Le sette frasi più dette quando si fanno foto di boulder

Le foto di boulder possono essere molto "emotional", con la posssibilità non da poco di fare inquadrature dall'alto senza dover per forza preparare corde fisse, jumar e dispositivi autobloccanti. Inoltre le strutture particolari delle rocce sono spesso estetiche ed i paesaggi sono verdeggianti ed immersi nella natura per una cornice da cartolina. E poi si sa, "ormai qualsiasi cellulare fa foto super belle. Insomma.... dovrebbe esssere un gioco da ragazz, ma immancabilmente qualcosa non funziona, e ti tocca tentare delle strenuanti ripetute sul passaggio "della giornata".

 

 

“No scusa, è venuta mossa”. Frase madre di tutte le successive: generatrice di controversie, scrollamenti di spalle, dibattiti sull’esposizione migliore, viene solitamente pronunciata dopo che tu ti sei concentrato al meglio per fare delle facce normali, ruotare encomiabilmente la punta del piede nel tallonaggio topico del crux, per ritrovarti come risultato un nulla di fatto.

 

 

 “Non ti muovere/ Fermo così”. Per ovviare al problema del mosso senza ricorrere a tempi di scatto incredibilmente bassi (e che non sempre posiamo impostare con i cellulari), si chiamano in causa tutti i nostri allenamenti in isometria, fingendo di “congelare” il momento magico che procede il lancio in un estenuante bloccaggio isometrico monobraccio a 120 gradi.

 

 

“Lo rifai ancora una volta?”. Tu credevi di aver dato tutto nel tentativo buono, ma ora è il momento dello shooting e devi riuscire nella titanica impresa di ripassare dal crux altre trentasette volte. Ma il fotografo non è soddisfatto e vuole cambiare angolazione. Al che tu rispondi: “fammi vedere?”. “No, no ma è bellissima, va bene così”.

 

 

“Guarda la presa successiva”. Nel decalogo della foto di arrampicata perfetta – non di tipo panoramico/ landscape- si prevede che la faccia dell’arrampicatore sia visibile, almeno nei suoi lineamenti principali. Quindi, ok che devi fare la foto, ma magari intanto guardi anche gli appoggi per i piedi, o semplicemente concedi un attimo di rilassamento alla cervicale, ma subito vieni ripreso per dare pathos alla foto con un tuo sguardo agguerrito alla presa successiva che attende di essere afferrata.

 

 

“Se talloni viene meglio”. Sei su un passaggio con dei comodi appoggi per le punte dei tuoi piedi, ma il movimento non è troppo estetico, la foto sembra un po’ anonima ed uguale a tante altre. “Ma non puoi agganciare una punta o un tallone da qualche parte?”. Così, per dare un po’ di pepe al tutto.

 

 

 “C’è troppa luce”. Quando non è giornata neanche per le foto ed i contrasti sono talmente accesi che a stento si riescono a definire la roccia e lo scalatore, si tende a dare la colpa a fattori non governabili come la luce, il tempo, l’esposizione del boulder e quant’altro. E dentro di te hai già capito che, se anche ti aspettavi una foto leggendaria come se stessi ripetendo Dreamtime, dovrai accontentarti di essere un tutt'uno con lo sfondo.

 

“Ha scattato mentre cadevi”. L’incubo di tutti i boulderisti sfiniti dai tentativi, sfiniti dalle ripetizioni per le foto, che avrebbero piacere di una doccia calda e possibilmente di una birra con due olive piccanti.

 

 

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