Cosa intendiamo per vie lunghe o multipitch

Andrea Basso, Guida Alpina del Veneto, ci aiuta a chiarire le differenze tra arrampicata sportiva, tradizionale ed alpinistica, approfondendone gli aspetti legati alla sicurezza. Introduciamo quindi una serie di post dedicati alle vie lunghe, che comprenderanno l'attrezzatura, i nodi e le tecniche di progressione, partendo dalla definizione di questo tipo di arrampicata.

 

 

Cosa intendiamo per vie multi-pitch e in quali tipologie possiamo trovarne?

 

In falesia la nostra arrampicata si svolge nel monotiro: iniziamo ad arrampicare con i piedi per terra e arriviamo alla sosta (la nostra “catena”) al massimo a 35-40 m, da qui il nostro compagno ci cala mediante il freno che ha all'imbragatura. Quando si vuole estendere la propria avventura a più tiri di corda allora si comincia a parlare di multi-pitch o di vie lunghe. Ovviamente le tecniche di sicurezza e di gestione della corda (a volte anche la corda stessa) possono essere molto diverse da quelle che si utilizzano nel monotiro della falesia.

 

 

La prima grande distinzione da fare è tra vie sportive e vie alpinistiche (o trad), anche se a volte questa distinzione non è così netta poiché sono attrezzate in modalità mista. Le vie multipitch sportive sono attrezzate (soste e protezioni da progressione) con ancoraggi da perforazione (con espansore meccanico o con ancoraggio chimico) e normalmente la distanza tra gli ancoraggi non supera i tre – quattro metri. Le vie alpinistiche sono invece itinerari multitiro ove gli ancoraggi sono realizzati medianti chiodi piantati nelle fessure naturali della roccia e che normalmente richiedono un'integrazione con protezioni veloci (friend, dadi, camalot).

 

 

Parliamo delle vie multipitch sportive: quali manovre dobbiamo padroneggiare che non siano già inerenti a delle normali vie di monotiri in falesia?

 

Il primo ragionamento è dato dal tipo di corda che si decide di utilizzare: mezza corda o corda intera. Poi si passa alla scelta del freno, il collegamento degli ancoraggi di sosta, l'autoassicurazione e quindi al sistema di recupero del compagno di cordata. Un'altra manovra da saper svolgere correttamente è la discesa in corda doppia sia perché potrebbe essere necessaria nell'itinerario di discesa che per un'eventuale discesa dalla via a causa del maltempo.

 

 

Per quanto riguarda gli itinerari alpinistici invece, con quale materiale dobbiamo integrare il nostro kit di arrampicata?

 

Negli itinerari alpinistici, soprattutto, è molto importante reperire più informazioni possibili sullo stato degli ancoraggi presenti; solo in questo modo posso decidere quale attrezzatura portare. La lista completa è veramente lunga: martello, chiodi da roccia, friend, una serie di dadi, qualche fettuccia da 80 cm, una da 120 cm e una da 180 cm, rinvii con fettuccia lunga, freno, piastrina, moschettoni a ghiera piccoli e grandi.

 

 

Dal punto di vista mentale stiamo parlando di due sport completamente diversi o, una volta che si padroneggiano le tecniche di manovra ed una certa tranquillità mentale, viaggiano abbastanza in parallelo?

 

Ovviamente è un discorso abbastanza lungo e articolato perché le differenze tra gli itinerari possono essere veramente molte, ritengo comunque che le due attività abbiano livelli molti diversi, sia per quanto riguarda la quantità di conoscenze tecniche che per la consapevolezza richiesta. Di solito si fa esperienza in falesia, poi si sperimentano diversi itinerari multipitch sportivi e solo allora si passa alla vie alpinistiche. Per facilitare questo percorso di crescita nelle nostre pareti stanno nascendo sempre più itinerari a chiodatura mista (sportiva e alpinistica), anche se a volte vengono attrezzati con un numero di protezioni troppo elevato, non permettendo così all'arrampicatore una reale crescita alpinistica.

 

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono semplicemente delle linee guida: prima di cominciare a scalare è importante essere seguiti nell'apprendimento delle manovre base da esperti qualificati. Inoltre l'articolo non pretende di essere esaustivo per quanto riguarda il corretto funzionamento dell'attrezzatura illustrata, per cui si rimanda ai manuali d'uso. Questo articolo è parte di una serie sulla sicurezza verticale.

 

Foto di copertina: Lionel Del Piccolo