Bishop: arrampicare in California nel paradiso del boulder e degli highball

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10/01/2025

 

 

Bishop: arrampicare in California nel paradiso del boulder e degli highball

 

 I massi perfetti di Buttermilk Country, l'area principale di Bishop

Dici “Bishop” e gli occhi di ogni boulderista si illuminano. Situato a metà strada tra il Camp IV e Red Rock, è decisamente uno dei luoghi più in voga per fare boulder in inverno, complici anche la bellezza quasi surreale del paesaggio e la perfezione dei suoi massi. Il clima californiano, spesso caratterizzato da un cielo terso e un’umidità bassissima, permette di arrampicare qui in pieno inverno senza soffrire troppo il freddo. In una regione con un clima così favorevole, l’area boulder principale, ovvero quella dei Buttermilk, non poteva che avere un’esposizione perfetta, trovandosi in pieno sole già alle 8 di mattina; una stranezza per noi che dobbiamo fare i conti con esposizioni talmente problematiche e giornate così corte da fare giusto in tempo a scaldarci, fare due giri buoni e ritirare i pad.

Anche a Buttermilk Country possiamo trovare strutture strapiombanti con forme pazzesche

Bishop – un nome, tante aree boulder 

 

Bishop è in realtà il nome della colorata cittadina che fa da riferimento ai vari settori che quest’area racchiude. Tranquilla, con ottimi bar e pasticcerie, negozi di montagna di ogni genere e l’immancabile Starbuck’s, è la base perfetta per arrampicare in zona. I supermercati e i benzinai della zona ti permetteranno di fare rifornimenti di ogni genere prima delle tue giornate sulla roccia, dandoti il giusto carburante con muffin alla zucca, cookies con gocce di cioccolato e meravigliose torte di mele. Le numerose opzioni di alloggio, di solito centrali al paese, ti permettono di raggiungere l’area di Buttermilk con pochi minuti di macchina, mentre restano un po’ più lontane rispetto ad aree come Happy Boulder e Sad Boulder, che ti consigliamo comunque di visitare. 

Riscadamento al sole in mezzo a un paesaggio da cartolina

Buttermilk Country: il più classico tra i  classici

 

Solitamente si sceglie di prendere le misure con l’arrampicata locale nella super classica area di Buttermilk Country, dove i celebri highball resi famosi da personaggi come Nina Williams, Timmy Kang e Kevin Jorgenson svettano in un paesaggio da cartolina. Percorrendo in macchina la Buttermilk Road, una strada sterrata che porta verso l’area boulder, si percepisce già l’immensità sia di alcuni massi, che del potenziale infinito di questa zona.

 

 

Dal parcheggio principale, indicato sulla guida vicino al settore Roadside, è possibile scorgere i GrandMa e GrandPa Peabodys, due strutture dalle dimensioni impressionanti, dove si trovano alcune delle linee più ardite di tutta Bishop: Evilution, Lucid Dreaming e Ambrosia sono alcuni dei passaggi di cui qualsiasi boulderista ha sentito parlare almeno una volta nella vita!
I settori si susseguono in modo del tutto lineare e omogeneo, dandoti la possibilità di spostarti dai Grandpa a Mandala, da Iron Man, dove troviamo il traverso praticamente perfetto di 6c+, molto più in linea con il nostro stile di arrampicata al mega lancio di Fly Boy.

 

 

La voglia di provare tutto è incontenibile dal primo momento in cui si scende dalla macchina: ma in realtà lo stile di arrampicata che troviamo sulla roccia di Buttermilk non è troppo familiare per noi che arriviamo quasi sempre da gneiss e calcare, e richiede qualche giorno in più per prendere confidenza. Abituati ad arrampicare su tacche, o su stili più atletici con prese buone, potremmo restare traumatizzati dall’impatto con la roccia levigata e le altezze borderline di molti dei suoi massi. 

 

 

La patina liscia che contraddistingue questa roccia risale prima di tutto alla sua storia geologica, e solo in seconda battuta al passaggio degli arrampicatori che hanno fatto di Buttermilk il loro punto di riferimento già a partire dagli anni ’40. L’arrampicata, spesso molto tecnica e di “fiducia” sui piedi, richiede nervi saldi, concentrazione e buona forza di dita: la maggior parte delle linee si sviluppano su muri verticali o leggermente strapiombanti, talvolta seguendo gli spigoli più evidenti dei massi e dando vita, in questo caso, a uno stile di compressione, con tallonaggi e movimenti di spinta. 

 

 

I massi sorgono come per magia su un pianoro costellato da una vegetazione bassa e prati erbosi (più verdeggianti in primavera), dove trovano il loro ambiente ideali arbusti bassi e abituati a piogge scarse, come l’artemisia. Questi cespugli, che durante l’inverno hanno un aspetto piuttosto arido e secco, meritano però tutta la nostra attenzione: la loro salvaguardia è fondamentale per preservare l’ambiente delicato in cui tutti noi abbiamo il privilegio di arrampicare. E’ assolutamente vietato, quindi, camminare al di fuori dei sentieri segnalati, appoggiare crashpad sulla vegetazione, e addentrarsi in settori per i quali è stato previsto il divieto di accesso.

Il paesaggio desertico del Volcanic Tableland, Bishop

Buttermilks Oulying areas: Secrets of the Beehive Area e Brown Wall 

 

Se Buttermilk Main è un’area piuttosto frequentata, ma talmente ampia da permettere a chiunque di trovare il proprio masso su cui “finire la pelle”, i dintorni nascondono aree ancora più selvagge e isolate, dove difficilmente si troverà ressa. La Beehive Area è una di queste meraviglie assolate e silenziose: la camminata di avvicinamento ai massi più interessanti – di circa venti minuti – riesce a dissuadere gli arrampicatori già elettrizzati dalle infinite possibilità di salita nei settori principali di Buttermilk, dove l’avvicinamento è praticamente nullo.

 


Nonostante questo, l’area è magnifica merita una visita: la bellezza di highball iconici come Too Big To Flail ci dà una visione differente su come può essere vissuto il bouldering quando si supera la barriera del “vietato cadere da questa presa in su”. Fortunatamente ci sono anche molti altri passaggi con altezze più accessibili, che permettono a tutti di passare una giornata divertendosi e respirando un’atmosfera pazzesca ovattata da un silenzio totale.

 

 

Oltre a linee semplicemente perfette - e incredibilmente difficili - come la leggendaria The Swarm, in questa zona ci sono anche molti altri passaggi più facili, almeno sulla carta, e con movimenti altrettanto estetici. Esattamente come è necessario fare anche in tutta l’area di Buttermilk Main, è sempre obbligatorio dare un’occhiata alle vie di discesa prima di avventurarsi su linee di questo tipo.
Qui, con un po’ di fortuna, potrete scorgere anche un po’ di fauna locale, soprattutto verso l’ora del tramonto.

Il profilo inconfondibile del settore del Grandpa Peabodys a Buttermilk Main

Volcanic Tableland: Happy Boulder – strapiombi e tanto divertimento

 

Dal panorama aperto e a perdita d’occhio di Buttermilk Coutry, dove solo all’orizzonte si distinguono le cime innevate delle catene montuose che circondano l’area, passiamo a un settore che percepiamo come più “chiuso”, letteralmente incastrato all’interno di un canyon dal taglio netto e ricco di possibilità per arrampicare. 

 


I passaggi sono stati sviluppati sia sui massi caduti internamente al canyon, sia sulle pareti del canyon stesso, quasi sempre strapiombanti o leggermente strapiombanti, con buchi, fessure e spaccature che sono un sogno per chiunque ami uno stile di arrampicata meno “old-school” rispetto a quello di Buttermilk.
Sia Happy che Sad Boulder si trovano lungo dei canyon dalla roccia rossa e molto lavorata che creano tetti, bordi, conformazioni a buchi e qualche placca incredibilmente lavorata.

 

 

Qui il divertimento è assicurato, e la quantità di passaggi è talmente elevata che ci si potrebbe passare tutta la vacanza. La posizione del canyon, che resta protetto dalle piogge dai massicci delle White Mountains da un lato e delle Sierra Nevada Mountains dall’altro, fa sì che quest’area sia particolarmente secca durante tutto il corso dell’anno. Troveremo quindi un paesaggio particolarmente roccioso e arido, privo di vegetazione, con zone sabbiose dall’aria un po’ desertica. 

 


L’orientamento del canyon, che punta dritto verso nord, ti permette di avere sempre un lato all’ombra e uno al sole, in modo da poter scegliere l’esposizione che preferisci in base alle condizioni e alle temperature della giornata. Sicuramente troverai più arrampicatori qui che al Secret of the Beehive: lo stile atletico su strapiombi con prese buone, i traversi, le altezze dei massi quasi sempre più gestibili ne fanno una meta particolarmente apprezzata da arrampicatori di ogni livello.

 

 

Anche qui non mancano comunque massi particolarmente alti, con la particolarità di avere, nella maggior parte dei casi, difficoltà più contenute, e quindi di permettere a chiunque di mettersi alla prova uscendo dalla propria “comfort zone”. La celebre placca di Heavenly Path, boulder simbolo della zona, rappresenta magistralmente la bellezza di queste linee “facili”.

 

 

La particolarità di Happy Boulders è che, arrampicando lungo le pareti del canyon, avrai la possibilità di ribaltarti in cima al canyon stesso, guadagnandoti il privilegio indescrivibile di abbracciare con lo sguardo tutta la bellezza di questa enorme fenditura perfettamente spaccata in due.  La roccia che troviamo a Happy Boulders è una tipologia di tufo: la grana è particolarmente aderente e i tratti dove è lavorata a buchi sono destinati a riempire di gioia le vostre giornate di arrampicata con passaggi di una bellezza indescrivibile.

 

Le strutture imponenti e perfettamente arrotondate di Buttermilk Main

Qualche consiglio logistico

 

 

Le aree boulder sia della zona di Buttermilk Country che delle “Outlying areas” sono raggiungibili tramite strade sterrate e un po’ disconnesse, motivo per cui ti consigliamo di prendere in affitto un’auto che possa affrontare senza problemi terreni di questo tipo. Visto che la pelle va via veloce su questa roccia, dedicare una visita in giornata alla Death Valley è un’ottima opzione per passare una giornata diversa dal solito.

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