Spettacolari vie d'arrampicata e boulder da puristi tra Cina, Italia e Austria

Anche questa mattina abbiamo aperto le nostre finestre sulle pareti del mondo e ne abbiamo viste delle belle. Oggi vi raccontiamo in breve alcuni fatti avvenuti in settimana su montagne, falesie e massi, tra protagonisti e nuove promesse dell’arrampicata.

 

 

Il 9a+ della Cina

 

Conoscete The Clinic? Ebbene sappiate che è la via di arrampicata sportiva più difficile della Cina. Si trova a Shangfang, nella provincia dello Zhejiang, è un 9a+ di 35 metri e la prima via con questo grado in Cina.
Dopo l’incontro con la comunità dell’arrampicata e la visita alla theclinic.international, una tra le cliniche più conosciute per atleti di alto livello, Edu Marin, climber spagnolo di 35 anni, ha chiodato e liberato The Clinic (qui il video della salita).

 

 

È come una “groviera piena di buchi piatti”, questa la definizione del tiro di Marin, che aggiunge nel suo post su Facebook: “ho sempre pensato che il talento dipenda dall'ispirazione, ma lo sforzo dipende da ognuno di noi".
Non è la prima per Marin in Cina: è infatti autore di molte altre vie nel paese, tra cui Valhalla, la via a più tiri più strapiombante al mondo, grado 9a+, che si trova nella Valle di Gétû.

 

 

La via sportiva The Clinic supera i 250 metri del "più grande tetto del mondo” (così definito da Marin) del Grande Arco. In totale la via è di 380 metri: 14 tiri con il quinto da 9a+ (qui il video dell’arrampicata sul tetto), l’ottavo e il dodicesimo di 8c+.

 

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Torniamo in Italia con due nuove vie d’arrampicata da provare!

 

Di recente con Markus Aufderklamm (arrampicatore di San Felice) Luca Giupponi (direttore tecnico della nazionale italiana di arrampicata) ha aperto la via Dittatura Digitale a Cima Uomo, Dolomiti del Brenta, e Io Penso Positivo, Rupe di Santa Massenza nella Valle del Sarca.

 

 

La prima via, aperta con progressione in libera, è caratterizzata nel primo tiro da un diedro e una placca impegnativa, appoggi svasi e lisci. Il secondo tiro è strapiombante con liste e verticali, per poi offrire un bel traverso a buchi e una placca in uscita. È obbligatorio il 7b e si scende in doppia con soste attrezzate. In Dittatura Digitale troverete principalmente spit.

 

 

Io Penso Positivo è una via lunga un centinaio di metri “estetica e spettacolare”, come la definisce Giupponi, che sempre con Aufderklamm l’ha aperta dal basso in due giornate. Due tetti caratterizzano i tiri di 7c e 7c+. È obbligatorio il 7a e la discesa è in doppia. Anche in questa via troverete spit.

 

 

In entrambe le vie sono necessari totem cam: un verde e un nero per Io Penso Positivo e una serie fino al rosso per Dittatura Digitale.
I totem cam sono friend da arrampicata progettati e prodotti dalla Totem, che possono essere inseriti in tasche o fessure poco profonde anche solo con due camme. Queste protezioni veloci possono essere utilizzate in qualsiasi tipo di arrampicata, grazie alla loro flessibilità e all’eccellente tenuta.

 

dittatura digitale e io penso positivo relazioni vie arrampicata

 

Passiamo al boulder e andiamo nella Valle dell’Orco

 

Siamo in un luogo famoso per l’arrampicata trad e per la scalata su sassi. Bernd Zangerl, boulderista austriaco di 42 anni, è famoso qui, nella Valle dell’Orco, perché è riuscito a trovare problemi divenuti famosi tra gli appassionati (ad esempio Self Aperto 8A, Bravirabi 8A, I coloniali sd 8B/C, 29dots 8A+). Grenzenlos (senza confini) è la sua ultima scoperta: è una linea caratterizzata da una fessura che solca una parete di 10 metri, ed è stata definita da Zangerl la più bella e tra le più selvagge salite che abbia mai intrapreso.

 

 

Non incline all’uso di crash pad, il boulderista ha affrontato Grenzenlos con un friend all’inizio e con un pecker posizionato in diagonale alla fine.
Un consiglio per chi vuole osare la salita? Superare i limiti della mente, che a quanto pare è senza confini.

 

Bernd Zangerl, Valle Orco, Grenzenlos

 

Restiamo sui problemi e andiamo in Austria

 

Nella valle austriaca Maltatal esiste un boulder, un 8C liberato da Nalle Hukkataival nel 2014 e ora ripetuto da Nicolai Uznik, climber ventenne. Il nome di questa linea, considerata tra le più pure, è Bügeleisen (ferro da stiro).

 

 

La parete strapiombante, liscia alla vista, è caratterizzata da piccole tacche e minuscoli appoggi, e da un tratto finale suoperato dal boulderista con tallonaggio e mano-piede: dopo aver spostato la neve all’uscita, Uznik si è aggiudicato il boulder con una velocità di ascesa sorprendente. (Qui il video della salita.)

 

Nicolai Uznik su boulder Bügeleisen sit in Maltatal

 

C’è chi scende volando

 

Aaron Durogati e Simon Gietl hanno approfittato delle ottime condizioni meteo di novembre per salire Antelo, Wasserkopf e Hochgall e scendere in parapendio verso valle. Esperto dell’Alta Pusteria, Gietl ha deciso di provare anche una salita sulla parete nord del Rauchkofel, in Alto Adige, ancora inesplorata.

 

 

Partiti da Campo Tures alle 6 di mattina, carichi di materiale necessario e parapendii, i due sono arrivati alla parete e hanno iniziato l’ascesa: tra passaggi di ghiaccio e gradoni di roccia, il 29 novembre è nata una nuova via di 500 metri, difficoltà M5, da affrontare con ramponi e piccozze, una serie di friend e chiodi (in parete non è stato lasciato nulla).

 

Monte Rauchkofel - Lee nuova via

 

2024: l’arrampicata arriva a Parigi

 

Ai giochi olimpici di Parigi 2024 ci sarà anche l’arrampicata sportiva: lo ha confermato l’IOC Executive Board.
Novità? Non ci sarà la Combinata, lasciando spazio alle specialità. Le medaglie raddoppiano da 6 a 12. In gara troveremo la Speed e una combinata Lead-Boulder, dove si sfideranno 64 atleti.
À bientôt!