La programmazione lineare dell'allenamento in arrampicata sportiva

La programmazione lineare è una delle più diffuse e sperimentate tra gli arrampicatori: sono moltissime le ragioni che hanno portato all'attuazione di questo tipo di pianificazione nell'allenamento, come ad esempio la semplicità del suo principio di base. Oltre ai nostri soliti manuali come Jollypower, siamo andati anche a ripescare il video di Daniele di DP Climbing che ci spiega in maniera come sempre chiarissima questo tipo di programmazione.

 

 

 

La programmazione dell'allenamento

 

La programmazione dell'allenamento può essere lineare, a blocchi e non lineare: come dicevamo la prima è quella più conosciuta e la sua "evoluzione" all'interno del mesociclo è nota bene o male a tutti. Iniziamo con un periodo di alto volume e bassa Intensità per arrivare alle ultime settimane di basso volume ed alta intensità (in maniera ovviamente graduale). Questo sistema è perfetto da utilizzare quando abbiamo ben chiaro il nostro grado massimo in falesia, ad esempio, e vogliamo provare a vedere se dopo questo ciclo di sei settimane riusciamo ad alzarlo di mezzo grado

 

 

Molto spesso però la sua attuazione "alla lettera" è meno semplice del previsto, motivo per cui ci ritroviamo a cambiarne alcuni parametri e a non sapere più se possiamo ancora verificare la sua efficacia. Questo problema è ben noto ad esempio a Fabio Palma che, nel libro "Allenare i giovani all'arrampicata sportiva" racconta come abbia dovuto "abbracciare" altri tipi di programmazione per via delle continue gare che i suoi atleti dovevano affrontare in determinati periodi dell'anno.

 

 

 

 

Pro e contro della programmazione lineare

 

Non si tratta solo di un "problema" per gli atleti di alto livello: qualsiasi arrampicatore che durante il fine settimana voglia provare qualche tiro al limite, vedrà che su di sé questa programmazione mostra dei limiti. Se la prima settimana prevede un allenamento molto sotto al nostro limite massimo, questo vale anche e soprattutto quando andiamo ad arrampicare fuori. Inoltre "fare volume", come tutti sappiamo, sfianca anche l'arrampicatore più agguerrito ed inevitabilmente dobbiamo già mettere in conto che per qualche settimana non saremo in forma.

 

 

Molto spesso facciamo anche l'errore, e noi ci mettiamo nel gruppo, di fare una programmazione lineare nell'allenamento a secco (ad esempio sulle trazioni) e di aspettarci come ritorno finale un mezzo grado in più in falesia. Quando applichiamo queste programmazione a degli esercizi che non prevedono anche il gesto dell'arrampicata, dobbiamo sempre ricordarci che la trasformazione sulla roccia è poi ancora un capitolo a parte. Probabilmente alla fine del mesociclo avrò alzato il mio massimale nelle trazioni, ma non per questo potrò dire di essere nel pieno della forma in falesia.

 

 

Per chi è adatta

 

Come sottolinea anche Daniele, questa programmazione si presta molto bene a:

-chi vuole essere in forma in un determinato periodo dell'anno, che non coincide con il fine settimana in arrivo

-chi può allenarsi in una palestra con una varietà di vie o boulder molto ampia, e può allenarsi quindi su dieci vie dello stesso grado senza doverle ripetere

-chi ha la possibilità di allenarsi od andare ad arrampicare tre volte a settimana

 

 

Per tutti gli altri arrampicatori che non hanno questa disponibilità di tempo infrasettimanale, che magari arrivano in palestra già mentalmente stanchi da una giornata di lavoro, che vogliono andare a scalare fuori il fine settimana e plausibilmente "divertirsi", sono forse più consigliabili altre programmazioni come ad esempio quella a blocchi.