E’ uscito il Jollypower Vol 2: ce lo presenta Alessandro Jolly Lamberti!

Ormai da decenni il Jollypower rappresenta il riferimento assoluto tra i libri per l’allenamento per l’arrampicata in Italia. Corredato da ampi approfondimenti teorici e numerosissime schede di allenamento suddivise non solo per livello ma anche per punti deboli, attrezzature disponibili e tempo a disposizione, il Jollypower è sempre stato, e resta ancora adesso, il manuale più completo per chiunque voglia allenarsi in autonomia. Dopo la prima versione ed il “Vol.1” ancora più completo ed aggiornato della prima edizione, siamo lietissimi di presentarvi il nuovo e “freshly baked" Volume 2 insieme all’autore Alessandro Lamberti, per tutti “Jolly”!

 

 

Ciao Alessandro! Benvenuto nel nostro blog! Innanzitutto come stai?

 

Fisicamente mi sento in forma, ma come molti altri ho problemi con il lavoro. La mia attività principale è quella di gestore di una palestra, e ormai da 10 mesi o non lavoriamo o lavoriamo con forti limitazioni.

 

 

Come dicevamo, è appena uscita la nuovissima e super attesa edizione del Jollypower: cosa troviamo in più rispetto al Vol.1?

 

In realtà non è una nuova edizione, ma un libro a parte. Il Volume 1 ed il Volume 2 sarebbero dovuti uscire insieme, poi c’è stato un ritardo dovuto al fatto che dietro c’è molto studio e molta ricerca. I due volumi insieme costituiscono una trattazione molto estesa di quasi 1200 pagine; io li considero come fossero un unico libro o un manuale di consultazione che può essere letto a salti, cominciando dalla fine, oppure, appunto, andando a consultare di volta in volta il capitolo che interessa. Il volume 2 è molto più teorico, concentrato, e il tema principale è la tecnica e gli aspetti mentali. C'è anche un'attenzione particolare allo sport bouldering, alla Speed, al Lead sportivo, alla Mobilità articolare, alla biomeccanica e molto altro.

 

 

 Le schede che proponi nei due volumi possono essere eseguite con qualsiasi trave e su qualsiasi Pan Gullich?

 

Le schede sono soprattutto nel Vol 1, e sono divise in base agli strumenti che ognuno può avere (anche solo a corpo libero); nel Vol 2 ci sono meno tabelle. Io penso che le parti più teoriche e filosofiche siano, indirettamente, ancora più pratiche delle tabelle stesse. Con le tabelle puoi ottenere un miglioramento immediato ma con la comprensione profonda di alcuni concetti puoi ottenere gli strumenti per migliorare veramente.

 

 

Passiamo agli esercizi che troviamo nei tuoi volumi: per quanto riguarda l’allenamento in sospensione il tuo consiglio è di “intersecarlo” con quello classico, quindi scegliendo ad esempio prese o travi da appendere, oppure di avere due strumenti separati (trave fissato al muro per la forza dita ed anelli come attrezzo specifico per l’allenamento in sospensione)?

 

Il punto di partenza deve essere sempre il campo, che sia falesia o boulder o speed, a seconda dei nostri obiettivi; i travi, siano essi pensili o fissi, sono un complemento e talvolta un surrogato. Sono estremamente utili ad esempio nei periodi di lockdown, per compensare carenze o perchè “meglio che niente” ma devono sempre essere subordinati all'arrampicata e non principali.

 

 

La prima edizione del Jolly, se non erriamo, è del 2006: negli ultimi quindici anni il modo di allenarsi degli arrampicatori è cambiato moltissimo, anche come conseguenza della tracciatura delle competizioni in continua evoluzione. Quali sono secondo te gli strumenti essenziali per riuscire ad allenarsi ora in maniera completa?

 

Sì, ci sono stati cambiamenti enormi, Infatti anche i miei volumi si sono evoluti in continuazione fino a oggi. Gli strumenti devono essere finalizzati al modello di prestazione della disciplina (o specialità) che ci preme di più. Per esempio per quanto riguarda il lead il fattore determinante per la prestazione (più della forza e più ancora della tecnica), è evitare il pumping. Il non-ghisarsi è il fattore principe per il lead. Chi non si ghisa vince. Se qualunque scalatore potesse avere una bacchetta magica per poter ottenere una qualità utile per la scalata, cosa sceglierebbe di avere? Io sceglierei il superpotere di non ghisarmi mai. Dunque tutti gli strumenti che concorrono a evitare la ghisa sono essenziali. Da qui consegue che conta più il come che il cosa utilizzare. Teoricamente qualunque strumento usato male potrebbe essere controproducente o non producente.

 

Io sono alla continua ricerca del segreto per non acciaiarsi (ovviamente concorrono moltissimi fattori).

 

 

La situazione in cui ci siamo trovati nell’ultimo anno ha bene o male costretto tutti a rivedere la propria routine di allenamento: come consigli di integrare una programmazione che non può comprendere una parte di arrampicata né al muro, né fuori?

 

Nel lungo termine una programmazione che non preveda anche arrampicata è destinata a diventare inutile e persino controproducente. Non c’è una soluzione. Così come non ci si può allenare per lo sci o per il nuoto stando dentro casa.

 

 

Ti occupi anche di programmazione personalizzate a distanza: come ti comporti quando un arrampicatore “lamenta” un plateu delle perfomance che dura da mesi?

 

I plateau in genere durano anni, non mesi. Si arriva a un livello e stop; la cosa positiva è che a quel punto anche allenandosi molto poco difficilmente si scende giù: basta pochissimo per mantenere. La cosa negativa è che ci si può stazionare per anni e spesso anche per sempre. A quel punto ci vuole una diagnosi personalizzata e una terapia d’urto. Ecco la risposta alla tua domanda è questa: ci vuole una terapia d’urto.

 

 

Ultima domanda: il tuo livello di forza e di vie salite resta sempre e comunque sbalorditivo ed immaginiamo sia così anche per la tua voglia di allenarti. Un messaggio motivazionale per quegli arrampicatori che, per qualsiasi motivo -dal Covid alle vacanze di Natale-, ha sospeso l’allenamento e fatica a riprendere?

 

Sono molto forte solo in maniera iper specifica e solo si alcune cose (monoditi, iper arcuato per esempio) ma sono debole e sempre più debole su pizze svasi volumi ecc. Però ricordatevi una cosa: potete stare fermi anche un anno, ma prima o poi tornerete al livello di prima, talvolta a un livello maggiore. Non è vero che chi si ferma è perduto. Datevi subito degli obiettivi, ambiziosi ma realizzabili. Avere un obiettivo concreto, reale, piacevole determinato da perseguire appena ci libereranno.

 

 

Grazie Alessandro! Naturalmente potete trovare qui il suo libro ma, se volete restare sempre super gasati e motivati, potete seguirlo sul suo profilo IG @jollypowertraining.