Come migliorare l'arrampicata in compressione

Ci sono cose della cui esistenza dobbiamo farci una ragione senza questionare troppo sul perché, come i numeri periodici, i film in Blue Ray e l’arrampicata in compressione. Si fa presto a dire come allenarsi sulle tacche e sui bloccaggi, ma per quanto riguarda la fisicità totale richiesta da certi boulder, l’unica opzione sembra a volte che sia trasferirsi a Fontainebleau.

 

 

Per compressione infatti intendiamo quei passaggi dove è richiesta la spinta di tutto il corpo, dove ti ritrovi abbracciato con tutto te stesso ad una prua o dove devi superare un traverso su piatte; in breve qualsiasi movimento che ti richieda di “schiacciare” anziché trazionare, fa parte di questa grande famiglia. I funghi di Fontainebleau sono l’esempio più celebre, ma l’arrampicata di compressione è tipica di tutti quei bordi dove tirare non serve. In realtà è uno stile molto divertente: non è traumatico per le dita, è fisico e di soddisfazione.

 

 

Se sai di avere una carenza su questo stile è però effettivamente difficile sapere con certezza come allenarti: un buon inizio è lavorare sul potenziamento dei grandi muscoli, trattandosi infatti di uno dei pochi casi in cui ha senso isolare il lavoro dei gruppi muscolari della schiena in modo da potenziarli al meglio. Questo vale soprattutto per le ragazze o per chiunque abbia una corporatura esile e tende a non prendere massa muscolare.

 

 

Gli addominali sono fondamentali per la nostra capacità di alzare i piedi mentre siamo compressi su un bordo con tutta la parte superiore del nostro corpo: puoi allenarli a corpo libero, al trave o simulando i movimenti della roccia sul muro boulder. Parallelamente agli addominali gioca un ruolo determinante la mobilità articolare del bacino, senza la quale non riusciamo a "svitarci" spostando il nostro baricentro, e quindi andando a caricare diversamente il nostro peso per riuscire a superare il passaggio. Ti lasciamo qui un link a un nostro precedente post su come lavorare sulla mobilità articolare.

 

 

Anche l’attrezzatura per l’allenamento di ultima generazione ci viene incontro, adattandosi ad uno stile che è sempre molto gettonato nelle palestre e nelle gare: gli enormi volumi che puoi avvitare a qualsiasi pannello ti offrono la possibilità di esercitare sia la tecnica che esercizi più specifici come le trazioni. Inoltre puoi allenare i lanci a una o due mani sulle prese svase, salite al Pangullich su sfere o volumi, o qualsiasi tipo di esercizio equivalente che racchiuda il binomio: pliometria e svasi.

 

 

Ovviamente non possiamo pensare di potenziare solo i singoli aspetti della parte fisica per raggiungere risultati sorprendenti. Il muro boulder ci può aiutare tantissimo a mettere insieme questo allenamento insieme alle nostre doti innate di coordinazione e ai fattori tecnici che riguardano gli agganci di punta o di tallone. Molti boulder tracciati su volumi o su prese new generation obbligano ad allenare le compressioni direttamente “sul campo”: a volte può essere sufficiente una buona palestra con un’ottima tracciatura per migliorare in maniera significativa.

 

 

Jernej Kruder, photo credits: Scarpa.net

photo: www.scarpa.net

 

 

Disclaimer. I suggerimenti proposti in tutti gli articoli sul training non pretendono di essere esaustivi; avendo carattere solamente informativo, non sostituiscono in nessun modo il parere di trainer ed istruttori di arrampicata. Gli allenamenti per l’arrampicata possono essere estremamente traumatici ed arrecare danni anche gravi all’organismo, pertanto devono essere eseguiti solo in presenza di personale qualificato. Nonostante il nostro impegno, non è possibile garantire l’assenza di errori e l’assoluta correttezza delle informazioni divulgate.