Ci sono alcuni movimenti dell’arrampicata che fanno parte delle cosiddette “basi” e che bene o male devi iniziare ad accettare quanto prima come parte della tua vita: rientrano tra questi il frontale ed il laterale, se sei un boulderista anche il tallonaggio. Poi, come dicevamo nello scorso episodio sull’aggancio di punta, ci sono i movimenti che possiamo anche far finta di non sapere che esistano: rientrano tra questi anche i lanci a due mani. E poi ci sono gli incroci.
A metà strada tra un movimento dove siamo finiti per caso per una lettura non corretta della via e una soluzione molto intelligente per risolvere sequenze complicate che seguono una linea di prese trasversali, sta noi a farne il nostro errore della giornata o la nostra mossa vincente. L’incrocio, a meno che non ti illudessi di poter accoppiare qualcosa, è molto evidente: per questo è importante studiarlo bene dal basso prima di partire per il tentativo, cercando di memorizzare gli appoggi per i piedi e soprattutto la presa da raggiungere una volta che ci stiamo “svitando” dal movimento.
Raramente si tratta di prese lontane tra loro: spesso sono solo prese che conviene valorizzare con la mano corretta oppure, come dicevamo, una sequenza di prese non perfettamente verticali sulla nostra testa. La posizione di partenza corretta per questo movimento è il laterale, con la gamba opposta alla mano che resta ferma (leggasi: corrispondente alla mano che incrocia) puntata su un appoggio. Dopodiché si consiglia vivamente di mantenere le braccia leggermente piegate per poter spingere al meglio sugli appoggi con i piedi, raggiungere la presa incrociando possibilmente sopra al braccio che resta fermo (da sotto è molto più estremo) e poi cercare di collocare il più velocemente possibile i piedi in modo da poter tornare in una posizione neutra e comoda anche con le mani. A volte succede che la fase in cui si cerca di rimettere la mano destra a destra e la sinistra a sinistra sia così dinamica da richiedere tutte le tue doti di coordinazione, velocità e intelligenza motoria verticale messe insieme: talvolta si cade, ma altre volte se ne esce da eroi.
Nel bouldering questo tipo di movimento ha una frequenza decisamente maggiore rispetto alla falesia soprattutto sui cosiddetti forti strapiombi e nella tracciatura indoor: in questi casi la varietà di movimenti che puoi sfoggiare per uscire dalla posizione critica è molto più varia e scenografica, e non di rado si conclude con sbandierate molto ampie.
Alcuni incroci sono talmente estetici da essere passati alla storia: uno su tutti è quello sulla celebre via la Rose et le Vampire a Buoux, dove Antoine Le Menestrel trovò nel lontano 1985 l’unico modo per risolvere la sequenza chiave di questa via. In questo caso si tratta dell’incrocio da sotto per eccellenza, dove la presa da raggiungere è talmente lontana che l’arrampicatore è costretto ad una rotazione considerevole di tutto il corpo sotto al braccio che resta fermo.
La grande guida sull'allenamento per l’arrampicata Jollypower spiega in maniera veramente accurata i tre tipi di incroci possibili: da sopra, da sotto e a braccio disteso. Oltre ad una presentazione sull’aspetto teorico, Jollypower propone sia tre esercizi da fare al muro boulder che un esercizio da fare sul Pangüllich a liste larghe, altissimamente efficaci!
Fonte: climbing magazine, Credits: Julien Jerry
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9 ottobre 2019