Come fare foto perfette di arrampicata indoor: intervista con Michele Franciotta

Arrampicata e fotografia è un binomio che funziona sempre moltissimo per la spettacolarità dei movimenti, dei luoghi e dei punti di vista insoliti che caratterizzano questo sport. Molto spesso ci troviamo su Instagram ad ammirare stupiti foto di outdoor, vedute aeree e immagini con panorami mozzafiato, ma restare colpiti da un'immagine di allenamento scattata in un ambiente chiuso è molto più difficile. A noi è successo con le foto di Michele Franciotta, che abbiamo conosciuto per via di una collaborazione con il CUS Pavia: arrampicatore e fotografo per professione, videomaker per aziende sportive di tutta Italia, è riuscito a catturare definitivamente la nostra attenzione grazie a dei bellissimi scatti di Giulia Passolungo, sempre del CUS Pavia, alle prese con la sua session di allenamento da quarantena al Pan Gullich (potete vedere le foto sulla nostra pagina Instagram). E allora abbiamo voluto sapere tutto, ma proprio tutto, su come fare delle foto epocali nelle nostre aree di allenamento casalinghe e spesso molto buie.



O: Ciao Michele! Benvenuto su Oliunìd! Domanda di rito che facciamo a tutti gli intervistati di questo periodo: dove ti trovi e come procede il tuo allenamento in quarantena?


M: Ciao, grazie mille per avermi qui con voi su Oliunìd! Mi trovo a Gravedona ed Uniti, un paesino sulla sponda nord-occidentale del lago di Como dove mi sono trasferito da Pavia circa due anni fa. Fino ad allora il CUS Pavia è stato come una seconda casa, motivo per cui ho dovuto colmare questo vuoto costruendo un pan gullich nel mio garage a poche settimane dal mio arrivo nel comasco. Inutile dire che è diventato un compagno di allenamenti ideale, soprattutto in un periodo particolare come questo, nel quale trovare la motivazione per tenersi in forma è cruciale. Con tutto il tempo extra a disposizione è il momento di sperimentare come mai prima! Ho addirittura provato ad allenarmi due volte nello stesso giorno: la quarantena può rivelarsi interessante.



O: Per quanto riguarda le foto di allenamento, qual è la tipologia di attrezzatura che ti dà maggiori soddisfazioni? Trave, Pan Gullich, prese in sospensione, muro boulder?


M: In generale preferisco fotografare all'aperto e questo mi ha portato ad apprezzare in particolare i travi portatili, che spopolano ormai da qualche tempo. Oltre a permettere di riscaldarsi e di allenarsi ovunque, sono oggetti decisamente estetici e trovo che offrano molte scelte creative a livello di composizione dell'immagine. Che si tratti di dettagli o di paesaggi grandiosi, un buon trave portatile fa sempre la sua figura in uno scatto!

Per quanto riguarda l'allenamento a casa, i travi fissi si prestano più che altro a buone foto di dettaglio. E poi c'è il pan gullich, che nelle sue forme così geometriche e nella sua esplosiva dinamicità è uno strumento davvero affascinante. Questo ne fa il mio soggetto indoor preferito.



O: Fare delle foto di arrampicata che siano memorabili è meno facile di quanto uno possa pensare, farle al chiuso è ancora più difficile, ma farle al chiuso e con un soggetto in movimento è da manuale. Quali sono i tuoi trucchi del mestiere per fare foto indoor?


M: Fare foto di azione indoor è particolarmente impegnativo per la questione della luce, che spesso è scarsa o di origine artificiale. Ad ogni modo, lavorare in condizioni di luce prevedibili – o addirittura controllabili da noi stessi – è un grande vantaggio rispetto alla fotografia outdoor! Parlando di tecnica, generalmente un tempo di scatto di 1/250s è abbastanza rapido da ottenere una foto nitida e senza mosso, ma richiede anche un’illuminazione sufficiente in quanto il sensore è esposto alla luce per un periodo di tempo relativamente corto. Per questo motivo, difficilmente ricorro ad un diaframma superiore a F4 e imposto le ISO di conseguenza. Dall’altro lato, un diaframma molto aperto (come F1.8) cattura molta più luce, ma la profondità di campo – ovvero la “fetta” di spazio che risulta a fuoco – si riduce moltissimo, risultando spesso insufficiente a mettere a fuoco la totalità del soggetto. Tra l’altro, teniamo conto che la profondità di campo si riduce anche in funzione della vicinanza con il nostro soggetto, fattore che in casa può metterci in difficoltà visti gli spazi ristretti. Un ultimo consiglio, ma non meno importante, che vorrei dare: non temete di alzare le ISO se necessario. Un po’ di rumore digitale, purché non eccessivo, è spesso correggibile in post produzione, e quando non lo è passa in secondo piano nel quadro di una foto interessante.



Michele Franciotta photo



O: Usi un obiettivo particolare per l’indoor? Ci confermi che quelli a focale fissa ci diano risultati moltomigliori in termini di luce rispetto a quelli che puoi zoommare?


M: La mia lente preferita per l’indoor è il 16-35. Soprattutto quando gli spazi sono angusti, con la sua estremità più ampia mi permette di includere la totalità del soggetto nell’inquadratura e apre le porte a prospettive inusuali. Certamente gli obiettivi fissi hanno una qualità ottica superiore e sono generalmente più luminosi, ma come dicevo prima non sempre un obiettivo molto luminoso utilizzato alla sua massima apertura è la scelta più indicata. Inoltre gli zoom permettono una notevole versatilità senza obbligarci a cambiare lente nel nostro polveroso ambiente di allenamento. Ad ogni modo, scelgo la lente in base all’immagine che intendo realizzare, dal momento che ogni lunghezza focale ha le sue peculiarità – non ci sono lenti sbagliate, tutto dipende dalla storia che si vuole raccontare!



O: Preferisci passare più tempo a sperimentare esposizioni diverse oppure fare meno foto e poi lavorare di più in postproduzione?


M: Per quanto riguarda la post produzione, meno c’è da correggere e meglio è! Un buon file RAW in partenza è fondamentale e permette molte più scelte creative rispetto ad uno scatto che richiede correzioni per problemi di esposizione. È importante spendere un po’ di tempo a inizio shooting per trovare i dati di scatto più adeguati alla situazione, in modo da potersi concentrare esclusivamente sulla composizione durante l’azione. Personalmente preferisco sottoesporre lievemente le mie foto (-0.7 EV), in modo da poter mantenere tempi veloci anche con poca luce, in quanto in post produzione è molto più semplice recuperare dettaglio dalle ombre che dalle alte luci. Il mio consiglio, quindi, è di esporre per le parti più luminose dell’inquadratura. Sarebbe meglio fotografare quando il tempo è coperto e non si ha forte luce diretta, ma in caso di contrasti estremi tra dentro la stanza e fuori dalla finestra una buona silouette può trasformare una situazione da incubo in un’occasione creativa.



O: A volte per fare una foto decente la metà di quelle che vediamo sulla tua pagina impieghiamo mezza giornata e innumerevoli scatti da cestinare: insomma va a finire che o facciamo foto o ci alleniamo! Vale lo stesso anche per te?


M: Sicuramente! Concentrarsi su una cosa alla volta è decisamente più indicato, soprattutto se ci stiamo allenando rigorosamente. A dirla tutta, mi è anche capitato di afferrare la macchina fotografica nel bel mezzo dell’allenamento per verificare una certa inquadratura o per fare uno scatto di prova in vista di un progetto futuro – finendo irrimediabilmente col ricoprire di magnesite l’attrezzatura. Ad ogni modo, non c’è da vergognarsi se a fine shooting ci ritroviamo con più della metà delle foto da cestinare: è così che funziona ed è il bello del digitale!



O: Come possiamo girare a nostro favore la ristrettezza degli spazi domestici? Quali sono le inquadrature che possono funzionare meglio?


M: I principali vantaggi degli spazi domestici sono la simmetria degli ambienti e la possibilità di controllare le distrazioni su cui in natura non abbiamo alcun controllo. Un’inquadratura ampia funziona particolarmente bene se riusciamo ad includere linee e spazi vuoti che risultino armonici con la posizione del soggetto. Nel caso di spazi molto ristretti o con distrazioni invadenti, possiamo considerare anche inquadrature molto più intime, concentrandoci sui dettagli: è incredibile quanto pochi dettagli possano bastare per raccontare una storia! Mi piace inoltre sperimentare prospettive inusuali, direttamente da sotto o sopra il soggetto, motivo per cui nel mio garage c’è sempre una scala a pioli vicino al pannello…



O: Dove possiamo “seguirti” per trovare sempre una fantastica ispirazione per le nostre immagini?


M: Potete trovare numerosi scatti sui miei canali social,Instagram e Facebook, nonostante io non sia certo il più regolare degli user, e sul mio sito web, dove ho creato una breve gallery di foto di scalata outdoor e indoor.


O: Grazie Michele, a presto!



Michele Franciotta photo



24 aprile 2020