Intervista a Gian Luca Zodda: il nuovo record di velocità italiano è tutto suo!

Gian Luca Zodda ha solo ventidue anni, ma vanta già una rispettabilissima serie di podi, trofei e vittorie nelle gare di arrampicata Speed, che ha iniziato a collezionare dall’età di 14 anni. Dopo aver vinto il titolo del Campionato Mondiale Giovanile di Mosca nel 2018, ha iniziato a partecipare anche alle gare Senior, centrando alcune gare eccellenti in Cina e a Mosca, per dare poi il meglio di sé proprio recentemente, nella Coppa Europa Speed di Gaflenz.

 

 

In uno duello al “millisecondo” con Dimitrii Timofeev, ha bloccato lo scorrere del timer a 5,56 secondi, abbassando ancora il record italiano maschile e sfiorando per veramente poco un posto meritatissimo sul podio. E quindi, dopo la nostra intervista alla velocissima Giulia Randi, abbiamo voluto fare una chiacchierata anche con Gian Luca!

 

 

 

 

Ciao Gian Luca, benvenuto su Oliunìd! Salt Lake City, Innsbruck, Gaflenz, Villars: come ci si riprende da un periodo così intenso di gare in giro per il mondo?

 

Ciao, prima di tutto vorrei ringraziarvi per avermi seguito e dato questa possibilità di raccontarmi. Questo ultimo mese e mezzo è stato davvero pieno d’ impegni, come avete potuto seguire, in vista dei numerosissimi appuntamenti: questo inverno e gran parte della primavera sono stati dedicati alla preparazione e ad una fase di carico, in modo da poter fronteggiare tutti questi eventi. Mi ritengo molto soddisfatto degli obiettivi raggiunti, a partire dal risultato di essere rimasto in entrambe le coppe del mondo nei primi 16 per arrivare al nuovo primato italiano di 5.56 secondi. Alla fine di un periodo cosi lungo e “stressante” solitamente ci si prende una breve pausa dall’allenamento diretto in parete, ma quest’anno ho deciso di non concedermi più di un paio di giorni e di tornare subito a preparami per le prossime gare. D’altronde il livello internazionale è cresciuto tantissimo, bisogna rimanere sul pezzo.

 

 

Il tuo record di velocità a Gaflenz ha portato di nuovo a parlare di Speed in Italia, una specialità di cui fino ad ora si è parlato un po’ meno: come vivi questa nuova attenzione verso la tua più grande passione?

 

Questo tempo, come dicevo prima, era uno degli obiettivi che mi ero prefissato e son contento che abbia portato un po’ di luce sulla Speed italiana. Ormai ad ogni gara sia la nazionale maggiore che giovanile dimostrano di avere un ottimo livello e i numeri per diventare una delle nazionali più competitive nel settore. Spero che in futuro o a breve arrivino altri risultati importati che faranno parlare ancora della Speed Italiana.

 

 

Nel tuo post su Instagram hai descritto benissimo come mesi di allenamenti e sacrifici si condensino in quei cinque secondi di gara in cui dai il tutto per tutto: come è cambiato il tuo allenamento per la Speed da quando hai iniziato a partecipare alle gare giovanili fino ad ora?

 

Negli anni questo sport è cambiato molto, anche se in tanti credono che sia tutto uguale in quanto non cambia mai la tracciatura; in realtà le preparazioni sono cambiate ed evolute molto con il passare degli anni. Io ho provato direttamente questo passaggio da sport di frontiera a vera e propria disciplina olimpica del 2024. Durante i miei primi anni di giovanile si cercava ancora di capire come impostare l’allenamento mirato alla speed: non c’erano grandi periodi di preparazione e si aveva un approccio diretto alla via di velocità. Si andava in parete e ogni volta si provava solamente ad eseguire la sequenza più velocemente. Dopo alcuni anni nell’inverno 2016 / 2017 insieme all’Equilibrium Modena, Max Bassoli e Francesco Martines abbiamo preso la decisione di avere un approccio più professionistico, che potesse davvero farci fare il salto di qualità: con quella decisione siamo arrivati nel mondo delle preparazioni atletiche su stampo olimpico, fissando obiettivi a breve e a lungo termine come si fa negli sport olimpici.

 

 

 

 

Giulia Randi ci ha raccontato di come in una tra le sue prime gare si sia resa conto che quando era “sotto pressione” riusciva a fare delle prestazioni molto migliori rispetto all’allenamento, iniziando a credere di poter avere qualcosa da dire sulla Speed a livello internazionale. È così anche per te?

 

Sì, in gara l’adrenalina ed il fatto di avere un altro atleta al tuo fianco rendono tutto più emozionante ed hai davvero la possibilità di superare i tuoi limiti a costo di vincere lo scontro. Negli anni però ho capito che non mi bastava sperimentare quella sensazione solo in gara e che avevo bisogno di provarla anche in allenamento, in modo da poterla gestire e utilizzarla al meglio durante la competizione. D’altronde nella maggior parte dei casi quello che ci conduce ad un errore è proprio tutta quell’adrenalina, a volte difficile da gestire.

 

 

Non sei solo uno tra gli arrampicatori italiani più veloci che abbiamo ora in squadra, ma sei anche allenatore di giovani talenti: come ti trovi ad allenare dei ragazzi poco più giovani di te, con i quali magari condividi gli stessi obiettivi?

 

Allenare mi ha sempre affascinato; mi interesso da sempre di preparazione e di come trovare il modo di essere più competitivi. Tutto è partito da me: per alcuni anni ho pensato io stesso alla mia preparazione atletica e tutt'ora continuo a programmare i miei allenamenti in collaborazione Francesco Martines. Seguire ragazzi giovani mi dà la possibilità di mettere in atto le mie conoscenze sulle nuove generazioni: la parte più stimolante è vedere come i loro progressi siamo molto più veloci, e migliorano a punto tale da potersi già imporre nelle classifiche italiane e internazionali. Tutto ciò è molto motivante anche per il mio allenamento: ragazzi giovani così forti ti spronano a dare anche di più.

 

 

Ti capita di “duellare” con loro in simulazioni di gara?

 

Certo, scontrarsi in allenamento è fondamentale, anche se non sempre abbiamo la possibilità di organizzare gli scontri in quanto tutte le strutture di velocità per vari motivi riescono a mettere a disposizione un solo tracciato. Purtroppo si elimina così la possibilità di sfidarsi, che io ritengo molto importate da allenare; nel possibile cerco comunque di organizzare allenamenti di simulazione, ed intanto ci alleniamo su una via cercando di prendere il massimo.

 

 

Tra Nazionale e Coaching ti resta del tempo da dedicare alla roccia?

 

Io e la roccia ci siamo allontanati molto negli ultimi anni, da piccolo la frequentavo molto di più, quando gli impegni saranno meno mi dedicherò un po di più a  quell’ambito.

 

 

Quali sono i prossimi appuntamenti dove potremo vederti?

 

Le prossime gare saranno due in ambito nazionale dove vestirò la maglia delle Fiamme Oro di Moena e una con la nazionale, la più importante dell’anno.

 

 

La 3º tappa di coppa Italia questo 24 luglio a Mezzolombardo, poi un mese pieno di allenamento in agosto e la 4° tappa di coppa Italia a Bologna a inizio Settembre e subito dopo il campionato del mondo senior a Mosca in Russia dal 15 al 22 settembre.

 

 

Grazie, a presto!