Come avere più pelle: guida all'uso delle creme per le mani degli arrampicatori

La cura della pelle delle mani è  - per gli arrampicatori - una questione di primaria importanza. Quante volte ci siamo ritrovati ad avere voglia di fare ancora un giro sulla via o sul boulder, ma sentire che il dolore alla pelle ci impedirebbe anche solo di rimanere concentrati sui movimenti? Per non prendere poi in considerazione l'eventualità ancora più problematica di trovarci con un taglio sul polpastrello o un callo che si apre con un copioso versamento di sangue e di anatemi assortiti da parte nostra.

 

 

La nostra performance sulla roccia dipende così tanto dalla salute delle nostre mani che qualsiasi manuale o guida di allenamento dedica un paragrafo a come arginare piccole lesioni della pelle e a come prendersi cura di una veloce rigenerazione di tutti gli strati di cui abbiamo bisogno.

 

 

Già nelle prime versioni di Train gli autori Andrea Gennari Daneri e Christian Core avevano dedicato un ampio spazio alla Prevenzione e cura dei possibili infortuni. "Il primo, più evidente infortunio possibile riguarda la parte più esposta cioè la pelle e in particolare la pelle delle dita. [...] Arrampicare fino a sanguinare non è uno slogan ma è la normalità in molte occasioni, specie quando siamo principianti e non abbiamo ancora un sufficiente strati di cute sotto i polpastrelli". 

 

 

Anche il libro di Versante Sud "Un Movimento di Troppo" legato nello specifico agli infortuni ed alle patologie legate all'arrampicata, dedica una breve sezione alle "lesioni cutanee" ed al loro trattamento; molti articoli di magazine online, nonché i blog dei principali produttori di creme per le mani come Climb On, affrontano il tema di una buona routine di cura della pelle.

 

 

Diverse mani, diversi trattamenti

 

Qualsiasi arrampicatore con una laurea honoris causa sul tema: "Quanto può far male la roccia?" ha nella sacca da boulder o nello zaino da falesia un barattolino di crema per le mani. Non sempre però si pone la giusta attenzione alla tipologia di crema, che può essere più o meno adatta alla nostra pelle, e soprattutto non tutte le creme per arrampicatori sono adatte ad un utilizzo durante il momento specifico in cui si arrampica. Abbiamo le mani che sudano facilmente? O sono troppo secche e rischiano di tagliarsi facilmente, anche solo con il freddo? Sono arrossate dopo una giornata di arrampicata o i calli sono sempre più pronunciati? Per ognuna di queste situazioni, abbiamo bisogno di accorgimenti diversi.

 

 

Le creme idratanti

 

Apriamo una piccola parentesi sulle creme idratanti: anche se ci sono creme idratanti specifiche per arrampicatori, non è detto che siano adatte per le tue mani. Se ad esempio hai la tendenza a sudare molto, ed avere la pelle fin troppo morbida, probabilmente per te sarà più adatta una crema rigenerante da utilizzare solo di sera dopo l'arrampicata, o qualcosa che regoli l'umidità della pelle. Le creme idratanti nascono ovviamente per dare sollievo a tutte quelle tipologie di pelle molto secche o che si screpolano facilmente: agiscono sia sulle screpolature che su calli e cuticole, nutrendo a fondo la pelle secca per un immediato sollievo. Il loro utilizzo è consigliato anche quotidianamente, soprattutto alla sera in modo che agiscano durante le ore notturne.

 

 

L'olio lenitivo

 

A questa tipologia di crema si affiancano gli oli, da utilizzare solo in caso di pelle molto secca o danneggiata: Crimp Oil "Skin Care" è un olio totalmente naturale utile per rigenerare la pelle secca, realizzato con l'aiuto di cinque oli essenziali.

 

 

Le creme lenitive

 

Nelle creme lenitive i diversi componenti sono combinati in modo molto bilanciato per offrire nutrimento ed una rigenerazione più veloce della pelle. La consistenza è generalmente densa ed a rapido assorbimento e lavora molto bene anche su abrasioni, tagli, graffi ed eruzioni cutanee. Le creme lenitive agiscono molto bene anche su quelle mani che tendono a sudare molto, magari utilizzandole di sera dopo un lavaggio delle mani con acqua e sapone riequilibrante.

 

 

Soluzioni per la pelle troppo morbida

 

Se trattare la pelle secca nei momenti "off" è piuttosto intuitivo, grazie alla varietà di creme, oli e balsami disponibili un po' ovunque, può essere più complicato imparare a gestire i problemi delle mani che sudano molto. La regola numero uno è lavarle spesso con un buon sapone: ora anche le aziende di creme per arrampicatori come Climb On producono detergenti per le mani straordinariamente ben bilanciati. Dopodiché non ci resta che affidarci ciecamente alla magnesite liquida prima, durante e dopo l'arrampicata.

 

 

In questo caso possiamo sbilanciarci anche nel consigliarti un tipo di magnesio rispetto ad un altro: se hai mani che sudano molto facilmente, o se stai arrampicando in posti umidi, puoi orientarti verso una magnesite con alta percentuale alcolica (70%). L'alcol infatti è il componente che serve assorbe la sudorazione in eccesso, e può aiutarci a seccare bene la pelle. Puoi anche usare un primo strato di liquida in combinazione con un secondo strato di magnesite in polvere (per pelli molto delicate o già sufficientemente secche ti consigliamo la liquida senza alcol o con percentuali sotto il 50%).

 

 

Calli

 

I calli rappresentano una forma di adattamento della nostra pelle alle torture a cui la sottoponiamo tra sospensioni eterne al trave, movimenti poco delicati al PanGullich e una nostra naturale tendenza a scegliere prese e strumenti di allenamento "con un buon grip", che potremmo anche definire molto abrasive. Una pelle molto spessa da una parte ci protegge dai continui sfregamenti con la roccia ma, dall'altra parte, si presta anche molto bene ad essere "sollevata. Pensiamo ad esempio a quando lanciamo con prepotenza verso una tacca netta, magari tenendola per pochissime frazioni di secondo, o quando facciamo salite veloci al PanGullich su tacche molto piccole: a tutti sarà capitato di vedere che, come minimo, il callo inizia a "sbucciarsi". L'unica soluzione, onde evitare che i calli si taglino, è tenerli sempre ben limati con una classica limetta, ora anche appositamente per arrampicatori (ne trovi di E9 o Beastmaker), o con l'ausilio di una cartavetro leggera. 

 

 

Tagli

 

Un conto è avere la pelle delle dita molto arrossata e consumata, un altro è arrivare ad avere una piccola lesione che, oltre a far male, sanguina e che ci crea fastidio mentre arrampichiamo. Innanzitutto quando ci troviamo allo stato di usura "estremo" della pelle, dovremmo attrezzarci con del nastro che ci aiuti a concludere la giornata senza ulteriori danni. Una buona nastratura richiede numerose sostituzioni durante la nostra giornata di scalata: proprio perché ci arrampichiamo sopra, il nastro tende ad arrotolarsi e spostarsi, venendo meno alla sua funzione principale di proteggerci. 

 

 

Una volta che però prendiamo atto del taglio avvenuto, non ci resta che lavare bene e disinfettare (non sempre possibile in falesia) o almeno riparare da sporco e polvere, utilizzando quindi anche in questo caso del nastro da arrampicata. Alcune tipologie sono particolarmente traspiranti e utilizzano una pochissima quantità di colla, sfruttando invece la trama del nastro stesso come sistema "autoadesivo". Questi sono l'ideale nel momento in cui trattiamo le ferite, dove non vogliamo che la pelle si bagni troppo (come quando diventa bianca sui bordi) in modo da velocizzare il processo di rigenerazione (una pelle secca guarisce prima).

 

 

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Fonti: Train, Un Movimento di Troppo, Blog ClimbOn, The Nugget Climbing Podcast ep. 22