Fabian Buhl e Ganesha in auto sicura – Oliunìd is history

Per tutti noi normali arrampicatori le parole “multipitch” ed “autosicura”, oppure “quattro spit” e “duecento metri di via” rappresentano un ossimoro, ovvero condizioni dell’arrampicata che non possono coesistere. Per pochi eletti, invece, sono una sfida allettante, una marcia in più a delle vie estreme e molto belle.



Fabian Buhl rappresenta l’ultimo (solo in senso cronologico, e a lui ne seguiranno sicuramente altri) amante di questo genere di arrampicata, ma la storia di Ganesha, la via multipitch aperto da lui quest’anno in Austria, nasce molti anni fa, ancora prima di essere nella mente del forte arrampicatore tedesco. Infatti non si può parlare di Ganesha senza parlare prima di Nirwana, probabilmente la multipitch più dura del mondo, con tiri fino all’8c+. Questa via risale al 2012, anno in cui la leggenda Alex Huber riuscì a liberarla: run out, tiri boulderosi, un lancio nel passaggio chiave, fessure e uscita in tetto, tutto questo con una precarietà di spit da far accapponare la pelle. Nessuno ha osato mettere le mani su questa via dopo di lui, nessuno tranne Fabian Buhl che, dopo aver ripetuto vie come Silbergeier e Wetterbock, ha deciso di misurarsi con quello che era il naturale “next step” delle sue performance.



La bellezza del muro dove si trova Nirwana, il Sonnenwand alla Loferer Alm in Austria, ha ispirato Fabian Buhl ad aprire un altro tiro sempre con l’etica di Alex Huber: meno spit possibile, salendola dal basso ed in auto sicura. Il risultato sono duecento metri di via strapiombante, strutturata su sei tiri e protetta solo da quattro spit. Il resto è da integrare in stile trad e da salire trattenendo il respiro perché i voli, comunque sia, sono lunghi. Una via non regalata dal punto di vista fisico, ma neanche mentale: i passaggi cruciali si trovano al quarto e al sesto tiro dove un lancio ad una presa vagamente buona (l’ultimo ancoraggio della corda non sappiamo dove sia) chiude la difficoltà della via, come ci racconta e mostra nel suo recente video. E il nome, ovvero “il dio degli inizi”, promette che avremo ancora modo di parlare di lui.




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4 ottobre 2017