Intervista ad Andrea Cartas, che ha fatto della tracciatura la sua professione!

E' una delle arrampicatrici spagnole più attive e forti degli ultimi venti anni, tanto che ha appena firmato la First Ascent di Pandemia Letal (160m, 8b) ad El Chorro insieme a Carlos Padilla. Ma non viaggia solo alla grande nell'arrampicata su roccia: Andrea è anche Istruttrice di Arrampicata sportiva e Personal Trainer, nonchè Tracciatrice e Formatrice di nuovi tracciatori, un ruolo non prettamente femminile nell'arrampicata di oggi.

 

 

Insieme a Daila Ojeda sarà presente anche al Rockbusters, un meeting di arrampicata per ragazze che si svolgerà a fine maggio tra Rodellar e Siurana. Il suo ruolo nel cercare di dare una spinta importante alla presenza delle ragazze nei ruoli più professionali dell'arrampicata è assolutamente notevole, e così abbiamo voluto contattarla per fare due parole con lei!

 

 

 

Ciao Andrea, benvenuta nel nostro blog! innanzitutto come stai?

 

Ciao e grazie a voi! Tutto molto bene, grazie!

 

 

Ti conosciamo tutti per i tuoi traguardi sulla roccia, in ultimo per aver liberato “Pandemia Letal”, 8b multipitch, ma abbiamo visto che lavori anche come Istruttrice e Tracciatrice: come è stato il tuo percorso professionale?

 

Innanzitutto ho iniziato ad arrampicare all’età di 15 anni, ormai quasi 25 anni fa! Dopodiché ho partecipato ad alcune competizioni, ottenendo qualche buon risultato... e poi ho deciso di rimanere su questa strada, seguendo un corso per Istruttore di arrampicata, studiando e ottenendo il titolo. Ora sono più di dieci anni che lavoro a Madrid come Allenatrice della Squadra Agonistica , così come Personal Trainer. Sempre una decina di anni fa ho seguito il corso nazionale per Tracciatori , iniziando a tracciare molte gare a livello nazionale in Spagna, oppure gare regionali o di altro livello. Ora come ora traccio qualche gara che mi interessa particolarmente, ma più che altro mi dedico a mia volta alla Formazione Tracciatori qua in Spagna.

 

 

Infatti volevamo arrivare proprio qui! Non solo sei una delle rare tracciatrici donne, ma sei anche formatrice di nuovi tracciatori: com’è la tua esperienza di lavoro in ambienti soprattutto maschili?

 

Sono abituata a lavorare in ambienti soprattutto maschili: anche quando avevo iniziato ad arrampicare, c’erano poche ragazze che praticavano questo sport. Ed ho anche un’esperienza di quattro anni nei Vigili del Fuoco, ero l’unica ragazza! Mi sono sempre trovata bene e sono stata sempre trattata al pari degli altri (sono solo un po’ più bassina, questo sì!!)

 

 

 

 

Secondo te come mai per ora continuano ad esserci poche ragazze che tracciano?

 

Ci sono molti motivi e non ce n’è uno solo che prevale sugli altri: in parte è un problema culturale ed in parte sociologico che stanno cambiando a poco a poco in tutti gli ambiti della società, ed anche nell’arrampicata. Per lo stesso motivo per ora ci sono ancora meno ragazze che ragazzi sia nelle palestre che nelle gare, ma col tempo questo gap andrà diminuendo. Nel routesetting succede la stessa cosa: il suo lato “commerciale” o professionale non è ancora preso molto in considerazione, ma sono sicura che pian piano si avvicineranno a questo mondo sempre più ragazze.

 

 

A proposito della tracciatura, abbiamo notato tutti come sia cambiata molto negli ultimi anni: da un lato troviamo blocchi più spettacolari con movimenti ampi e dinamici, dall’altro c’è un’esigenza sempre più grande di offrire maggiore varietà tra gli stili di arrampicata proposti. E forse è proprio per quest’ultimo motivo che avere delle ragazze a tracciare diventa proprio una risorsa, perché permette di offrire degli stili diversi. Pensi che in futuro ci sarà spazio per le tracciatrici anche nelle grandi competizioni internazionali?

 

Secondo me arrivare ad avere anche delle ragazze all’interno della tracciatura delle competizioni internazionali, e che possano anche provare i blocchi, è fondamentale per ottenere un buon risultato. Ci sarebbe un notevole apporto in termini di flessibilità ed equilibrio ed un’altissima qualità nella varietà della tracciatura.

 

 

E tu hai dei progetti in questo ambito lavorativo?

 

Spero di poter formare sempre più ragazze per farle avvicinare al mondo della tracciatura.

 

 

 

 

E progetti su roccia?

 

Qua ci sono i miei grandi obiettivi! Mi sento più in forma che mai, con la mia mente completamente concentrata e focalizzata sui miei progetti. Vie estreme sportive, vie lunghe, viaggi... ci sono veramente tante cose che vorrei fare!

 

 

Ultima domanda: un messaggio per quelle ragazze che vorrebbero tuffarsi nel mondo della tracciatura ma temono che sia un lavoro troppo pesante o che altri ostacoli potrebbero bloccarle?

 

Per esperienza posso dire che non è necessario arrampicare a livelli estremi per poter tracciare dei blocchi duri; è tutta questione di motivazione, voglia di imparare continuamente cose nuove. L’osservazione, l’umiltà e l’empatia sono le chiavi di una buona tracciatura, non le trazioni che fate.

 

 

Dove possiamo seguirti?

 

Grazie a voi! Mi trovate su Instagram: @andrea.climber, su Facebook: @andreacartas  e nel mio blog: http://andreacartas.blogspot.com/