Intervista a Marcello Bombardi: dalla falesia alla Coppa del Mondo, un viaggio nell’arrampicata a 360 gradi

Marcello Bombardi è uno degli arrampicatori più poliedrici del panorama italiano: basta dare un’occhiata al suo profilo Instagram per vedere alternarsi boulder mediamente sull’8B, vie che viaggiano intorno ai 9a di Flatanger (l’8c flash non è meno da notizia) e gare di Coppa del Mondo.

 


Abbiamo voluto fare una chiacchierata con lui intanto per chiedergli del suo recentissimo viaggio a Flatanger e della tappa di Coppa del Mondo Lead a Briançon e poi per saperne di più sui materiali che sceglie di utilizzare per i suoi progetti così diversi tra loro.

 


Ciao Marcello, è un piacere averti nel nostro blog! Vie estreme, boulder su roccia e competizioni: un sacco di progetti diversi tra loro! Visto che siamo appassionati di scarpette, ci racconti qualcosa su quali modelli scegli di usare nei vari contesti?

 

Il piacere è mio! Sì, come potete vedere mi piace variare tra le varie specialità dell'arrampicata sportiva! Ognuna, con le sue particolarità e caratteristiche, ti permette di cimentarti nello stesso sport ma sempre in situazioni completamente diverse. Alle situazioni diverse bisogna ovviamente approcciarsi in modo adeguato se si vogliono ottenere risultati al proprio limite o anche solo per godersi al meglio l'attività. Questo comporta l'uso di un'attrezzatura adatta e la scarpetta è il tema sempre più discusso. 


Personalmente mi trovo molto meglio con delle scarpette morbide, forse dovuto al fatto che passo tanto più tempo in palestra dove i grandi appoggi svasi e le pareti strapiombanti rendono più difficile l'uso di una scarpetta rigida. Da qualche anno fa in avanti ho fatto principalmente affidamento a Solution e Futura. Le prime per l'arrampicata outdoor, essendo un po' più rigide e quindi precise sui piccoli appoggi della roccia, e le seconde per l'indoor, con la loro estrema completezza, la costruzione no-edge e un tallone più sensibile preciso. 


 

 

Dacci un parere super tecnico: hai già provato le nuovissime scarpette Theory e Solution Comp?

 

Certo, appena sono usciti i nuovi modelli La Sportiva ho subito voluto provarli e sono rimasto positivamente colpito. Nelle nuove Solution Comp hanno apportato un tallone più affusolato che le rende performanti veramente su tutti gli aspetti. Ultimamente le ho sempre usate su roccia, sia su vie che su boulder, e non mi hanno mai deluso. Le Theory invece sono il modello più morbido della casa e si prestano perfettamente per adattarsi sulle superfici dei grandi appoggi svasi delle palestre senza perdere comunque struttura sul tallone e in punta. Penso quindi che userò sempre di più le Theory nelle competizioni, affiancandole a volte alle Solution Comp o alle vecchie e fidate Futura nei casi in cui il muro sia più verticale. 

 


Parlaci del viaggio a Flatanger! Abbiamo visto che ti sei tolto "qualche soddisfazione" tra una salita flash di un 8c, e Thor's Hammer, 9a/+! Che stile di arrampicata troviamo in questa mitica grotta?

 

Il viaggio a Flatanger è stato spettacolare! Avevo aspettative abbastanza alte prima di partire, create con i vari video su internet o ai racconti degli amici che c'erano già stati, ma sono comunque state superate. La scalata è fantastica, con una roccia sopraffina che crea delle prese incredibili e così ergonomica che non pela mai la pelle. L'ambiente e il paesaggio è quello tipico della natura norvegese... circondato dai fiordi e immerso nel verde insieme ad alci e qualche umano.


Le vie generalmente sono molto lunghe ma boulderose, tutte caratterizzate da una sezione dura dietro l'altra con degli ottimi riposi in mezzo. Io non sono un amante delle vie molto lunghe ma mi sono abituato in fretta. Generalmente il difficile è nella prima metà delle vie e per fortuna non sono mai caduto sugli ultimi metri dei viaggi da 40, 50 o 60 metri!

 

In quanto a realizzazioni sono rimasto molto soddisfatto! Sono riuscito a chiudere tutte le vie, le più spettacolari e classiche della grotta, che mi ero posto come obiettivo. Gli highlights della vacanza sono stati "Nordic plumber" l'8c flash di 50 metri in cui sarò rimasto appeso per almeno 45 minuti e "Thor's hammer", la mia via più dura finora, valutata 9a/+.


 

Come attrezzatura cosa hai portato con te per questo viaggio?

  

Essendo per la maggior parte vie molto lunghe è necessario mettere in valigia molti rinvii, soprattutto se si vogliono lasciare montati alcuni tiri durante la vacanza. Ho portato con me una decina di rinvii Grivel Alpine Plume, che con la loro estrema leggerezza sono ottimi per tentare qualche via a vista senza i rinvii già posizionati in parete, e altri 15 rinvii Grivel All-Round Alpha, robusti e comodi da mungere quando si devono lavorare le sezioni dure delle vie.


Come corda invece ne ho portata una comune da 80 metri e diametro sui 9 mm. Le vie sono molto lunghe ma il terreno segue il tetto della grotta e in alcuni casi si cambia anche corda a metà tiro e quindi 80 metri sono sempre più che sufficienti. Abbiamo anche portato 20 metri di corda statica da lasciare appesa a metà di un tiro. In questo modo potevamo risalirla con le jumar e andare a provare più velocemente e facilmente la seconda parte della via.

 

 

Ti abbiamo anche visto in gara nella Coppa del Mondo Lead a Briançon, dove ovviamente si è cercato di mettere la sicurezza al primo posto. Ogni atleta ha gareggiato con la propria corda: tu quale preferisci per l'indoor e come ti è sembrato il clima in generale?

 

E' stato bello ritornare su un campo di gara e soprattutto a Briancon, una delle tappe più prestigiose del cir:uito di Coppa del Mondo. La gara di quest'anno è stata ovviamente particolare per tutta la situazione a contorno: molte nazioni non sono riuscite a gareggiare, avevamo un tempo ristretto per scaldarci sul pannello in modo da mantenere un certo distanziamento, dovevamo quasi sempre tenere la mascherina, ecc... La maggior parte degli atleti ha comunque apprezzato l'impegno degli organizzatori a mantenere viva la competizione. Probabilmente sarà l'unica gara internazionale dell'anno, e forse proprio per questo c'è stato anche un altissimo riscontro dal pubblico: il numero incredibile di 5000 persone, tutte con mascherine, ha obbligato la chiusura dei cancelli.


Una delle misure precauzionali imposte è stata appunto quella dell'uso di una corda personale o di squadra (opzione scelta dalla nostra federazione), essendo questa un punto critico per il controllo del contagio tra le varie persone che la toccano e soprattutto gli atleti che la mettono in bocca per moschettonare. Il regolamento imponeva una corda da 60 metri con un diametro tra i 9 e 10 mm, caratteristiche che sono generalmente le più comuni per le corde da indoor e anche quelle che personalmente preferisco.

 


Abbiamo parlato di falesia e di competizioni, ma abbiamo visto che non di rado ti aggiri tra i massi con risultati non meno eccezionali. Fionnay e Champorcher sono state tra le tue ultime mete: quali sono le tue aree estive preferite? 


In realtà al boulder outdoor mi dedico molto più spesso d'inverno quando finisce la lunga e impegnativa stagione agonistica della difficoltà e passare le giornate a saltare tra un masso e l'altro è molto rilassante mentalmente. Nei mesi freddi è anche più facile trovare buone condizioni per scalare su blocchi, soprattutto nelle zone vicino casa. Se però dovessi scegliere delle aree estive preferite indicherei proprio Champorcher (Valle d'Aosta) e Fionnay (Svizzera). La prima per me è l'area "di casa", quella comoda e veloce da raggiungere, con molti blocchi duri e comunque estetici, dove sono andato a volte anche solo per delle sessioni veloci di allenamento al fresco invece che al caldo della palestra. Nella seconda invece, a Fionnay, sono stato solo una volta ma il paesaggio di quella valle mi ha colpito e affascinato subito. Non vedo l'ora di aver l'occasione di tornarci!



Grazie Marcello, a presto!!



marcello bombardi

Credits: Marcello Bombardi

 

 

27 agosto 2020