La falesia di Andonno tra settori nuovi e storici

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25//03/2025

 

La falesia di Andonno tra settori nuovi e storici

 

Michela Jacod su Sarvanot, 7b al settore centrale

 

La provincia di Cuneo è un territorio notoriamente ricco di roccia e di ampie valli dalle caratteristiche geologiche più diverse; la storia alpinistica di quest’area si è sviluppata in ogni suo versante, ma c’è una valle in particolare che ha da sempre catturato l’attenzione prima degli alpinisti, e poi degli arrampicatori sportivi: la Valle Gesso.

 

A fare da sfondo alla cittadina di Borgo San Dalmazzo, che da alcuni anni ospita anche il Winter Outdoor Weekend, c’è la catena delle Alpi Marittime con le sue cime storiche dove sono state incise sulla pietra capitoli importanti della storia dell’alpinismo locale e italiano. Con l’evolversi dell’arrampicata sportiva, e il suo prendere forma in modo del tutto indipendente dalle grandi vette, anche gli alpinisti cuneesi hanno iniziato a guardare con occhi nuovi quelle pareti che fino ad allora avevano suscitato il loro interesse solo come terreno “per fare pratica”. 

Giornate magiche nella falesia di Andonno, nel cuore della Valle Gesso

Brevissima storia della nascita di Andonno

 

La falesia di Andonno non passa inosservata: stagliandosi imponente al di sopra dell’omonimo paese, attira inevitabilmente lo sguardo di chiunque percorra la statale che da Borgo San Dalmazzo porta su fino alle Terme di Valdieri. Se ti è mai capitato di andare a esplorare una falesia dove non sei mai stato, e di girare ore a vuoto nel tentativo di identificarla (come può succedere ad esempio per alcuni settori del Frankenjura, dell’Alsazia, e tutto ciò che è disseminato per boschi), puoi star certo che ad Andonno è impossibile che succeda.

 

La sua struttura rocciosa esposta magnificamente a sud riflette il sole dell’inverno, restituendo calore a chiunque si trovi nelle sue vicinanze; la roccia, a tratti più compatta e a tratti più instabile (la parte più pericolosa è senza dubbio la parte superiore della falesia, da cui qualche animale selvatico può far rotolare pietre e sassolini), è stata da sempre un punto di riferimento per chiunque volesse restare allenato nei mesi invernali.

 

Tra i primi settori a essere stati frequentati va sicuramente menzionato Karkadé nel Centrale. Qui si trovano vie storiche come Capre Ovali e Morgan Wall, due esempi di vie che erano state inizialmente arrampicate come multipitch in artificiale (ancora oggi sono proposte come multipitch sportive). Non menzioniamo tutti gli alpinisti e arrampicatori storici - che hanno contribuito a far diventare Andonno “il” riferimento per l’arrampicata sportiva in provincia di Cuneo - solo per non dimenticare nessun nome: lo sviluppo di quest’area ha coinvolto tantissimi appassionati, anche con visioni diverse dell’arrampicata, ognuno dei quali ha apportato a proprio modo un importante contributo.

 

Per saperne di più ti consigliamo però di leggere il paragrafo introduttivo della guida “Andonno e Cuneese” di Severino Scassa ed edita da Versante Sud per fare una full-immersion nella storia di quest’area, scritta proprio da uno dei principali protagonisti.

Movimenti estetici e roccia super compatta: Andonno

Alcuni settori di Andonno – vie facili

 

Parlare di vie “facili” ad Andonno è sempre un azzardo. Se guardassimo solo il grado, potremmo essere portati a pensare che Capre Ovali, sulla carta 6a, possa rientrare a buon diritto in questa definizione, ma chiunque ci abbia messo su le mani almeno una volta sa quanto possa essere impegnativa questa via. Come sempre, quando si parla di vie storiche bisogna interpretare sempre tutto con il massimo dell’umiltà: vale così a Finale, ad Andonno, a Lumignano e in tutte quelle falesie che hanno seguito bene o male lo stesso percorso storico che non ammetteva soddisfazioni a buon prezzo.

 

Detto questo, è guardando verso destra che troviamo i settori con le vie più “clementi”, come possono essere Texas e Trippa, due rari settori con qualche via di quinto grado e poi la Parete del Forte e Omaggio, con una trentina di vie in tutto che si aggirano tra il 6a e il 6c+. Se la Parete del Forte ha vie piuttosto lunghe – dai 20 ai 35 metri – il settore Omaggi offre sezioni più brevi, comprese tra i 15 e i 20 metri. Le vie sono quasi tutte in placca, su una bellissima roccia grigia lavorata a buchi e gocce che sono la gioia degli arrampicatori cuneesi.

 

Possiamo indubbiamente citare un paio di vie “didattiche” per chiunque stia muovendo i primi passi sulla roccia: si trovano nel settore sinistro e sono vie di quarto grado adatte anche come prime esperienze sulla roccia e come uscite per corsi di avvicinamento all’arrampicata.

La parete del forte sopra il settore destro di Andonno

Settori intermedi

 

Per chiunque ami arrampicare tra il 7a il 7c, ad Andonno avrà l’imbarazzo della scelta. Nel settore Anfiteatro ci sono una serie di vie super classiche che chiunque sia “un po’ local” ha sentito nominare almeno una volta nella vita. Al Paretino dell’Onda troviamo infatti Grizzly, 7a, e poi in sequenza Acqua Chiara, 7b, Buon Anno e Zero in Condotta, entrambe 7b+, delle vie super classiche che rappresentano una tappa quasi obbligata per chiunque arrampichi su queste difficoltà.

 

Anche la piccola sezione di “Guss” (sulla destra dell’anfiteatro) propone vie su canne atletiche e già decisamente impegnative per il grado, che hanno dato filo da torcere a chiunque le abbia scelte come vie da provare al proprio limite. Tra queste sono imperdibili Guss (un 6c+ di potenza), Oggi mi sposo, 7a+ e Banana Rama, 7c, tutte su un muro strapiombante capace di sfinire anche i fisici più allenati. Infine, ancora leggermente più a destra, troviamo nel settore Parete Nera il celebre “il Marocchino”, uno dei 7a più conosciuti e temuti di tutta la Provincia Granda.

Andonno: tra roccia e cielo

Settori difficili

 

Da sempre Andonno è comunque sinonimo di alta difficoltà. Questa falesia è infatti riuscita a essere sempre al passo con i tempi, offrendo un’opzione per le altissime difficoltà, qualsiasi cosa questo abbia voluto dire nel corso degli anni. Se Noia ha attirato per decenni gli arrampicatori più forti del mondo a cimentarsi con il suo traverso (trovi qui un nostro approfondimento su questa via storica), oggi è Lapsus a far approdare nei dintorni di Borgo arrampicatori del calibro di Seb Bouin.

 

Lo scenario delle vie più estreme è sempre stato l’Anfiteatro, settore Sì: qui sono racchiuse le vie che più hanno fatto penare i migliori arrampicatori che volevano mettersi alla prova con le sfide più impegnative del cuneese. Questo settore, un po’ come Karkadé, andrebbe approcciato con una certa consapevolezza rispetto a quello che ha rappresentato nel corso degli ultimi quarant’anni rispetto all’evoluzione dell’arrampicata sportiva in Italia.

 

Negli ultimi anni il lavoro di sviluppo e di chiodatura è andato avanti con la valorizzazione di un settore che era stato un po’ dimenticato negli anni: per appunto, La Parete Dimenticata. La relazione di questo settore, che sarà presto fruibile a tutti, rivela anche in questo caso difficoltà elevate e nuove sfide per tutti i climber dall’8a in su.

La super local Michela Jacod su Sarvanot, 7b

Stagionalità, roccia e logistica

 

Come dicevamo nell’introduzione, Andonno è rivolta a sud, e quindi è piacevolmente esposta al sole dall’autunno alla primavera. Considerati gli ultimi inverni secchi e piuttosto soleggiati, è possibile arrampicare qui anche in pieno inverno, ben calcolando comunque la possibilità che una minima velatura o la presenza di aria gelida possa cambiare completamente il corso della giornata. I periodi a cavallo delle mezze stagioni sono sicuramente i più piacevoli.

 

Siamo in Valle Gesso, quindi ci troviamo con una roccia calcarea dalle conformazioni più diverse: meravigliose placche grigie lavorate dall’erosione dell’acqua, ma anche canne su muri strapiombanti, tacche dolorose e buchi generosi. Anche le lunghezze possono variare con tiri più corti e intensi, perfetti per i boulderisti che vogliono dedicarsi anche alla falesia, e vie con un carattere di continuità.

 

A inizio e fine giornata non dimenticatevi di fermarvi al bar di Andonno che si trova proprio sulla statale prima di girare a destra per addentrarsi nel paese e raggiungere il parcheggio per la falesia. La gestione storica di questo bar ha visto i migliori arrampicatori italiani e internazionali prendere un caffè o una birretta nei tavolini del dehor o nelle poltroncine interne, e rappresenta a suo modo una memoria storica di tutto quello che è successo nel corso dei decenni su queste rocce.

 

Scopri di più sulle falesie di Andonno e del cuneese con la guida di Severino Scassa.

Alessandro Penna alla Parete Dimenticata

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