Intervista a James Pearson dopo la salita di Tribe

La notizia è di qualche settimana fa ed ha già avuto la giusta risonanza: Tribe, la via trad estrema liberata da Jacopo Larcher a Cadarese, conta ora la sua prima ripetizione! James Pearson è infatti riuscito a salirla in neanche troppi giorni di tentativi: ci racconta tutto in questa intervista!

 

 

Ciao James! Ben ritrovato sul nostro blog! Come state tu e la tua climbing family?

 

Ciao! Stiamo tutti bene, grazie! Siamo tornati in Francia e siamo nuovamente in una situazione di lockdown, anche se meno restrittivo rispetto alla scorsa primavera. Riusciamo sempre a trovare il modo di fare qualcosa: Arthur ha imparato ad andare sulla sua nuova bici senza pedali e riusciamo sempre a fare un giro nel paese!

 

 

Bene! La scorsa estate tu e Caroline avete salito parecchie linee incredibili: lei è riuscita nella bellissima “Une Jolie Fleur dans un Peau de Vache” (300mt, 8b), lavorandola in soli due giorni e poi, tornando verso casa, ti sei tenuto caldo anche tu ripetendo giusto qualche 9a nel Briançonnais. E’ stato quello il momento in cui hai deciso di provare Tribe?

 

Sì, le vie erano Condè de Choc ad Entraygues e un’altra via non bellissima in una piccola falesia vicino a casa, che merita di essere menzionata solo per via delle circostanze! L’ho salita lo stesso giorno in cui abbiamo fatto “Une Jolie Fleur...” e avevamo solo le corde gemelle che usiamo nelle vie lunghe, quindi le passavo entrambe in tutti i rinvii! In realtà avevo in mente Tribe già da un po’ e quindi cercavo di arrivare ad essere al top della forma per la fine dell’anno. Arrampicare su boulder e vie dure durante l’estate mi ha dato lo sprint finale per guadagnare confidenza nelle mie capacità, ma comunque il mio progetto iniziale era solo quello di provarne i movimenti.

 

 

E quanto è bella alla fine Tribe?

 

Tribe è veramente una bella linea, uno spigolo alto e imponente, con un tetto nella parte bassa che mi ricorda la prua di una nave. E’ segnata in orizzontale da alcune fessure, una delle quali può ospitare delle buone protezioni, ma le prese su cui arrampichi sono degli svasi difficili da tenere: qua, tra queste fessure, inizia la parte dura. nonostante sia una via piuttosto lunga, la parte difficile è concentrata in una sezione relativamente corta e sembra più una via di arrampicata sportiva boulderosa che una classica via in stile trad. A differenza delle altre vie di Cadarese, è caratterizzata da piattoni, spigoli e movimenti di compressione.

 

 

Come si sviluppa il processo di provare una delle vie trad più dure al mondo? Come hai provato i movimenti più duri?

 

Tribe è molto divertente da provare. Non è eccessivamente pericolosa, quindi non devi per forza dominare alla perfezione i movimenti prima di provare la via da lead. I movimenti comunque sono molto strani e delicati e le protezioni decisamente più distanziate rispetto ad una normale via di arrampicata sportiva: credo che sia molto difficile provarla subito da primo.

 

Ho passato i primi quattro giorni lavorando sui singoli movimenti appeso ad una corda statica, cercando di rendere perfetta ogni sequenza e poi ho iniziato a provarla da primo. Inizialmente lasciavo le protezioni già sul posto, provandola come se fosse spittata ma, dopo aver fatto alcuni giri già buoni, ho iniziato a togliere tutto ogni volta e a riproteggerla ad ogni tentativo.

 

 

Su quale tipo di friends hai fatto totale affidamento?

 

Tribe è principalmente protetta da friends: ho usato un mix di Friends Wild Country Regular e dei nuovi Zeros di Wild Country, a seconda della grandezza della fessura. Il traverso in basso invece l’ho protetto con il Rock 6.

 

 

Fare arrampicata Trad con un bimbo piccolo è un’impresa mistica! Come vi siete organizzati per combinare la vita familiare e i tentativi sulla via?

 

Sì, non è facile: il segreto per avere giornate di arrampicata di successo con un bambino è riuscire ad essere efficienti, e l’arrampicata Trad è forse lo stile di arrampicata meno efficiente che io conosca! Richiede tutto moltissimo tempo, sia l’arrampicata che la pulizia, ed è molto difficile riuscire a fare tutto questo prima che il bimbo inizi a richiedere più attenzione. Sono stato fortunato ad avere nel team anche Jernej Kruder, che provava con me la via, e ovviamente la supermamma Caroline che, dopo aver salito la supervia in Verdon, mi aveva detto che sarebbe stata felice di darmi il massimo del suo supporto per i miei tentativi su Tribe.

 

Io e Jernej passavamo la maggior parte delle nostre giornate arrampicando, mentre Caroline giocava con Arthur. Però io preferisco sempre quando anche Arthur è in falesia, e così negli ultimi giorni abbiamo cercato di capire se fosse possibile portarlo con noi in falesia in modo sicuro. Alla fine siamo riusciti: il giorno che ho salito la via Arthur era seduto sulle ginocchia di Caroline alla base della falesia. Per me è stato il modo migliore di salirla e di completare nel modo più bello un’avventura di questo tipo.

 

 

In questo periodo così incerto riesci a pensare ad altri progetti a medio e lungo termine? Dove sarete diretti prossimamente?

 

In questo momento siamo bloccati in Francia, quindi per il momento resteremo vicino a casa.  Appena saremo liberi di uscire di casa ci dedicheremo a dei nuovi progetti che abbiamo in mente, plausibilmente verso l’inizio dell’anno prossimo, alcuni dei quali ci faranno rivedere totalmente l’idea che abbiamo di arrampicata!

 

 

Ultima domanda: dove sono ora le bici con cui avete fatto il Bike and Climb Tour?

 

Sono qua con noi a casa!! Hanno bisogno di qualche manutenzione invernale dopo un lungo anno di spostamenti e viaggi, così saranno di nuovo pronte non appena potremo di nuovo usarle!