Cadere è parte integrante dell’arrampicata ed è quindi importante essere consapevoli di cosa succede alla corda dopo che ha assorbito l’urto di una caduta. Black Diamond e Petzl, sempre in prima linea per quanto riguarda i test sulla sicurezza, ci danno importanti informazioni su cosa succede ai materiali e su come dovremmo comportarci noi di conseguenza.
Quando cadiamo da primi, il nostro “volo” genera una forza che viene assorbita sia dai materiali come la corda, l’imbrago ed i rinvii, sia da noi stessi e da chi ci sta facendo sicura. In una frenata poco dinamica ci possiamo rendere conto di quanto questa forza sia elevata dal “colpo di frusta” sulla nostra schiena, dai piedi che si arrestano contro la roccia e anche dalla velocità con cui chi ci sta assicurando viene attirato verso il primo rinvio (ovviamente dipende anche dal peso degli arrampicatori, ma questo influisce solo su chi assorbe più energia rispetto all’altro).
In una caduta dinamica gli effetti sono meno evidenti, ma comunque la corda risulta essere il materiale numero uno nel fattore di assorbimento dell’energia, seguita dall’ultimo rinvio in cui è stata passata. Questo vuol dire che vengono chiamate in causa tutte le sue proprietà relative alla dinamicità: la corda allungandosi reagisce come un elastico, modificando la sua lunghezza e necessitando di un tempo minimo per tornare alle condizioni in cui era prima della caduta. Questo tempo minimo è stato calcolato tra i dieci e quindici minuti (fonte Rock and Ice).
L’ideale sarebbe far riposare la corda il più possibile, evitando di riprovare lo stesso movimento subito dopo la caduta; un’idea può essere quella di scendere e cambiare il capo della corda con cui si sta arrampicando. Black Diamond ha calcolato in questo post come cambiano i carichi massimi sopportati da una corda a seconda che la si lasci riposare meno di due ore, da due a ventiquattro ore o più di ventiquattro ore: il dato più interessante è che il “danno” più alto si ha sollecitando la stessa corda una seconda volta in meno di due ore, mentre eventuali sollecitazioni successive influiscono sempre meno.
Realisticamente pochi di noi hanno la pazienza di cambiare il capo della corda ogni volta che cadono su un tiro, e tutto sommato potrebbero obiettare che non hanno mai notato “nessun grande cambiamento”. Eppure, se non lasciamo alla corda il tempo di ritornare al suo stato “normale”, ovvero di come era prima della caduta, la corda sarà leggermente meno elastica rispetto allo standard. Questo vuol dire che la sua capacità di assorbire l’energia generata dal nostro volo sarà ridotta, generando un’usura sempre maggiore ad ogni ulteriore caduta e lasciando a noi (sia in qualità di arrampicatori che di assicuratori) il compito di dover assorbire maggiormente questo “impatto” con una sollecitazione sempre più forte sulla nostra schiena.
Se ti interessa approfondire più scientificamente e numeri alla mano gli effetti di una caduta sulla corda, ti rimandiamo agli articoli di Petzl e Black Diamond.
ATTENZIONE: Questo articolo è solo a scopo informativo e non pretende di spiegare esaustivamente il corretto funzionamento dei vari attrezzi citati, per cui si rimanda ai rispettivi manuali di utilizzo. La decisione di quando sia il caso di ritirare la corda è responsabilità dell'arrampicatore che ne conosce la storia e l'utilizzo che ne è stato fatto. In caso di dubbio, consigliamo di sostituire sempre l'attrezzatura.
SE RITIENI CHE POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DI SOSTITUIRE LA TUA CORDA, PROBABILMENTE LO E'.
Fonti: Petzl, Black Diamond, Rock and Ice.