Le prese per l'arrampicata: una breve storia

Se hai fatto un giro a Seattle avrai sicuramente visto Schurman Rock. La prima parete di roccia artificiale fu creata nel 1939 con l'intento di creare un'area di svago e di allenamento. Questa costruzione esterna, alta poco più di otto metri, è ancora agibile, e le prese che si usano sono fatte della stessa roccia di cui è fatta la parete.

 

 

 

 

Per parlare di vere e proprie prese per l'arrampicata artificiale bisognerà attendere il 1983, quando i francesi di Entre Prises cominciarono con la fabbricazione di prese in argilla per l'arrampicata. L'affermarsi dell'arrampicata come sport non solo per alpinisti ma anche per appassionati portò alla necessità di evolvere gli strumenti basilari per permettere un allenamento costante anche durante le giornate piovose o quando è troppo scuro.

 

 

Con la nascita e lo svilupparsi, nella seconda metà degli anni '80, delle competizioni di arrampicata, le prese si sono sviluppate a loro volta. La tendenza era quella di creare materiale sempre più resistente e duraturo. Inoltre, dato che potenzialmente era possibile allenarsi sempre più spesso, bisognava andare incontro anche al problema di creare prese che non fossero troppo aggressive nei confronti delle dita e della pelle degli arrampicatori. Si cercò quindi di smussare le prese e di ricercare materiali che permettessero di creare superfici più piacevoli al tatto. L'uso della resina poliestere fu in questo senso un vero salto in avanti. Il poliestere è facile da costruire, è economico, ha una superficie che permette di arrampicare molto a lungo senza che la pelle delle dita si rovini subito.

 

La svolta decisiva arrivò verso la fine degli anni '90, quando si iniziarono a produrre e commercializzare le prese in poliuretano. Questo materiale si è rivelato il più resistente, leggero e duraturo tra quelli utilizzati finora per la produzione di prese. Inoltre una presa fatta in poliuretano ha il vantaggio che la si può applicare anche su superfici non uniformi: perfetto per le palestre di roccia odierne, con pareti sempre più complesse e multiformi.

 

 

 

Oggi ci sono principalmente due tipi di prese: a bullone (di solito quelle più grandi) e a vite, che a differenza delle prime sono sempre più piccole e più versatili, perché si possono applicare in qualsiasi punto del pannello senza seguire lo schema delle prese a bullone.

 

 

Infine i colori: le vie o i problemi boulder sono di solito creati utilizzando prese tutte dello stesso colore, in modo da poter sovrapporre sulla stessa parete più vie. Altrimenti si possono usare nastri colorati da appiccicare proprio vicino alle prese, con la stessa funzione!