Cinque settori classici per fare boulder in Val di Mello

Da sempre la Val di Mello è una mecca cento per cento italiana per chiunque ami l'arrampicata in ambiente in tutte le sue forme. La sua roccia, ma anche le celebri cascate di ghiaccio invernali, hanno da sempre attirato appassionati di avventure verticali fino a far diventare la zona del Sasso Remenno il punto di ritrovo per il gruppo de "i Sassisti". Portando avanti una visione futuristica dell'arrampicata e dell'alpinismo, dove la creatività e la libertà di espressione erano il vero motore delle esplorazioni, diedero vita ad alcune meravigliose vie, nate proprio dalla ricerca della bellezza del movimento e della scalata "fine a stessa".

 

 

 

L'amore per la roccia, per l'estetica dell'arrampicata e la ricerca di un senso di unione con l'ambiente portano alle prime salite di vie in fessura, pareti in stile big wall e linee chiodate a spit che ancora oggi rappresentano dei pezzi di storia dell'arrampicata italiana. [Fonte Valdimello.it]

 

 

Marco Balascini Little Karma

Marco Balascini su Little Karma, settore Bagni di Masino (Belvedere), credits Andrea Pavan - Versante Sud

 

 

Il boulder in Val di Mello

 


Sebbene alcuni massi già esistessero e richiamassero a sé alcuni tra i più forti boulderisti degli anni '80 (ai tempi una rarità), fu solo alla fine degli anni '90 e inizi del 2000 che il boulder iniziò a svilupparsi acquisendo i tratti che conosciamo ora. Nel 2004 venne organizzato il primo Melloblocco, un raduno di livello internazionale che vide come vincitori della prima edizione Chris Sharma e Stefania De Grandi. Da qui la popolarità sempre crescente della Valle divenne inarrestabile, attirando a sè boulderisti di ogni nazionalità anche al di là dei giorni dell'evento. I piumini colorati ed i crash pad iniziarono a colorare la valle con puntualità con l'arrivo della primavera e dell'autunno: la Val di Mello divenne presto meta di vacanza anche per famiglie di arrampicatori grazie alla sua straordinaria comodità logistica. E in occasione di ogni nuova edizione del Melloblocco, aumentavano anche le aree con nuove linee da salire.

 

 

 

Cinque settori classici per fare boulder

 


La quantità di settori in costante crescita e la pazzesca concentrazione di massi da esplorare hanno dato vita a una guida particolarmente voluminosa e che ha già visto andare in stampa numerose edizioni. MelloBoulder di Andrea Pavan non è solo ricca di dettagli sulle aree e sui boulder, ma ulteriormente completata dalla presenza di QRcode che ti permettono di visualizzare i passaggi più famosi o di localizzare i parcheggi che necessitano di qualche info in più relativamente all'accesso, è uno strumento indispensabile per chiunque voglia recarsi giorni, weekend e settimane intere a fare boulder in Val di Mello.

 

 

 

Abbiamo selezionato - con non poche difficoltà, considerata la vastissima scelta - cinque settori classici che chiunque sia stato in Val di Mello almeno una volta nella vita ha avuto modo di apprezzare.

 

 

Michele-Dei-Cas_Euclide_A-Pavan

Michele Dei Cas - Euclide, Credits Andrea Pavan | Versante Sud

 

 

Piana del Remenno - Settore Visido

 


Iniziamo dalla prima area nella quale ci imbattiamo arrivando a Filorera. Proprio in prossimità del Centro Polifunzionale / Casa delle Guide, dove puoi parcheggiare, prendere un caffè e ristorarti tra un boulder e l'altro, puoi trovare i primi massi che non richiedono praticamente avvicinamento. La zona di Visido racchiude al suo interno diversi settori come ad esempio il Tetto di Filorera, I Crotti e il Tendine dello yeti. Probabilmente grazie alla sua ineguagliabile comodità risulta essere una delle aree che ricevono più visite in assoluto soprattutto nelle giornate di fine inverno o tardo autunno, quando scalare in pieno sole è un vero piacere (ad eccezione di Crotti, maggiormente all'ombra). Il gruppo di settori racchiusi a Visido meriterebbe un articolo a sé: non per nulla nella guida di Versante Sud solo la descrizione dei massi di quest'area ricopre una settantina di pagine!

 

 

 

Questi settori, ampiamente apprezzati anche dalle famiglie, da chi non ama camminare troppo con i pad in spalla e da chi vuole parcheggiare la macchina e non pensare più a spostamenti vari per il resto della vacanza, corrispondono anche ai settori più storici e vantano numerosi passaggi aperti sul finire degli anni '90. Neanche a farlo apposta, è uno dei settori con la grana più fine e piacevole di tutti (il serizzo), che ti permette di arrampicare anche per più giorni di fila; gli atterraggi sono decisamente in piano per quanto riguarda i boulder disseminati lungo la ciclabile, un po' più impervi per quanto riguarda i massi che si trovano più defilati tra la vegetazione. In ogni caso è una meta sempre molto frequentata anche dalle tante famiglie con bimbi al seguito che vengono ad arrampicare in questa magica valle.

 

 

Piana del Remenno - Settore Tarzan

 


Un altro settore dalla comodità che vince su tutto, sorge praticamente alle spalle del cortile del Centro Polifunzionale. Quello che lascia ammaliati è che non solo puoi fare una prima ricognizione dei boulder con la tazzina del caffè in mano, ma i passaggi sono anche bellissimi, intensi e, in alcuni casi, mentalmente impegnativi. Qui troviamo il celebre "Sogno di Tarzan" (versione stand o sit), uno dei passaggi più emblematici della valle, che vanta una data di apertura del lontano 1992. Un po' più avanti in direzione San Martino, ma sempre ben visibile per la sua posizione in mezzo al prato, c'è il masso di "Aspettando Fred Nicole", un tetto che attira i boulderisti più estremi dotati di fisicità e tenenza da manuale. 

 

 

 

Il settore Tarzan richiede in generale un buon livello di arrampicata, per quanto non manchi qualche timido passaggio "di riscaldamento". La roccia è comunque ottima ed invoglia chiunque a cimentarsi con questi passaggi che rappresentano l'essenza stessa del boulder su roccia.

 

 

Piana del Remenno - Sasso Remenno

 

Con l'area del Remenno chiudiamo la triade dei settori della Piana che abbiamo deciso di includere in questa breve presentazione. Sono almeno altrettanti gli altri settori che troviamo nella Piana e che meritano una visita, o che annoverano nella loro lista di passaggi qualche linea storica. Abbiamo comunque scelto di parlare del Remenno sia per la quantità di boulder impressionanti, sia per la storicità che il Sasso Remenno porta con sé: qui sono state scritte pagine importanti della storia dell'arrampicata italiana.

 

 

Per quanto riguarda il boulder, aggirandoti tra i massi che si trovano nei dintorni del monolite più grande d'Europa potrai ammirare - e magari provare - alcuni super classici la cui eco ha sicuramente raggiunto qualsiasi boulderista italiano (che sia già stato da queste parti o meno). Dai passaggi sul Masso di Goldrake al durissimo Unità di Produzione, senza dimenticare Il Sogno di Tano: queste sono solo alcune delle perle che puoi trovare nel raggio di pochi metri. Ma non temere: c'è talmente tanta roccia che non mancano le linee anche per i livelli di difficoltà più facili, ed il divertimento è garantito per tutti.

 

 

Val di Mello - Settore Melloblocco 

 

Se la Piana del Remenno si sviluppa nella zona tra Filorera e San Martino, da quest'ultima località dove possiamo trovare caffè, rifocillamenti per la giornata e souvenir, è possibile proseguire verso i Bagni di Masino oppure verso la Val di Mello. Quest'ultimo settore ha anche una valenza particolarmente storica, essendo stata esplorata già durante gli anni '70 e '80. In particolare nel settore Melloblocco troviamo dei super classici del bouldering di questa valle: l'omonimo boulder Melloblocco ne è un classico esempio, ma anche il mitico Zero in Condotta o la linea da cinque stelle Skateboarder. 

 

 

Molti dei settori della Val di Mello sorgono su terreni privati: ti consigliamo di consultare la guida per avere tutte le info del caso, soprattutto se stai valutando di andare ad arrampicare in tarda primavera, periodo in cui i proprietari tagliano il foraggio. A differenza della Piana del Remenno, dove arrampicare in pieno sole nei mesi più caldi può rivelarsi un'impresa titanica, arrampicare in Val di Mello in estate non è del tutto impossibile, anche se non troverai sicuramente le migliori condizioni dell'anno. Se stai pensando di visitare i diversi settori della Val Masino in una mini vacanza, non dimenticarti che la Val di Mello è il settore con la grana più dolorosa e tagliente, e potrebbe compromettere lo stato di salute della pelle delle mani per i giorni a seguire.

 

 

Bagni di Masino - Claudio Raboni

Bagni di Masino - Claudio Raboni

 

 

Bagni di Masino - Settore Belvedere

 

Al contrario della più storica Val di Mello, i Bagni di Masino rappresentano la scoperta un po' più recente, per quanto stiamo comunque parlando di prime sporadiche visite negli anni '90 e poi di un importante lavoro di pulizia in occasione di diverse edizioni del Melloblocco negli anni 2000. Parimenti alla Val di Mello, permette di scalare anche quando nella Piana le temperature diventano inaccessibili, soprattutto nei settori più immersi nel bosco.

 

 

Il settore Belvedere è uno dei più ventilati proprio grazie alla vegetazione che ripara i massi dal sole già insistente di fine primavera ed inizio estate. La bellezza delle linee è anche rinforzata dall'altezza dei massi, che permette uno sviluppo ed una varietà dei movimenti assolutamente unici; la guida ci ricorda di controllare sempre la via di discesa prima di avventurarci su massi mentalmente impegnativi. I Bagni di Masino rappresentano anche un buon compromesso tra aderenza della roccia e abrasività: non ha la grana super fine di alcuni settori della Piana, ma neanche i cristalli taglienti della Val di Mello. 

 

 

Non vedi l'ora di partire per la Val di Mello? Assicurati di avere con te una copia di MelloBoulder!