Torniamo a parlare di Yoga ed arrampicata: dopo l'approfondimento sulla mobilità articolare del bacino (se te lo sei perso, puoi sempre leggerlo qui), vogliamo affrontare l'argomento dell'apertura delle spalle, così importante per gli arrampicatori. Molti esercizi di riscaldamento e di potenziamento muscolare generici possono apportare benefici visibili al benessere di tutta la parte superiore del nostro corpo, ma lo yoga ha indubbiamente "una marcia" in più nell'aiutarci a migliorare la nostra scioltezza. Ovviamente ne parliamo con Debora di Deb Yoga Climb.
Ciao Debora, ben tornata su Oliunìd! Come procedono le tue lezioni di yoga per arrampicatori online?
Ciao cari, è un piacere anche per me tornare a fare due chiacchiere in vostra compagnia. Le lezioni procedono bene, si è creata una classe appassionata di climbers e mi rendono davvero orgogliosa.
Nell'intervista precedente abbiamo parlato di mobilità articolare del bacino, che è sempre quella che ci salta agli occhi quando, arrampicando, non riusciamo a valorizzare un appoggio molto alto, o a fare dei tallonaggi sensati. In arrampicata parliamo però anche tanto di mobilità articolare della spalla: dalla tua esperienza personale con gli arrampicatori, qual è la percentuale di persone che ha bisogno di "sciogliersi" o meglio ampliare l'ampiezza dei movimenti nella parte alta del corpo?
Da quanto ho avuto modo di osservare direi una buona percentuale. L'arrampicata tende a chiuderti nelle spalle e a chiudere il respiro. È una cosa graduale e le persone non se ne accorgono subito ma solo quando iniziano ad accusare dolori o non se ne accorgono affatto. Diciamo che c'è bisogno di qualcosa che riequilibri i movimenti fatti scalando e quelli della vita quotidiana o peggio ancora sedentaria. Mi spiego meglio: nel quotidiano possiamo trovarci seduti alla scrivania davanti ad un PC ed assumere una posa sempre più protesa in avanti, mentre siamo in metro teniamo china la testa sul cellulare, oppure spostiamo scatoloni pesanti o buste della spesa. Oppure, i cuochi si trovano a sollevare pentole giganti, i fotografi si stringono attorno alla macchina fotografica, eccetera: questi sono solo degli esempi nel quotidiano che evidenziano i movimenti più usuali. Immaginiamo ora un arrampicatore che moltiplica al cubo tutto questo! Nello yoga andiamo ad aprire il torace, aprire le braccia, allungare e riportare questa parte del corpo in armonia con tutto il resto.
Dicci se ci sbagliamo, ma a volte pensiamo di essere al cento per cento della forma e invece una visita da un fisioterapista ci fa notare come non raggiungiamo la massima estensione del braccio o abbiamo delle differenze tra parte destra e parte sinistra (pur non avendo dolori). Anche se lasciamo individuare agli specialisti le cause dei problemi, possiamo azzardarci a dire che a volte questi blocchi abbiano un'origine anche di tipo posturale e che quindi possano essere arginati con dell'esercizio fisico mirato costante? Nelle tue pratiche yoga spesso ti concentri su questo tipo di lavoro: come funziona e cosa fai fare?
Per me l'origine dell'atteggiamento di chiusura si trova all'interno. Il corpo si adatta e si adegua nella sua infinita intelligenza allo stato mentale, quindi ci chiudiamo sempre di più. È una conseguenza, una strategia che viene messa in atto inconsciamente. Il punto è prenderne consapevolezza ed iniziare a muoversi gradualmente e con gentilezza verso l'apertura. Sicuramente se nel tempo abbiamo sviluppato patologie o dolori cronici è bene rivolgersi a chi si occupa di riabilitare il corpo per tornare a muoverlo nei range ottimali, lo yoga ci può aiutare molto perché lavora in sinergia con tutto il corpo nella sua interezza e questo è interessante perché muscoli sono collegati tra loro ed avvolti da un sottile strato di tessuto connettivo, quindi se voglio stare bene lavoro in modo mirato si ma non trascuro tutto il resto.
Per quanto mi riguarda le lezioni sono in prospettiva ad un percorso da fare, chi ha seguito le prime lezioni ha potuto esplorare alcuni esercizi ed asana specifici ma li scelgo in base a chi ho davanti dopo aver ascoltato singola storia personale, poi pian piano che il corpo si scioglie si esplorano nuove combinazioni. I climber con cui ho avuto esperienza hanno avvertito molti benefici ma la pratica è la costanza sono fondamentali e vanno a braccetto con tutto il resto. Venite a provare una lezione così sperimentate di persona quello di cui sto parlando!
Nel nostro immaginario riuscire a fare dei movimenti in cui siamo limitati è associato all'idea di sentire male alla zona interessata: quanto aiuta in questo aspetto la pratica dell'Anukalana Yoga con il suo approccio morbido?
Purtroppo è vero! Infatti ci vuole un pò prima di sganciarsi da questa idea ed iniziare a rilassare, a respirare. Bisogna fare uno switch mentale. Anukalana si distingue per la lentezza, la morbidezza, la fluidità. Si utilizzano anche delle immagini mentali per far comprendere meglio dove si vuole arrivare. Il cervello non distingue ciò che mmaginiamo da ciò che stiamo realmente compiendo quindi il corpo imparerà a seguire ciò che suggeriscono le immagini. Parlando per esperienza personale e quindi da climber che va a praticare yoga me ne sono innamorata a tal punto da seguirne la scuola per aiutare altre persone che come me hanno il desiderio di approfondire determinati aspetti spirituali, mentali e fisici, e scalare con fluidità, libertà e grazia.
Debora, ci vuoi lasciare dei riferimenti per poterti contattare i seguire per approfondire ulteriormente?
