Allenarsi per l'arrampicata con i circuiti

Qualsiasi palestra di boulder con uno sviluppo sufficiente di superficie arrampicabile è strutturata con un muro dedicato all'arrampicata su circuiti. Sono sempre stati particolarmente apprezzati dai falesisti alla ricerca di un allenamento la cui intensità li preparasse alla roccia con uno sforzo molto simile all'arrampicata su corda. Nonostante l'evoluzione pazzesca delle altre discipline dell'arrampicata che hanno portato le palestre a modificarsi ed aggiornarsi di continuo, i circuiti esercitano sempre un solido strumento di allenamento su una resistente nicchia di climbers.

 

 

Visivamente il muro circuiti colpisce per la quantità e per la vicinanza tra loro delle prese di ogni forma e dimensione: per questo ha la prerogativa di attrarre a sé anche gli arrampicatori neofiti che magari faticano a divertirsi sui boulder dove riescono a connettere pochi movimenti per volta.

 

 

La quantità di appigli e appoggi disponibili permette di trovare "una via di fuga" nel caso in cui non si riesca a fare un determinato movimento; la presenza sempre molto rassicurante di prese "salvavita" dà una certa fiducia nel salire verso l'alto anche a quegli arrampicatori non ancora a loro agio con le cadute sul materasso.

 

 

Oltre ad essere particolarmente "appetibili" da una grande quantità di arrampicatori, i circuiti rappresentano anche un ottimo metodo di allenamento per gli arrampicatori esperti che hanno progetti impegnativi in falesia. Il loro sviluppo, la possibilità di poterli concatenare infinite volte con altri circuiti - o di poterli ripetere senza dover necessariamente scendere a terra - sdogana una serie impressionante di variabili al semplice "seguire i numeri".

 

 

Come funzionano i circuiti?

 

Anche se ogni palestra adotta un sistema proprio di gestione dei circuiti, in linea di massima possiamo darti alcune linee guida che ti aiuteranno a capirne meglio il funzionamento. A differenza di qualche anno fa i boulder sono ora visivamente ben individuabili grazie alla scelta - ormai condivisa all'unanimità - di utilizzare prese dello stesso colore e della stessa tipologia per ogni passaggio. I circuiti non seguono questo tipo di tracciatura per colore, anche perché molto spesso possiamo trovare la stessa presa utilizzata per circuiti diversi. Ecco quindi il motivo per cui i circuiti sono contrassegnati con dei numeri consecutivi dall'inizio alla fine (top).

 

 

 

 

Come mi destreggio tra numeri e colori?

 

Solitamente all'altezza della prima presa troviamo un nastro dove i tracciatori hanno indicato la difficoltà espressa come se fosse una via in falesia ed il numero dei movimenti totali. L'alternanza delle mani deve sempre essere destra / sinistra: questo particolare, che sembra ovvio ai più, deve essere tenuto in considerazione quando decidiamo di accoppiare su una determinata presa - ad esempio per riposare. Ripartendo con la mano sbagliata, possiamo trovarci a inseguire degli incroci improbabili o movimenti del tutto fuori equilibrio.

 

 

Se quindi scelgo un itinerario che ha un nastro bianco sulla presa di Start (ad esempio "GAIA, 5B, 25 movimenti"), procederò cercando i numeri seguenti contrassegnati dallo stesso nastro. Quasi sempre ogni numero è accompagnato da una freccetta, che mi indica la direzione in cui troverò la presa successiva. Dare un'occhiata alla sequenza delle prese prima di partire è fondamentale per non ritrovarci completamente cotti dopo i primi movimenti e le relative incertezze sulla direzione da seguire. Un ottimo escamotage per ovviare al problema del "ma dove mai sarà la prossima presa?" è alternarsi con un compagno di circuiti che, munito di bastone telescopico, ci indica con prontezza verso dove dobbiamo virare.

 

 

Dove metto i piedi?

 

In questo caso è bene chiedere ad ogni palestra quale sia la regola di base: in generale è probabile che potrai notare - lungo tutto lo sviluppo del muro - degli appoggi molto piccoli senza nastri. Questo potrebbe essere un segnale che i piedi sono "liberi" ma solo sugli appoggi, mentre non possono essere messi sulle prese che usiamo per le mani (anche per salvaguardarne il grip).

 

 

In altri casi vige la regola dei "piedi obbligati", ovvero dobbiamo utilizzare le stesse prese sia per le mani che per i piedi (il sistema che trovi con il nome "Feet Follow Hands" nel MoonBoard). All'opposto troviamo la prassi dei piedi "liberi": puoi metterli ovunque, sia sulle prese per le mani che sugli appoggi più piccoli. Nelle palestre con la tracciatura più attenta è anche possibile trovare un doppio grado per ogni circuiti: uno rappresenta la difficoltà con i piedi liberi, ed una con i piedi obbligati (ad esempio: "6B piedi obb, 6A piedi liberi). Insomma, non ci resta che chiedere ai tracciatori.

 

 

Alcuni suggerimenti per chi inizia

 

Se arrampichi da poco o se comunque frequenti da poco le palestre di arrampicata, possiamo darti qualche consiglio per poter sfruttare al meglio il potenziale del muro circuiti. Come abbiamo già detto, vale assolutamente la pena provare un circuito che ci ispira utilizzando, almeno nei primi tentativi, qualche presa in più - magari come intermedio - o qualche appoggio per i piedi in più (nel caso in cui non siano liberi).

 

 

Se hai un progetto sul muro circuiti e - per esempio - ti piacerebbe riuscire ad arrivare alla fine del 6c senza cadere, puoi suddividerlo in sezioni da provare separatamente. Un circuito di trenta movimenti può trasformarsi in tre sezioni di dieci movimenti, da provare con dei buoni riposi tra loro. Solo quando riuscirai a fare tutte e tre le sezioni avrai buone possibilità di completarlo tutto partendo dall'inizio.

 

 

Per chi ha una minima base di arrampicata nelle braccia, il muro circuiti rappresenta anche un ottimo strumento per il riscaldamento. Non di rado infatti vediamo boulderisti eseguire prima dei movimenti facili al muro circuiti per poi "dare tutto" sui movimenti più intensi dei boulder. In questo caso dobbiamo scegliere dei circuiti per noi facili, dove non ci "acciaiamo", oppure arrampicarne solo alcune sezioni sulle quali sappiamo di essere a nostro agio.

 

 

 

Disclaimer. I suggerimenti proposti in tutti gli articoli sul training non pretendono di essere esaustivi; avendo carattere solamente informativo, non sostituiscono in nessun modo il parere di trainer ed istruttori di arrampicata. Gli allenamenti per l’arrampicata possono essere estremamente traumatici ed arrecare danni, pertanto devono essere eseguiti solo in presenza di personale qualificato. Nonostante il nostro impegno, non è possibile garantire l’assenza di errori e l’assoluta correttezza delle informazioni divulgate.