Dieci momenti delle Olimpiadi che ricorderemo per sempre

Il 2021 è stato l’anno delle Olimpiadi: nonostante i pro ed i contro della prima ed unica edizione delle Olimpiadi con la formula combinata, è stato uno spettacolo che tantissimi arrampicatori hanno atteso a lungo, e che li ha tenuti incollati agli schermi per quattro giorni consecutivi. Per chi è riuscito a guardarsi le otto ore di diretta delle qualificazioni e poi delle finali, sono tanti i momenti che meritano di essere ricordati. Tra rammarico, incredulità, disappunto e lacrime di gioia, ecco i dieci momenti delle Olimpiadi che noi abbiamo scelto come i più memorabili.

 

 

Laura Rogora che sale il terzo boulder flash

 

Come dimenticare il turbine di emozioni che ha accompagnato la gara di Laura Rogora? Nonostante un inizio abbastanza in salita dopo i risultati della Speed, la speranza di vederla in finale era ancora molto alta: nel Boulder e nella Lead avrebbe potuto ribaltare la situazione. Il primo boulder la mette in difficoltà con una lettura del passaggio in entrata non troppo intuitiva: e quando, allo scadere del tempo, Laura capisce come avrebbe potuto affrontarlo e salirlo, l'amarezza prende il sopravvento. Dopo un top "mancato" per pochissimo sul secondo boulder, Laura ci regala l'emozione della salita flash sul terzo problema, dove pilastri come Shauna Coxsey e Brooke Raboutou inciampano. Purtroppo non basterà a portarla nelle Finali, ma per tutti i suoi supporter vuol dire moltissimo: mai, mai e poi mai perdersi d'animo.

 

 

 

 

L’entusiasmo di Ondra per il terzo posto della Speed

 

Impossibile negare che le Finali maschili non siano state quelle più imprevedibili ed appassionanti. Per una serie di circostanze tra cui l'infortunio di Bassa Mawem che non si presenta per il duello, e la falsa partenza di Colin Duffy, Adam Ondra si ritrova in un men che non si dica a combattere per il terzo e quarto posto. E tanto è il suo entusiasmo per un risultato che comunque non contava di raggiungere, che riesce anche a fare il suo miglior tempo, 6'86. La sua gioia è fuori controllo ed altamente contagiosa!

 

Narasaki scivola nella Speed

 

E se ad Adam Ondra nella Speed vanno tutte dritte, non si può dire lo stesso per Tomoa Narasaki che, nella sua specialità, scivola in partenza, proprio nel passaggio che è conosciuto dagli appassionati di Speed come la "Tomoa's Skip". E' il momento in cui si sente che qualcosa di pazzesco potrebbe succedere, perchè il giovanissimo Alberto Gines Lopez chiude con una preziosissima prima posizione.

 

 

 

 

 

Il tifo di Ondra per Jakob Schubert

 

Ovviamente è nell'ultima disciplina in gara, la Lead, che i sei finalisti si giocano il tutto per tutto, con una classifica che non lascia intravedere ancora nessuna certezza sul risultato finale. Ad ogni uscita e ad ogni presa abbiamo tutti il fiato sospeso, ma non gli atleti che hanno già dato tutto e che si trovano seduti sul "divanetto" del podio a guardare il finale di gara. Ed è così che Adam Ondra ci dà ancora una volta un esempio di grandissima sportività e vera passione per questo sport. E' proprio lui che, presa dopo presa, tifa sempre più forte Jakob Schubert, nonostante sappia che il sogno di una medaglia si fa sempre più irraggiungibile. Indimenticabile. 

 

 

Jakob Schubert che raggiunge il top della Lead

 

Ed è così, come possiamo leggere dal volto di Adam Ondra, ma anche dal tifo del pubblico, che Jakob Schubert sale nonostante la stanchezza, combatte presa dopo presa per non cedere e non c'è dubbio: la linea sullo schermo che ci rappresenta le prese raggiunte dagli altri finalisti ci indica che li sta superando tutti. E arriva primo nella sua specialità: la sua gioia è travolgente e cerca, ancora da in cima alla via, una risposta alla sua ed alla domanda di tutti noi: "ma in termini di classifica combinata, come siamo messi a questo punto?". Da favola, perché il suo primo posto nella Lead lo porta ad uno storico terzo posto nella classifica finale. 

 

 

 

 

Le lacrime di Alberto Gines Lopez

 

E mentre lui festeggia ancora legato alla corda, c'è un altro ragazzo seduto sul divanetto della Finale che non può credere a quanto è successo. Un giovanissimo Alberto Gines Lopez diventa il primo arrampicatore a vincere la Medaglia d'oro alle Olimpiadi di arrampicata sportiva. Mani sul volto, lacrime di commozione e tanta incredulità. Un risultato che sarà in parte criticato ma che intanto ci godiamo con la sua spontaneità e freschezza.

 

 

Aleksandra Miroslaw record mondiale Speed

 

E passiamo, ma solo per questioni cronologiche, alla Finale femminile. Sarà tutto un ribaltamento di programmi come per quella maschile? Ovviamente ora che sappiamo già chi è alito sul podio possiamo dire che non ci sono stati grossi colpi di scena, ma comunque fino alla disciplina del Boulder la gara era tutta da giocarsi. Si parte ovviamente con la Speed dove Aleksandra Miroslaw sigla il record mondiale femminile con 6.84 secondi: e possiamo dirlo, a livello personale lei ha già vinto!

 

 

 

 

Brooke Raboutou: finale boulder non al top

 

Se c'è un'atleta che ci ha commosso per rammarico e delusione è Brooke Raboutou. Nonostante nella specialità del Boulder abbia comunque concluso in seconda posizione, la trafila di top che le sono praticamente scivolati dalle mani ha rappresentato una pressione mentale e psicologica molto alta. L'incertezza sul quanto potessero valere quelle zone ed il rammarico per il suo settimo posto nella Speed l'hanno messa talmente alla prova che è arrivata a gareggiare nella Lead spossata e poco concentrata: caduta a metà via per un errore di posizionamento, archivia il sogno podio tra lacrime agli occhi e un evidente disappunto.

 

Il rammarico di Jessica Pilz

 

Mood simile a Brooke Raboutou anche per Jessica Pilz: come per l'atleta americana, anche il suo inizio gara non è stato quello che si sarebbe aspettata, con un sesto posto nella Speed che pesa da subito moltissimo. La gara di Boulder si fa tosta, solo Janja Garnbret riesce a raggiungere i top dei primi due boulder e, per tutte le altre, la gara si gioca in numeri di tentativi sulle zone. Una situazione snervante e che vede allontanarsi sempre di più il sogno di un posto sul podio per la giovane atleta austriaca, che chiude al quinto posto nel Boulder con tanta amarezza ed anche un pizzico di rabbia.

 

 

 

 

La perfezione di Janja Garnbret

 

E se è vero che tutti i pronostici erano a suo favore, c'è da tenere in considerazione anche l'aspetto psicologico e la pressione di un pubblico mondiale perfettamente consapevole che il suo livello in gara è ottomila gradini più avanti di tutte le altre finaliste. Ma Janja Garnbret non ha nessun tipo di problemi né sul muro, né a livello mentale ed esce già concentratissima e con un'ottima prestazione nel turno di Speed, dove non è la favorita. Ed è nel Boulder che ci regala lo spettacolo che tutti aspettavamo: è l'unica atleta a salire i primi due boulder, archiviando il primo posto nella specialità ben prima di finire la gara. Ma nonostante questo non rinuncia a provare anche l'ultimo problema, insegnandoci la sportività e, tra l'altro, raggiungendo anche in questo caso la zona senza alcuna difficoltà. Quinta nella Speed, prima nel Boulder e pazzescamente prima anche nella Lead: una gara perfetta, ad inconorazione di una serie di stagioni di gare con risultati alieni.