Dieci climber che ci hanno ispirato di più nel 2023

Il mese di dicembre ci porta, anno dopo anno, a fare grandi progetti per il futuro ma anche a tirare un po’ le somme di tutto quello che è successo nell’anno che si conclude. Oltre alle nostre realizzazioni personali e ai nostri piccoli miglioramenti, ci piace sempre guardare i più grandi risultati ottenuti da arrampicatori di livello mondiale. Il loro entusiasmo e le loro sfide oltre quelli che riteniamo “limiti insuperabili” ci danno la carica e la motivazione per sognare in grande.

 

Ecco quindi una lista di dieci arrampicatori ed arrampicatrici, boulderisti della Coppa del Mondo, specialisti del trad e delle Big wall che ci hanno particolarmente ispirato e ai quali guardiamo con infinita stima cercando di prendere spunto per un anno vincente e ricco di nuove soddisfazioni.

 

 

FALESIA

 

Laura Rogora, Lapsus 9a+ (Andonno, Italia)

 

Se c’è un’arrampicatrice che non manca mai di stupirci è Laura Rogora: determinata nei suoi obiettivi, è un esempio di tenacia e attitudine vincente. Per tutti gli atleti e le atlete che stanno investendo molto anche nelle gare di Coppa del Mondo e in una possibile qualificazione per le Olimpiadi di Parigi 2024 è difficile riuscire a portare a casa grandi prestazioni sulla roccia: ma non se ti chiami Laura Rogora ed approfitti di una sosta intermedia nel viaggio di ritorno da Laval verso Arco per fare un giro in falesia. Dopo il fantastico terzo posto nella gara combinata Lead&Boulder di Laval- che le ha fatto sfiorare il sogno olimpico -, ha infatti deciso di fare tappa ad Andonno, nel cuneese, per mettere le mani su “Lapsus”, la via di 9b liberata da Stefano Ghisolfi nel 2015. Oltre ad essersi aggiudicata la “king line” della falesia, ha anche ripetuto altri super classici di Andonno come Cobra Reale, 8c+/9a e Noi 8b+, per poi concludere con qualche giro promettente su Calibro 38, 8c+. Per Lapsus, che era poi stata all’unanimità rivalutata 9a+, si tratta della prima ripetizione femminile.

 

 

Stefano Ghisolfi, Excalibur 9b+ (Arco, Italia) 

 

Abbiamo nominato Stefano Ghisolfi ed è da lui che torniamo per parlare di Excalibur, 9b+, ad ora una delle vie più difficili d’Italia. Stefano aveva provato questo vecchio progetto proprio insieme a Will Bosi, Jakob Schubert e ad Adam Ondra, riuscendo a liberarla a febbraio in un exploit di forza di dita fuori dal comune. La via si trova nella falesia di Drena ad Arco, su un muro incredibilmente liscio ma equipaggiato con le microtacche giuste per farne un capolavoro di forza e intensità. Oltre che alla performance di Stefano Ghisolfi, Excalibur esiste anche grazie alla visione lungimirante dei suoi chiodatori Cristian Dorigatti e Morris Fontanari. 

 

 

Seb Bouin, Bibliographie 9b+ (Céüse, Francia)

 

Ogni anno stiliamo la nostra lista degli arrampicatori che più ci hanno entusiasmato durante l’anno, e ogni anno immancabilmente andiamo ad aggiungere il nome di Seb Bouin. Dopo una salita come quella di DNA nel 2022 avrebbe anche potuto essere difficile riaffermarsi come uno degli arrampicatori più influenti del 2023: ma non se ti chiami Seb Bouin e non sei mai a corto di progetti. Quest’anno non si è fatto mancare innanzitutto la ripetizione di Bibliographie, firmandone la quarta ripetizione dopo quelle di Stefano Ghisolfi e Sean Bailey, confermando la difficoltà di 9b+. Ma il suo anno non si è concluso di certo qui: dopo aver liberato in stile flash un vecchio progetto nella falesia di Auban in Verdon – per il quale ha proposto il grado di 8c+ - ha chiodato e liberato, sempre nella stessa falesia, Jamming Destruction una via per la quale suggerisce la difficoltà di 9a+/9b.  Anche al Pic Saint Loup è riuscito nella libera di una via nuova, Ariégeois Cœur Loyal, un suo progetto che risale già a qualche anno fa, e per il quale ha proposto il grado di 9b. E ora? I suoi ultimi video lo riprendono a Flatanger, nel tentativo di risolvere, forse, le vie più dure della falesia. Come a dire che parleremo sicuramente di lui anche alla fine del prossimo anno!

 

Seb Bouin ripete Bibliographie (9b+),credits Clarisse Bompard

 

 

Jakob Schubert, Project Big => BIG 9c (Flatanger, Norvegia)

 

L’anno scorso avevamo concluso l’elenco dei dieci arrampicatori più interessanti dell’anno con Jakob Schubert che, oltre alle vie salite e ripetute, era alle prese con i tentativi su Project Big, il mega progetto della grotta di Flatanger che doveva essere ancora risolto. E come nelle migliori storie a lieto fine, la First Ascent di Project Big è arrivata proprio quest’anno, come infatti ci eravamo augurati in chiusura 2022. Le riflessioni di Jakob Schubert sul grado corretto da attribuire alla via hanno tenuto in considerazione anche il prezioso punto di vista di Adam Ondra: subito avevano ipotizzato insieme 9c, poi per un attimo lo avevano rivalutato 9b+, per poi tornare alla loro idea iniziale della futuristica difficoltà di 9c. Quello che è assolutamente fuori dal comune di Jakob Schubert è che avremmo potuto inserirlo allo stesso modo nella sezione Competizioni o Boulder: il super finalista delle Olimpiadi di Tokyo è riuscito infatti a qualificarsi, e diremmo con ampio merito, alle Olimpiadi di Pairgi, ed ha deciso di chiudere l’anno “col botto”. Approfittando delle condizioni decisamente frizzanti dell’inverno ticinese, ha firmato la quinta ripetizione di Alphane , il boulder di 9A liberato nel 2022 da Shawn Raboutou. Happy Christmas!!

 

 

TRAD

 

Barbara Zangerl, Meltdown 8c+ trad (Yosemite, USA)

 

La carriera sportiva di Barbara Zangerl è una delle più impressionanti di sempre, innanzitutto per i diversi scenari in cui riesce ad eccellere e a firmare salite sempre più impegnative. Anche quest’anno è riuscita a spaziare tra falesia, boulder e trad portando sempre a casa grandi soddisfazioni come “50 Words for pump” e la super classica “Pure Imagination” 8c+ a Red River Gorge, ma anche con Meltdown, uno dei monotiri trad più difficili al mondo. La via di grado 8c+ è stata liberata nel 2008 da Beth Rodden, e vede solamente ora la sua quarta ripetizione in assoluto, nonché – e ci sembra a questo punto quasi ovvio – la sua prima ripetizione femminile. La via, oltre che essere estremamente dura in ogni sua sezione, è anche di una bellezza assoluta, con movimenti delicati e piedi sfuggenti; oltre che richiedere tutte le energie fisiche disponibili, è anche e soprattutto una intensa battaglia mentale, uno dei tanti aspetti sui quali Barbara è imbattibile. 

 

Barbara Zangerl su Meltdown credit Ben Neilson

 

 

Pete Whittaker, Crown Royale 9a trad, (Profile Wall a Jøssingfjord, Norvegia)

 

Restiamo nel mondo del trad con una performance pazzesca da parte di Pete Whittaker, “consocio” del team “Wide Boyz” insieme a Tom Randall di Lattice Training. La “king line” salita da Pete Whittaker è un viaggione di cento metri che unisce due vie della parete Profile Wall a Jøssingfjord sulle quali l’arrampicatore inglese aveva precedentemente lavorato in momenti diversi. Essendo riuscito a salire entrambe le sezioni, ha poi pensato di unirle in un’impresa epica, soprattutto per via della scelta di salire gli ultimi venti metri in free solo. La scelta è stata la conseguenza “logica” di gestire la via come se fosse una lunghezza unica, utilizzando quindi una corda da 80 metri per poi salire gli ultimi 20 metri in stile free solo. Insomma, una salita veramente per pochi, e non solo per la difficoltà espressa da numeri e lettere. Crown Royale è maestosa già nel nome: la linea che unisce Crown Jewel con Eigerdosis richiede un ottimo livello sia di arrampicata in fessura che di arrampicata sportiva classica. Il mix tra i due stili unito all’inclinazione della parete, alla lunghezza ed a tutti gli aspetti “collaterali” che una salita del genere comporta – uno su tutti il peso della corda e dell’attrezzatura – rende questa linea una delle vie trad più estreme al mondo. 

 

Pete Whittaker su Crown Royale, credits Patagonia _ Andrew Burr

 

 

BOULDER

 

Katie Lamb, Box Therapy primo 8C+ femminile (Rocky Mountain National Park, USA)

 

Il mondo del boulder femminile ha avuto quest’anno un bello “scossone” con la salita del primo 8C+ femminile. La protagonista non è una delle più mediatiche, e il suo nome potrebbe risultare sconosciuto ai più: stiamo parlando di Katie Lamb, una vera forza della natura che in realtà si era già anche portata a casa la prima femminile di Spectre, l’8B mistico di Dave Graham. Come spesso accade con le “prime ripetizioni” e “prime femminili” di vie o passaggi di altissima difficoltà, anche Box Therapy ha poi visto una seconda ripetizione femminile nel giro di poco, firmata Brooke Raboutou. 

 

 

Will Bosi, prima ripetizione di Burden of Dreams 9A (Lappnor, Finlandia)

 

Per anni Burden of Dreams è rimasto al di fuori delle news di arrampicata, per quanto abbia continuato a rappresentare una delle asticelle più alte nel mondo del boulder. Dopo sette anni Will Bosi ha deciso di mettere Burden of Dreams nella propria wish list, al punto da creare una “replica” fedele delle prese chiave e dei movimenti più ostici del boulder. Una strategia che si è rivelata vincente e che l’ha portato a chiudere il boulder ad aprile, dopo averlo provato insieme a Stefano Ghisolfi e Shawn Raboutou. E, soprattutto, a confermarne il grado.

 

Will Bosi, Burden of Dreams, credits Diego Borello

 

 

COMPETIZIONI

 

Mickael Mawem, Campione del Mondo Boulder 

 

Nonostante sia una delle certezze del team francese di boulder, già qualificatosi per le Olimpiadi di Tokyo 2023, molto probabilmente in pochi avrebbero scommesso sulla sua vittoria del titolo di Campione del Mondo Boulder. Con questa vittoria è stato uno dei protagonisti assoluti del Campionati Mondiali di Arrampicata di Berna 2023, ed ha raggiunto uno dei suoi risultato migliori di sempre. Un’ispirazione per tantissimi arrampicatori e atleti che vivono con eccessiva preoccupazione il passare degli anni e la svolta rispetto alle proprie prestazioni agonistiche “una volta passati i trenta”. 

 

Mickael MAWEM, Credits IFSC Media Gallery

 

 

Oriane Bertone, qualifica Olimpiadi 

 

La sua è un’ascesa costante e meritatissima, una presa di consapevolezza rispetto alle proprie capacità che non si lascia intimorire da un pubblico di casa particolarmente esultante. Dopo aver fatto un’eccellente stagione di gare nel 2022, ha sicuramente raggiunto il suo obiettivo principale in gara in questo 2023, conquistando un biglietto per le Olimpiadi di Parigi 2024 nella gara di Laval. Lacrime ovunque e un biglietto per le Olimpiadi che arriva dopo una pazzesca vittoria della sua prima tappa di Coppa del Mondo Boulder a Praga, facendo slittare la Garnbret al secondo posto. Un anno eccezionale per un’atleta che sarà nella nostra lista dei “top ten climbers” per molti altri anni.

 

Oriane Bertone in Laval, credits Jan Virt IFSC