Come scegliere i caschetti per l'arrampicata

Il casco da arrampicata è uno strumento importantissimo ma che spesso viene trascurato dai rocciatori. A volte è una questione di “coolness”, arrampicare senza casco fa più figo: a volte però il casco che abbiamo è semplicemente inadatto alla nostra testa! Dobbiamo saper scegliere al meglio il caschetto, ed in realtà basterà prendere in considerazione pochi parametri che fanno la differenza. Tutti i caschetti utilizzati nell'alpinismo e nell'arrampicata devono rispondere alla normativa europea CE EN 12492, che ne garantisce la resistenza agli impatti.

 

Detto questo, ovviamente ci sono moltissimi tipi di caschetto diversi, ognuno con le proprie caratteristiche e i suoi punti di forza. Tutti i caschetti vanno a cadere fondamentalmente in due categorie, quelli a schiuma e quelli a calotta rigida.

 

 

 

 

Calotta rigida

 

I caschetti a calotta rigida sono molto efficienti e resistenti, ottimi quando si va in montagna; sono caratterizzati da una calotta completa, da un sistema di sospensioni a cinghie e da una schiuma interna, che serve a mantenere in posizione il casco sulla testa. In caso di impatto, l'energia viene distribuita sulle cinghie di sospensione dal guscio di plastica che, assorbendo parte dell'energia, si deforma. Oltre ad essere molto solidi, offrono il vantaggio di poter staccare la parte in schiuma per lavarla separatamente: per questo sono spesso la scelta preferita da palestre di arrampicata, parchi avventura e tutte quelle realtà dove si affitta questo tipo di attrezzatura. Un esempio classico di questo tipo di caschi è Boreo di Petzl.

 

 

Schiuma espansa

 

I caschi a schiuma espansa hanno dalla loro una leggerezza ineguagliabile e sono costituiti da uno strato di schiuma (spesso polipropilene) ricoperto da una calotta sottile in policarbonato. L'energia in caso di impatto viene distribuita in maniera molto omogenea dal rivestimento in policarbonato, ed allo stesso tempo viene assorbita dalla capacità di espandersi della schiuma. Risultano più comodi da portare e sono più ventilati, inoltre sono perfetti per proteggere la testa in caso di impatti diretti contro la roccia, per esempio a causa di una caduta o di uno spuntone di roccia non visto. Per contro sono naturalmente meno robusti e resistenti nel tempo, e richiedono maggiore attenzione nel trasporto. Il modello “estremo” dei caschi a schiuma è il Scirocco di Petzl, che è addirittura un monoblocco di polipropilene espanso senza alcuna calotta: talmente leggero da dimenticarsi che lo si sta indossando.

 

 

 

I caschi ibridi

 

A metà strada tra le due tipologie di caschetti abbiamo gli ibridi, che riprendono i punti di forza di entrambe. Meno delicati dei caschi in schiuma, ma più leggeri e traspiranti dei caschi in plastica dura, rappresentano - in tutte le loro varianti - una buona opzione per chi pratica arrampicata sportiva. 

 

 

 

 

Ovviamente però, al di là delle caratteristiche fisiche e tecniche di un casco, la cosa più importante è che questo ci stia comodo sulla testa. È necessario dunque controllare che il casco sia regolabile in modo che non sia troppo stretto ma che sia ben saldo sulla testa. Per questo la maggior parte dei caschi ha un sistema con una rotella sul retro della testa, che permette di stringere le fettucce anche quando il casco è già indossato. Per quanto riguarda la chiusura sul mento, la fettuccia anteriore e quella posteriore dovrebbero formare una Y intorno alle vostre orecchie.

 

 

Altro fattore di cui tenere conto è la ventilazione di un casco. In generale i caschi con tecnologia a schiuma, avendo un corpo più cavernoso rispetto agli altri, sono anche i più ventilati. 

 

 

Fonte: Edelerid Knowledge Base, Guide Dolomiti