Le basi dell’arrampicata: il tallonaggio

Imparare a tallonare bene è uno dei modi più efficaci per migliorare in arrampicata e risolvere sequenze dall’apparenza impossibile. Un buon tallonaggio ti può tornare utile in falesia, soprattutto su vie strapiombanti, ma è assolutamente indispensabile nel boulder: ti aiuta a sghisare mentre traversi su un bordo di piatte, a partire comodamente nelle sit start e molto spesso è l’unico modo per riuscire a ribaltarsi velocemente e senza timori.

 

 

La prima cosa di cui forse avrai già fatto esperienza sul tallonaggio è che rappresenta il meno intuitivo tra tutti i movimenti in arrampicata, a parimerito soltanto con le spallate e gli incroci. Il bello, però, è che può essere appreso ed imparato fino a farlo diventare un automatismo di cui voler usufruire continuamente: tallonare ti aiuta a fare meno fatica, ed è dannatamente fotogenico.

 

 

Il tallonaggio, così come l’aggancio di punta, è un movimento in cui devi “tirare” invece che spingere con le gambe; tramite la rotazione del ginocchio ti ritroverai automaticamente con il bacino molto più vicino alla parete, e tutte le prese ti sembreranno come per magia raggiungibili più facilmente. Una buona rotazione del ginocchio avviene grazie alla punta del piede che “tira” verso il basso e ad una buona mobilità articolare del bacino che ne garantisce una buona esecuzione.

 

 

Puoi staccare sia la mano corrispondente al piede che tallona che quella opposta: in entrambe i casi l’ideale è aspettare di avere il bacino il più vicino possibile alla roccia prima di cercare di agguantare la presa successiva. In forte strapiombo o in tetto l’altro piede può anche non essere appoggiato, avendo solo la funzione di bilanciare e tenere in equilibrio l’arrampicatore durante il movimento. Il punto dove scegliere di tallonare è abbastanza cruciale: in un passaggio verticale o leggermente strapiombante, dove il tallonaggio ha più che altro la funzione di tenerci fermi contro alla parete, possiamo anche permetterci di tallonare su una presa bassa. Se invece siamo in strapiombo o in un ribaltamento, vale la regola che è sempre meglio essere “raccolti”, ovvero con i piedi più alti possibili, per non rischiare di sbandierare ogni dodici secondi: il tallone va quindi messo in alto, il più possibile vicino alle mani.

 

 

Le scarpette da boulder ti offrono ogni possibile combinazione di morbidezza ed aggressività per poterti fidare ciecamente dei tuoi piedi: l’ideale per i boulder in strapiombo sono delle scarpette con la suola morbida, di modo che possano aderire bene alle varie forme della roccia, ma dalla forma aggressiva ed asimmetrica. Ovviamente il tallone deve essere ben fasciato, senza possibilità di potersi muovere all’interno della scarpetta mentre lo stiamo caricando.

 

 

Data la pericolosità del movimento, ti consigliamo di apprenderne tutte le sfumature insieme a personale qualificato ed istruttori: la nostra non si vuole infatti sostituire ad una formazione specifica assolutamente necessaria prima di intraprendere un’attività di questo tipo. 

 

 

tallonaggio