Come arrampicare bene in falesia

Per chi arrampica molto in palestra è normale incorrere in errori molto comuni quando si dedica all’arrampicata in falesia, soprattutto se non si ha molta esperienza sulla roccia. Si tratta principalmente di errori nella lettura della via, nella valorizzazione corretta di appigli ed appoggi e nell’economia delle energie. Daniele di DP Climbing ha anche parlato di questo argomento in questo video: risolvere questi aspetti può portarci ad arrampicare veramente meglio ed in maniera più fluida sulla roccia.

 

 

La lettura della via è una delle grandi incognite per chiunque sia alle prime esperienze in falesia; soprattutto se si arriva da un periodo di palestra, dove le prese sono ben segnate e visibili, se non addirittura illuminate a LED come nel Moon Board, quando ci troviamo sulla roccia sta a noi individuare gli appigli più utili. Questo ovviamente ci porta anche a rallentare molto la nostra arrampicata: l’incognita unita ad un diverso approccio mentale (cadere fuori generalmente spaventa più che cadere in palestra) cambia il nostro modo di arrampicare rendendolo più frammentato ed esitante. L’esperienza, il tempo, la pazienza e la costanza possono aiutarci moltissimo a migliorare sotto questo aspetto.

 

 

Un’altra conseguenza dell’arrampicare molto indoor è la nostra tendenza a cercare appoggi per i piedi molto grandi: come ci fa notare Daniele nel video, a volte un appoggio grande non corrisponde necessariamente a quello più utile per metterci in un buon equilibrio e in una buona posizione per salire al meglio. Saper valorizzare gli appoggi anche piccoli, ma molto comodi per noi, è una svolta fondamentale per migliorare nella nostra arrampicata e che possiamo allenare solamente sulla roccia.

 

 

Lo stesso discorso può valere anche per le prese per le mani, perché una lettura scorretta ci può portare ad assumere delle posizioni errate, che non ci fanno arrampicare in maniera fluida e che soprattutto possono farci interpretare in maniera del tutto sbagliata la sequenza di una via. Uno degli errori più comuni tra chi arrampica da poco è quello di cercare di stringere le prese sempre sulla parte superiore anziché dal lato migliore; a volte una presa pessima nel suo punto più alto si rivela ottima se tenuta come un verticale, se presa di rovescio ecc. Anche questo fa parte del “pacchetto” inevitabile dell’esperienza che solo l’arrampicata su roccia può darci.

 

 

Per arrampicare bene in falesia dobbiamo anche saper dosare le energie, gestire i riposi e, per usare termini tecnici, imparare ad arrampicare in maniera economica. La buona notizia è che questo aspetto è allenabile anche in palestra: Daniele ad esempio consiglia dei sistemi diversi a seconda che si disponga di un muro con la corda o di un pannello con circuiti. In ogni caso possiamo farci una buona base di resistenza sul muro, di tecnica sulla roccia e di conoscenza generale degli schemi motori fondamentali (questa la otteniamo sia arrampicando indoor che outdoor) per poter dare una svolta alla qualità della nostra arrampicata in falesia.

 

 

Ultimo aspetto che a volte penalizza la nostra arrampicata su roccia è quello dei moschettonaggi: se infatti disponiamo di un muro con la corda per il nostro allenamento, possiamo avvicinarci molto a simulare lo stesso gesto sulla roccia, ad allenarci a passare la corda dal punto più comodo, cioè trovandoci col bacino alla stessa altezza dello spit, e soprattutto nel senso giusto. Per contro in palestra non ci troveremo mai a dover affrontare lunghi run-out o moschettonaggi difficili, mentre ci sono ottime probabilità di trovarci con una chiodatura impegnativa a seconda della falesia dove arrampichiamo.

 

 

Questo importante aspetto mentale si può migliorare prendendo confidenza con le proprie capacità, con il volo e con la roccia: un libro che ti può aiutare ad arrampicare in maniera più fluida e molto rilassata superando per gradi la paura di cadere è il Rock Warrior’s Way: non fartelo mancare!