Noia e l'arrampicata sportiva nel cuneese

Raramente le vie più emblematiche della storia dell'arrampicata dipendono solo ed esclusivamente da un grado, una nuova difficoltà superata, un limite posto sempre più in alto. Spesso portano con sé visioni futuristiche, movimenti che prima non si pensavano possibili e soprattutto la dedizione di quei protagonisti che hanno investito in prima persona, sia dal punto di vista economico che creativo, nel far nascere qualcosa di nuovo.

 

 

Severino Scassa di vie ne ha chiodate tantissime, soprattutto nella zona del cuneese dove è cresciuto e dove si è anche formato come arrampicatore e chiodatore. Tra tutte le falesie del cuneese, Andonno è sicuramente la più bella, la più frequentata e quella dal valore storico maggiore; ed in tutta Andonno la via più conosciuta, la più ambita ed allo stesso modo la via dal valore storico maggiore è Noia.

 

 

La storia di Noia

 

La svolta rappresentata da questa via, che comunque nasce come uno dei rarissimi 8c dei primi anni '90, sta nel suo sviluppo. Noia è infatti la connessione tra Noi, una via chiodata nel 1989 da Giovannino Massari e Cobra, chiodata da Severino Scassa. Uno spit collega le due vie con un traverso dai movimenti estetici e dai piedi sempre precari: "la" via di resistenza per eccellenza, una rarità in quegli anni, soprattutto su difficoltà al limite.

 

 

Noia non riscosse subito il clamore che ebbe poi nel corso dei venti anni successivi: ai tempi l'attenzione era tutta sulle vie più corte che venivano liberate in Francia ed in Inghilterra, ma pian piano la voce di una via assolutamente da provare iniziò a spargersi tra gli arrampicatori d'élite di tutto il mondo.  

 

 

Le prime ripetizioni

 

In principio fu Christian Brenna: nel 1999 aveva già collezionato tre primi posti nel Campionato Italiano Assoluto Lead, vari podi in Coppa del Mondo ed era un riferimento nel panorama internazionale dell'arrampicata. La sua ripetizione di Noia accese i riflettori su questa via per la sua proposta di "upgrade": propose infatti una rivalutazione della difficoltà da 8c ad 8c+.

 

 

Non solo iniziarono a provarla gli italiani (dopo Brenna la salirono Gianni Duregato e Matteo Gambaro), ma anche un discreto numero di arrampicatori stranieri scelse la Valle Gesso per i propri obiettivi di arrampicata autunnali. Ecco che quindi le ripetizioni successive portano la forma di Axel Franco, di Yuji Hirayama e dei fratelli Bindhammer.

 

 

Un paio di anni più tardi, per l'esattezza nel 2001, Josune Bereziartu fresca del primo 8c+ femminile in Spagna nel 2000, inserisce una tappa ad Andonno nel suo tour delle falesie del Sud della Francia insieme al suo compagno Rikardo Otegi. Entrambe si portano a casa la ripetizione (quindi anche la prima femminile), siglandone la nona e la decima salita e da lì la popolarità della via crebbe in maniera esponenziale.

 

 

La Valle Gesso e le altre falesie del cuneese 

 

Andonno è solo una delle "possibilità verticali" di cui abbonda la vastissima Provincia di Cuneo e ce ne possiamo accorgere anche dallo spessore non irrilevante della guida "Andonno e cuneese" scritta proprio da Severino Scassa ed edita da Versante Sud, e dalla popolarità della guida Roccia di Blu Edizioni.

 

 

Nella guida di Versante Sud dalla Valle Gesso ci estendiamo infatti alla vicina Valle Vermenagna, di cui forse molti hanno sentito parlare della falesia dei Folchi, per sconfinare in Francia in Valle Roya, dove alcune falesie meritano un'attenzione particolare, anche per il contributo in termini di spit e fatica dell'autore stesso. Parliamo quindi della storica falesia della Discoteca, ma anche di Tenda Arimonda, La brigue, Sospel e Castillon.

 

 

La guida di Blu Edizioni dedica invece una parte finale alle aree blocchi sia della Valle Gesso che della Valle Ellero, pur menzionando anche in questo caso le falesie sul confine di Tenda Arimonda e del Colle di Tenda.

 

 

Piccolo monito conclusivo: l'unica strada che unisce la Valle Vermenagna alla Valle di Roya è proprio quella che percorre il Tunnel di Tenda, oggetto di lavori di ampliamento da tempo immemore. Se decidi di fare visita alle falesie sul confine, ti consigliamo di dare preventivamente un'occhiata alla viabilità del tunnel, spesso chiuso, onde evitare di raggiungere Limone Piemonte per poi tornare sui tuoi passi e fare il giro dalla Liguria (ma scommettiamo che nel frattempo avrai optato per un'altra destinazione)!

 

 

Fonti: guida di Versante Sud, articolo Pareti #92 "Noia" e numero speciale di Up Climbing "sessanta monotiri storici italiani".