corretta manutenzione delle scarpette: quando diciamo di non lasciarle in macchina nel bagagliaio, è proprio per evitare l’insorgere di questo tipo di problematiche. In giornate come queste è facile che in una macchina parcheggiata al sole si raggiungano i 50 gradi e, se lasciamo delle scarpette all’interno, il danno è molto probabile.

 

 

Abbiamo parlato di colle, quali sono le tipologie principali che vengono utilizzate e qual è la loro longevità?

 

Ci sono due tipi di colle, una a base neoprenica e una a base poliuretanica. Nella pratica per gli arrampicatori cambia poco: le neopreniche vengono generalmente utilizzate per le scarpette nuove, come una prima base. Hanno una temperatura di attivazione più bassa ma durano molto di più nel tempo, anzi più passa il tempo più l’incollatura diventa tenace. Le colle poliuretaniche invece hanno una temperatura di attivazione più alta e un’incollatura più rapida, ma il legame tende a perdere un po’ di potenza con il tempo.

 

 

C’è un po’ la tendenza a pensare che le cose “di una volta” fossero migliori per le incollature e durassero di più, scarpette comprese: il tuo parere qual è?

 

Per la mia esperienza posso dirti che è vero che le scarpette una volta avessero delle colle più tenaci, ma questo è dovuto al fatto che alcune normative europee degli ultimi anni hanno alzato il livello di sicurezza dei materiali utilizzati, abolendo alcune colle che sono state considerate potenzialmente tossiche. Per quanto riguarda le mescole (ovvero durata della suola), alcuni compound sono effettivamente più morbidi per cui, durano meno.

 

 

Un ultimo consiglio?

 

Per avere la massima longevità delle vostre scarpette, prendetevene cura senza lasciarle esposte al sole o in luoghi molto caldi. Alcuni dei problemi di scollatura che rileviamo in estate sarebbero tranquillamente evitabili con un po’ di attenzione in più da parte dell’utilizzatore.

 

 

Grazie Emanuele a presto!