Andrea Rojas: dall'infortunio alla vittoria della prima tappa di Coppa Italia Speed

Andrea Rojas ha ventisei anni e viene da Quito, in Ecuador, ma da molti anni è presente in tutte le principali gare di arrampicata soprattutto del Nord Italia, dove porta avanti i suoi studi universitari. Naturalmente fa parte della Nazionale Ecuador, ed è anche parte del Team Petzl Ecuador: lo scorso anno l'abbiamo vista raggiungere ottimi risultati nei PanAmerican Championship, dove è arrivata seconda nella Speed e quinta nel Boulder.

 

 

Dopo un infortunio che l'ha tenuta ferma qualche mese e con il riaprirsi della stagione delle gare FASI, Andrea è tornata a competere anche nelle gare di Coppa Italia: sabato scorso, nella prima tappa della Speed, ha vinto un duello dopo l'altro, andando dritta sul gradino più alto del podio. Ancora freschi dalle emozioni della finalissima, abbiamo voluto fare due chiacchiere con lei!

 

 



Andrea Rojas ai PanAmerican Champhionships, foto Gabriel Rojas

 

 

Ciao Andrea, siamo felicissimi di fare due chiacchiere con te nel nostro blog! Come stai?

 

Ciao! Grazie mille per avermi contattata per questa intervista, spero di non fare troppi errori grammaticali!;)

 

 

Moltissimi arrampicatori ti conoscono per la tua presenza fissa da anni nei principali circuiti di gare, dai primi esordi ai TCC Piemontesi fino alle tappe di Coppa Italia Boulder e poi alle gare di Speed. Da quanti anni gareggi in quest’ultima disciplina?

 

Ho iniziato ad allenarmi per la Speed più o meno nel 2014, mentre prima facevo più Lead e Boulder. Poi ho avuto un infortunio ai gomiti che mi ha fermato per sette mesi, e per più di un anno non ho potuto fare allenamenti per la resistenza specifica; anche per questo ho deciso di provare la Speed, e mi è piaciuta più di quanto immaginassi! Da lì ho iniziato a migliorare, ad avere risultati internazionali e mi si è aperta la piccola possibilità di rendere il mio sogno possibile: vivere dall’arrampicata e diventare un'atleta professionista. Dopo tutti questi anni sono contenta di aver viaggiato per tanti paesi a fare gare rappresentando l’Ecuador.

 

 

Sabato sera sei riuscita a classificarti al primo posto nella prima tappa di Coppa Italia Speed, con una prestazione pazzesca che ha davvero emozionato chi stava guardando la diretta. Cosa rappresenta una vittoria di questo tipo e verso quali obiettivi ti porta a concentrarti?

 

Mamma mia vincere questa gara è stato molto emozionante ed importante per me! Questa vittoria arriva dopo un periodo molto tosto in cui ho lavorato per recuperare da un infortunio al dito, due mesi nei quali non ho praticamente potuto scalare. In più ho avuto sessioni di esami all’università, e mi sono dovuta riambientare alla vita in Italia, in una città nuova (Milano), dopo aver vissuto gli ultimi due anni in Ecuador, con la mia famiglia vicino. Insomma è stato un mese molto difficile a livello psicologico: essere riuscita a vincere questa gara mi dà tanta motivazione e mi rendo conto che i sacrifici valgono la pena.

 

 

Andrea Rojas ai PanAmerican Champhionships, foto Gabriel Rojas

 

 

Anche se sei giovanissima, ti sei trovata a gestire dei “duelli” con atlete che hanno anche dieci anni in meno: quanto aiuta l’esperienza in gare di questo tipo, soprattutto a livello di “testa”?

 

Il tempo passa, l’età avanza e ogni volta ci sono sempre più giovani talenti che dimostrano di avere un livello molto alto: questo sicuramente è molto bello e positivo per tutte quante, perché ci sprona ad allenarci di più e a non conformarci. Un fattore a mio favore è, come dici tu, l’esperienza, perché in una gara di Speed conta tanto la strategia ed il controllo mentale che riesci a costruirti col tempo. Questa volta devo dire che ero particolarmente in ansia, non sapevo cosa aspettarmi e non mi sentivo in forma, ma alla fine sono riuscita a concentrarmi e a prendere il ritmo della gara.

 

 

Negli ultimi PanAmerican Championship sei arrivata seconda nella Speed e quinta nel boulder. Come ti trovi in questa disciplina e quale stile preferisci?

 

Non mi considero molte forte nel Boulder in realtà, haha! Prima dei Panamericani ho comunque deciso di concentrarmi sulla Speed e Boulder come seconda disciplina (di solito allenavo piu la Lead) ma poi ho iniziato a divertirmi e a vedere i progressi. Alla fine ero molto motivata e riuscire a fare la finale ai Panamericani è stato fighissimo! Non me l’aspettavo. Mi piacciono tanto i blocchi di coordinazione o lanci (come da aspettarsi da una velocista hehe), mentre invece ho un rapporto di amore-odio con i blocchi di placca.

 

 

Foto Ana C Velez

 

 

Chi ti segue su Instagram sa che i tuoi allenamenti si alternano tra Italia ed Ecuador: com’è il movimento verticale nel tuo paese di origine?

 

Ho vissuto quasi cinque anni a Torino per l’università e poi con il Covid ho deciso di tornare nel mio paese, così ho iniziato a lavorare come allenatrice ed allenarmi con un preparatore dell’atletica. In Ecuador c’è tanto talento ma mancano il livello, le strutture e che ci sia più gente che arrampichi. Rispetto a qualche anno fa c’è sempre più gente che prova ad arrampicare ed i giovani iniziano a motivarsi di più per gareggiare, ma c’è veramente tanto lavoro da fare. Infatti ho deciso di tornare in Italia anche per questo: so che posso aiutare tanto nel mio paese ma so anche che forse sono i miei ultimi anni come atleta e per arrivare ad un buon livello mondiale, dovevo uscire dalla mia zona di comfort ancora una volta.

 

 

E com'è stato tornare in Italia?

 

L’Italia ormai è come la mia seconda casa quindi ci si sente bene a tornare. Come atleta è perfetto: mi aiuta tanto poter partecipare a gare come la coppa Italia, allenarmi con atleti italiani che hanno buon livello e mi danno la motivazione per allenarmi più forte e migliorare. Sono anche molto grata al Rockspot che mi dà la possibilità di allenarmi lì e lavorare con Andrea Luxich allenatore di Speed che mi sta aiutando tantissimo.

 

 

foto Gabriel Rojas

 

 

Sulla roccia preferisci arrampicare sui boulder o in falesia?

 

La falesia sicuramente! Amo la Lead, è forse il mio amore non corrisposto (non so se si dice così).

 

 

E per quanto riguarda l’Ecuador, quali sono i tre posti che tutti i climber dovrebbero vedere almeno una volta della vita?

 

Non potete perdervi El Acantilado (la miglior falesia del nostro paese sia per il numero di vie che per il panorama: si trova di fianco alla montagna più alta dell’Ecuador: Chimborazo). San Fernando è la miglior zona di Boulder al sud del paese e poi c'è Cojitambo, una falesia storica, il miglior posto per arrampicare e divertirsi. In generale l'Ecuador è perfetto per il turismo, perché con pochi soldi e giorni giri tutto il paese (piccolo ma bello).

 

 

Andrea Rojas, foto Sara Grippo

 

 

Grazie Andrea! In bocca al lupo per le prossime gare!