Alcuni errori molto comuni nell'allenamento degli arrampicatori

Il tema degli errori più comuni nell’allenamento per l’arrampicata sportiva è sempre molto gettonato e supportato da un’infinità di articoli, esempi e varianti sul pezzo, tra cui il recente post di Klettern sui “7 errori più comuni” tra chi è ancora alle prime esperienze con l’allenamento. Abbiamo fatto un sunto di tutti gli articoli e punti più interessanti elencando in questa sede quelli che ci risultano essere i cinque più frequenti.

 

 

5- Bruciare le tappe. Quando un arrampicatore si prende bene con l’allenamento, in genere è irrefrenabile: la voglia di fare acrobazie sul Pangüllich, ma soprattutto di migliorare molto in fretta sui boulder e sulle vie, può portare a non considerare il potenziale di infortunio a cui possiamo esporci. Anche se arriviamo da altri sport e quindi abbiamo già una discreta base fisica, dovremmo sempre mantenere sangue freddo e un po’ di pazienza per abituarci gradualmente ai nuovi sforzi. Partire a bomba con quattro sedute settimanali per poi fermarci un mese  e riprendere in modo disordinato non sarà efficace come la costanza di allenarsi bene anche solo due volte a settimana per sei mesi.

 

 

4- Rimanere nella comfort zone. Questa tendenza può riguardare arrampicatori sia neofiti che esperti ed è più una tendenza di vivere lo sport (non del tutto sbagliata) in maniera diversa che un errore vero e proprio. Diventa penalizzante se vorremmo migliorare e vedere dei salti di qualità: dal provare sempre e solo cose troppo oltre il nostro limite ad arrampicare sempre e solo su passaggi sotto al limite c’è tutto un range di difficoltà intermedie e di intensità sostenute che possono aiutarci a migliorare sia sulla tecnica che sulla forza. Spesso succede che qualche arrampicatore cerchi d’istinto i passaggi che riesce a chiudere o gli esercizi a secco che riesce a fare agevolmente, approccio che va benissimo in una prima fase di riscaldamento. Per migliorare dobbiamo metterci alla prova proprio su quei movimenti che ci respingono, come dice Jolly “su passaggi che riusciamo a chiudere a fatica”.

 

 

3- Variare poco l’allenamento. Anche questo punto è molto correlato al discorso della comfort zone, perché è umanamente comprensibile che se ci troviamo bene su tacche cercheremo le tacche, e se ci troviamo bene sulle rincorse sui volumi, cercheremo i volumi. Questo va molto bene se vogliamo fare una serata in cui ci divertiamo ed arrampichiamo (legittimissimo), mentre in ottica di allenamento vero e proprio dovremmo sforzarci di andare a provare quei passaggi che “non fanno per noi”. Quindi oltre allo stile parliamo di inclinazioni che non ci piacciono (placche vs tetti), di capacità che sembra non siano state incluse nel nostro patrimonio genetico (lanci a due mani, spalmi in diedro), di dedicare parte dell’allenamento anche a momenti in cui non arrampichiamo, come lo stretching od il potenziamento dei muscoli stabilizzatori. Per quanto riguarda l'allenamento a secco non eviteremo ad esempio i piegamenti sulle braccia come la peste solo perchè non riusciamo a fare una serie da dieci.

 

 

2- Non riposare. Su quale sia la tempistica ideale per riposare tra un esercizio e l’altro ognuno ha la propria teoria e comunque non vogliamo indurre nessuno ad un atteggiamento ossessivo con il cronometro: vero è che spesso un arrampicatore molto motivato, e che magari non riesce a frequentare la palestra quanto vorrebbe, prova quindici boulder in quaranta secondi senza fermarsi. Posto che è sempre bello vedere arrampicatori sinceramente entusiasti, questo modo “poco economico” di arrampicare potrebbe portare a stancarsi nella prima mezz’ora di palestra e a non riuscire ad allenarsi in maniera veramente efficace. Solo se ci riposiamo completamente tra un boulder e l’altro (se parliamo di difficoltà al nostro limite) o tra un esercizio e l'altro potremo provarli al 100% delle nostre capacità.

 

 

1- Non ascoltarsi. In moltissimi post legati all’allenamento abbiamo sottolineato l’importanza estrema di scegliere delle programmazioni adatte per noi e di personalizzarle ulteriormente a seconda dei nostri punti deboli ed obiettivi. Ora vogliamo sottolineare un altro aspetto dell’allenamento, ovvero non fare sedute intense a tutti i costi solo per la regola dell’allenarsi due volte a settimana: a volte qualche giorno di riposo completo può essere più utile di un allenamento sforzato. Ricordati che allenarti da stanco è abbastanza controproducente, allenarti da raffreddati o influenzati pressoché inutile ed allenarti con un principio di infiammazione a qualche tendine è assolutamente deleterio.

 

 

ascent studio colorado

 

Disclaimer. I suggerimenti proposti in tutti gli articoli sul training non pretendono di essere esaustivi; avendo carattere solamente informativo, non sostituiscono in nessun modo il parere di trainer ed istruttori di arrampicata. Gli allenamenti per l’arrampicata possono essere estremamente traumatici ed arrecare danni anche gravi all’organismo, pertanto devono essere eseguiti solo in presenza di personale qualificato. Nonostante il nostro impegno, non è possibile garantire l’assenza di errori e l’assoluta correttezza delle informazioni divulgate.