Movimenti dinamici e lanci: breve guida per esplodere a razzo

Molto spesso gli arrampicatori lamentano problemi di altezza quando non riescono a raggiungere le prese di un boulder o di una via; questo succede con maggiore frequenza nell’arrampicata indoor, dove la mancanza di microprese intermedie annulla ogni possibilità di arrangiarsi diversamente.

 

In qualche caso effettivamente possiamo parlare di passaggi morfologici, dove un’altezza ed un ape index maggiori possono aiutare non poco a salire con leggiadria; molte volte, però, si tratta più di un ostacolo mentale che va ad influire sul modo in cui ci approcciamo a una certa tipologia di boulder: “ok, non è il mio, lo vedo già” o di un punto debole su cui possiamo lavorare per farlo diventare un punto di forza.

 

Ogni volta che ci lamentiamo di non arrivare a una presa o di essere troppo piccoli per fare boulder, pensiamo ad Alex Puccio od a Nina Williams (vedi il nostro articolo sulle arrampicatrici sotto 1.60 m) e ripensiamo alle altre possibilità che abbiamo a disposizione.

 

Come compensare la mancanza di altezza

 

Esistono due modi per compensare piccole differenze di altezza: una migliore tecnica ed una maggiore forza. La forza richiede molto tempo per essere sviluppata a dovere ed in maniera così sensibile che ci permetta di fare cose che altrimenti sarebbero per noi impossibili; inoltre il nostro livello di forza potrebbe essere altalenante a seconda che ci troviamo a fronteggiare infortuni, avversità o palestre chiuse.

 

La tecnica richiede ovviamente pratica, ma una volta acquisita non la perdiamo più. Per valorizzare al massimo la nostra corporatura (che a questo punto consideriamo “concentrata”) possiamo padroneggiare l’argomento piedi alti/ tallonaggi estremi, oppure vincere il Master in lanci. Lavorare su forza e tecnica può essere per noi una bella sfida che ci porta ad un alto margine di guadagno!

 

Differenza tra movimenti dinamici e lanci

 

Innanzitutto esistono movimenti che non siano dinamici? Ovviamente no, ma tra noi arrampicatori sappiamo che fare un movimento dinamico vuol dire “andare velocemente alla presa successiva, possibilmente con un po’ di slancio e brio”. Per intenderci, è l’opposto del bloccaggio dove, dopo aver afferrato una presa, andiamo a quella successiva restando praticamente immobile con ogni parte del corpo che non sia l’altra mano.

 

Il lancio è il “livello successivo”, ovvero un movimento dinamico in cui perdo entrambe i piedi: più siamo “bassi”, più lanci incontreremo nella nostra vita. I lanci prevedono molta coordinazione, ed è per questo che spesso vengono considerati “una dote che si ha o non si ha dalla nascita”: in realtà possiamo allenarli ed affinarne la tecnica. Carlo Traversi, fortissimo boulderista di altezza non impressionante, ha creato un videocorso online dal quale abbiamo preso spunto anche noi, preciso, efficace e molto interessante.

 

Come fare un lancio: piedi in alto o piedi in basso?

 

Non c’è via di uscita, per fare dei lanci esemplari dobbiamo provarne tanti e prendere anche molta dimestichezza con l’altezza ideale degli appoggi per i piedi per noi. In linea di massima la regola è che minore è l’altezza dell’arrampicatore, più alti saranno gli appoggi dei piedi che gli permetteranno di “spiccare il volo” verso la presa successiva (quindi puntandoli molto vicino alle mani). Il piede più alto sarà quello nella stessa direzione della presa a cui sto puntando, l’altro sarà più in basso o spalmato contro il muro.

 

Iniziamo bilanciando tutto il peso del nostro corpo prima su un piede e poi sull’altro, dondolandoci un po’ per prendere confidenza con la posizione degli appoggi: quando siamo pronti, spostiamo tutto il nostro peso dal piede più in basso verso quello più in alto e, quando è ben caricato, stacchiamo entrambe le mani per raggiungere la presa. Il momento in cui stacchiamo il piede appoggiato più in alto: se lo togliamo troppo presto ci ritroveremo in un attimo sul materasso, se lo togliamo troppo tardi saremo invece già troppo vicini alla parete (con cui collideremo).

 

Se ci troviamo in strapiombo, una volta afferrata la presa inizieremo a dondolare: cerchiamo di non disperdere preziose energie puntando i piedi contro il muro, in modo da stabilizzare la posizione ed aggiustare la presa. Molto spesso nelle gare di boulder o in video epocali sulla roccia, vediamo i top climber gestire delle enormi sbandierate: la chiave di questo momento delicato è riuscire a mantenere una certa solidità nella parte superiore del corpo e trasferire alla parte inferiore del corpo tutta l’energia accumulata nel lancio. Quindi, mentre lasciamo le gambe libere di seguire la traiettoria del lancio, richiamiamo al rapporto schiena, braccia ed addominali per non farci mollare la presa.

 

Se vuoi approfondire qualche articolo sui lanci, ti rimandiamo a questo spunto di Climbing.com