Suggerire i movimenti in arrampicata è utile o dannoso?

Uno degli ostacoli più grossi per chi inizia ad arrampicare – qualunque sia il terreno di gioco – è capire a priori il movimento necessario da eseguire per passare da una presa all’altra. Per chiunque non arrampichi questo aspetto dell'arrampicata non sembrerà così rilevante; ma, se anche tu ti sei trovato almeno una volta a chiedere (a un tot di metri di altezza) “ma dove devo andare?!”, sarai d'accordo con noi nel ritenere che "sapere già come fare" può svoltarti la salita.

 

 

Definizione di “Beta”

 

In gergo tecnico si chiama “Beta”, in gergo ironico è la “salita teleguidata” oppure, per parlare tutti la stessa lingua, è quel momento in cui qualcuno – in genere chi ti sta assicurando – ti suggerisce l’esatta sequenza degli spostamenti di piedi e mani per superare un passaggio difficile. Beta, methode, sequenza: ogni lingua ha il suo modo di definire la soluzione all’intricato rebus di appigli ed appoggi che ci si para davanti ogni volta che stacchiamo i piedi da terra. Perché, fondamentalmente, gli arrampicatori di tutto il mondo si trovano a fronteggiare lo stesso problema: salire.

 

 

Cosa intendiamo per salita flash

 

Senza divagare eccessivamente, l’importanza attribuita a una persona che ti suggerisce i movimenti giusti al momento giusto è sottolineata dal fatto che esistono tre modi per salire una via: le più "potenti" sono la salita a vista e la salita flash, ovvero due modi profondamente diversi tra loro di salire una via al primo tentativo. La differenza sta nell'aver fatto (o non aver fatto, nella caso della salita a-vista) scorta di informazioni a proposito dei movimenti e dei passi chiave, che possono variare dallo studio analitico di video online, così come suggerimenti di vario tipo da parte di chi  l'ha già provata prima di te. E tutto il resto è Rotpunkt oppure una semplice "Ripetizione".

 

 

Non ha la stessa importanza ad esempio il fatto di piazzarsi o meno i rinvii (per quanto moltissimi arrampicatori abbiano l’usanza di annotarsi quando hanno salito una via Mettendo i Rinvii), e nemmeno fa alcuna differenza il fatto di aver studiato per mesi video e foto dei passaggi chiave di una via oppure il fatto di averla tentata a vista ma aver ceduto a qualche consiglio dal basso strada facendo.

 

 

Tutto questo perde di entità ed importanza quando parliamo di vie che abbiamo già provato almeno una volta, e che quindi possiamo salire con suggerimenti, senza suggerimenti, a piedi nudi, con i guanti e che sempre diventerà una normale “ripetizione”. A questo punto è il valore che noi stessi diamo alla via e al modo in cui l’abbiamo salita che fa la differenza a livello di “soddisfazione personale”.

 

 

La telecronaca

 

Il caso opposto alla salita a-vista corrisponde a quelle salite in cui l'arrampicatore viene "teleguidato dalla base" sequenza dopo sequenza. Sebbene sia assolutamente naturale che un arrampicatore che non abbia ancora accumulato anni di esperienza sulla roccia richieda indicazioni di vario tipo in suo supporto, la ripetizione di questa abitudine può portare a non migliorare mai sotto alcuni punti di vista.

 

 

Siccome siamo tutti passati per questa fase, traendone anche alcuni benefici (come il raggiungimento di alcune catene che sarebbero altrimenti risultate oltre la nostra portata), abbiamo deciso di valutare alcuni pro e contro della "rivelazione del Beta".

 

 

Le difficoltà di un arrampicatore beginner

 

Se c’è una difficoltà che accomuna gli arrampicatori neofiti è proprio la mancata capacità di individuare sia le prese che – soprattutto – gli appoggi per i piedi. Una volta viste le prese si genera il secondo problema: impostare il movimento per raggiungerle. Ecco perché la classica frase: “alza il piede sull’appoggio” genera frequenti crisi di nervi in chi sta arrampicando e cenni di impazienza verso chi assicura. 

 

 

Spesso non vediamo gli appoggi perché non abbiamo quell’intuizione di notare una microscopica goccia di calcare già annerita dalle suole degli altri che sono passati di lì prima di noi. Ancora più spesso fatichiamo ad individuare una presa chiave semplicemente perché da metà via non abbiamo un quadro completo di tutte le tracce di magnesite che eravamo sicuri di aver visto da terra. A volte fatichiamo ad orientarci rispetto all’idea che ci eravamo fatti prima di partire guardando la via con i piedi per terra ed una nozione delle distanze tra le prese non proprio accuratissima.

 

 

I pro per gli arrampicatori beginner

 

Quando stai muovendo i primi passi sulla roccia e ti senti bloccato in mezzo a una terra di nessuno, potresti riuscire a disincagliarti grazie ad un prezioso suggerimento dove conta più il tono rassicurante e motivazionale che il contenuto. Se hai la possibilità di guardare un altro arrampicatore provare prima di te la via, potresti ritrovarti a immaginare nuovi modi di affrontare sequenze per te al limite e invogliarti a provare nuove soluzioni (come agganci, movimento dinamici e lanci). 

 

 

Durante le prime uscite in falesia, arrampicare col supporto di qualche suggerimento ci aiuterà ad acquisire un ventaglio di tecniche più ampio, automatizzando alcuni gesti ed acquisendo un po’ di “feeling” con la roccia che affineremo in un secondo momento. Non per nulla quando ci iscriviamo ad un corso di arrampicata siamo spesso molto gratificati dai successi che riusciamo ad avere avvalendoci di una figura di riferimento al nostro fianco che ci mostri i modi più economici per risolvere dei passaggi e che ci provi come sia nelle nostre capacità arrivare a risultati che al momento ci sembrano chimerici.

 

 

Non in ultimo, se quello che ci ha spinto oggi a provare una via è la motivazione a chiuderla ad ogni costo – senza voler filosofeggiare sul fatto di voler esclusivamente arrampicare bene e solo in un’ottica di miglioramento – avere qualcuno che ci suggerisca il metodo può giovarci a raggiungere il nostro obiettivo.

 

 

I contro dal punto di vista tecnico

 

Arrampicare sempre e solo con qualcuno che ci suggerisce i movimenti ci porterà a non riuscire ad arrampicare in nessun altro modo, accomodandoci nella situazione in cui non dobbiamo apportare nulla di personale alla salita. Difficilmente riusciremo a migliorare la nostra capacità di leggere la roccia, ma anche solo di immaginare i movimenti di un boulder in palestra osservandolo dal materasso.

 

 

Quante volte ci siamo trovati a chiedere: “con quale piede parto?” oppure “con quale mano la prendo?”.  Avere una soluzione sempre preconfezionata limita la nostra crescita come arrampicatori, non ci aiuta a migliorare sotto l’aspetto strategico e non ci fa guadagnare quella famosa esperienza di cui sempre più spesso parliamo nei nostri articoli.

 

 

Oltre a questo non dimentichiamoci che non arrampichiamo sempre con arrampicatori ed arrampicatrici che hanno la nostra stessa morfologia, ragione già di per sé sufficiente a preferire di sbagliare seguendo il nostro intuito piuttosto che a sentirci frustrati per non riuscire ad eseguire un movimento che sembra fatto su misura per delle braccia con un’apertura alare che è il doppio della nostra.

 

 

L'importanza di sperimentare

 

Come ci fa notare il nuovissimo manuale di allenamento The Climbing Bible (a giorni disponibile anche in italiano), la tendenza di studiare preventivamente una via guardando i video che troviamo online è, per evidenti ragione, tipica degli ultimissimi decenni. Naturalmente è una strategia più diffusa tra gli arrampicatori "pro", sempre per le stesse evidenti ragioni per cui raramente troviamo video di arrampicatori che provano vie di livello facile o intermedio su Youtube.

 

 

Questa tendenza ha portato ad un approccio più indirizzato verso la salita "definitiva", penalizzando la fase di ricerca, scoperta e sperimentazione che si vive quando si prova una via senza avere raccolto a priori alcun tipo di informazione. 

 

 

L'allenamento mentale

 

Se quello che ti abbiamo dato fino ad ora è una visione parziale di tutto l'infinito panorama di possibilità che ci si possono presentare (o meno) provando più o meno vie a-vista, più o meno vie in stile flash o guidati passo-passo e più o meno vie in super lavorato, puoi approfondire l'argomento leggendo i tanti manuali di arrampicata che trovi nella nostra libreria.

 

 

Jollypower vol.1 dedica all'allenamento mentale un capitolo molto approfondito, che tocca in alcuni punti anche i limiti e i guadagni dei diversi approcci all'arrampicata quando sono utilizzati in maniera esclusiva (ovvero se arrampichiamo ad esempio SOLO a-vista). Se vuoi saperne di più, dai un'occhiata alle nostre proposte qui.